domenica 5 aprile 2015

AGENZIE E VOLI

 Risultati immagini per livingston compagnia aerea

Buona Pasqua a tutti.
Volevo in questi giorni fare un salto in Liguria a trovare alcuni amici, ma il tempo non e' il massimo, tutto sommato vivo in una bella localita' turistica, piena di seconde case di torinesi, cosi' ho deciso di descansare e di restare in terra sabauda.
A meta' maggio mi mettero' in viaggio, per tutta l'estate.
In questi giorni e' giunta la notizia, riportata per ora soltanto sul web, dell'ennesimo titolare o dipendente di agenzia di viaggio che, una volta fatto il pieno di prenotazioni e bonifici, si e' dato alla macchia col grano.
I casi simili si vanno moltiplicando, qualche anno fa accadde al viaggio organizzato a La Habana da una nota scuola di ballo dell'hinterland torinese.
Oltre 60 persone rimaste a casa, malgrado avessero pagato, ad agosto, un salato viaggio verso la isla.
Con l'avvento di internet il timore manifestato da molti era che, in assenza di una persona fisica di riferimento immediatamente reperibile, le truffe fossero all'ordine del giorno.
In realta', la gran parte di questi spiacevoli episodi si sono verificati in agenzie di viaggio tradizionali.
Sia chiaro, sopratutto in questo caso, non bisogna generalizzare, ci sono agenzie che fanno onestamente il loro lavoro, offrendo un servizio impeccabile per la piena soddisfazione dei propri clienti.
Credo che, anche in questo caso, occorra fare un po' di attenzione ed essere prudenti.
Prima di entrare in una agenzia, cercare di sapere da quanti anni opera, se ha avuto problemi simili in passato, oggi su internet si puo' trovare ogni informazione richiesta.
Credo sia possibile, una volta in possesso del biglietto elettronico, chiamare la compagnia aerea per una verifica, onde evitare di avere in mano solo un'inutile pezzo di carta.
Certo, molte agenzie oggi vendono anche su internet, ma se si e' in zona e' sempre meglio un contatto diretto.
Vi confesso che quando acquistai il mio primo biglietto su internet ero preoccupato per l'esito del viaggio.
Ne avevo lette cosi' tante e conoscevo gente che aveva avuto problemi seri.
Invece non ho mai avuto il minimo problema, mai un biglietto saltato, un visto non consegnato o altri problemi che possono rovinare una vacanza.
Ci sono poi servizi in cui una agenzia ha responsabilita' limitate.
Se prenotiamo una macchina a Cuba tramite agenzia, l'agenzia stessa riceve l'ok da Cuba, ma poi non e' detto che il carro sia effettivamente pronto ad attenderci.
L'agenzia di renta cubana puo', accade spessissimo, rentare piu' carri, sopratutto in alta stagione, di quelli che possiede e...qualcuno resta a piedi.
Ovviamente lo sfortunato se la prende con l'agenzia italiana dove ha prenotato e pagato ma la responsabilita' maggiore e' della controparte cubana.
Chiaramente il costo della renta sara' rimborsato, o comunque si trovera' una soluzione alternativa.
Il mio consiglio e' sempre quello di affidarsi ad agenzie conosciute, pubblicizzate e che vendono migliaia di voli ogni anno.
Magari si paga qualcosa in piu' ma perlomeno c'e' la quasi automatica sicurezza di trovarsi poi spaparanzati sui sedili dell'avion.
Non e' un caso che il blog sia legato a Cubacenter, di cui conosco bene il proprietario e dove ho potuto verificare la qualita' della sede e dei servizi.
Oppure acquistare direttamente dalle compagnie aeree, la Livingston e' saltata per aria (ahi...Ferrero...) ma si tratta di casi piuttosto isolati.
Da anni diciamo, e sentiamo dire, che Blu Panorama fara' il botto, ma intanto continuiamo a utilizzarla per i nostri voli, sopratutto in Palestina.
Ogni tanto saltano fuori agenzie virtuali nuove che propongono voli a un prezzo minore rispetto alla media, personalmente evito, a meno che non esista un solido storico.
Alla fine ci vuole un po' d'occhio, un minimo di fortuna e quel poco di prudenza che mai ci deve abbandonare quando andiamo in giro per il mondo.

22 commenti:

  1. Al suo primo incontro con i tifosi della Sampdoria fece scalpore perché gridò: «Non sono venuto qui a contare le macchie di leopardo». Alla prima intervista da presidente fece scalpore perché propose di mettere delle miss a bordo campo, al posto dei raccattapalle. Al primo intervento tv nel dopo partita fece scalpore perché si comportò da cascamorto con la conduttrice Ilaria D’Amico: «C’ho er mosquito, vorrei portarla a Ostia Lido...». L’arrivo di Massimo Ferrero, detto Er Viperetta, nel mondo del calcio è passato tutt’altro che inosservato. È subito diventato uno dei protagonisti dello show pallonaro con le corse folli sotto la curva, i balletti, la bandana della Samp sulla testa, i capelli arruffati,la cravatta molle e le scarpe bicolori, toni sempre sopra le righe, «me so’ rotto li cojoni» e «non c’ho l’anello ar naso», frasi incompiute e gaffe micidiali. Anche Maurizio Crozza l’ha subito prescelto per il suo zoo di personaggi meritevoli di imitazione. Indimenticabili le macchiette in cui il comico veste i panni d’Er Viperetta: annuncia di essersi innamorato della «città di Sampdoria», storpia i nomi, cita i suoi amici attori «Roberto Sordi» e «Dina Lollobrigida». E non sapendo che la maglia della squadra di cui è presidente è blucerchiata, dice: mi metto la divisa «bruciacchiata».
    Roba da ridere, roba da show. Ma anche nella realtà le gaffe di Ferrero non sono da meno. Come quando ha definito il presidente indonesiano dell’Inter un «filippino». Come quando ha scritto un tweet sgrammaticato: «A Roma per lasciare hai laziali un bel dolore» (e poi ha commentato: «Era voluto»). O come quando a un giornalista di Panorama, che gli parlava di filantropi, ha chiesto: «So’ quelli che si comprano i francobolli?». Ma, in verità, non si capisce se quella del personaggio popolano, tutto caciotta e passione, zotico furbo e geniale, slang coatto e idee da Hollywood, sia davvero la sua natura. O se è soltanto una parte che recita perché gli fa assai comodo poter dire quel che gli pare in assoluta libertà, con la scusa del «so’ fatto così». Appena arrivato a Genova, per esempio, ha lanciato l’idea di costruire un nuovo stadio: lo vorrebbe sul mare, futuristico, avveniristico, unico al mondo, con l’imprinting di Renzo Piano, un porticciolo come parcheggio, gli yacht che attraccano sotto le tribune. «Non sarà solo per il calcio, ma sarà un luogo di intartaiment» dice. E quando sarà costruito («Io aspico ’sto progetto di portarlo in vita...») sarà battezzato “Balena Bianca” mentre la Samp per festeggiare cambierà inno, adottando “Una rotonda sul mare”.
    Tutto perfetto, a parte la grammatica: ci sono pure il nome e la canzone. Ma resta un problema: chi paga? Ovvio: «Pantalone» risponde lui, fra una smorfia e una strizzata d’occhio alla D’Amico. «C’è sempre un Pantalone che paga». C’è sempre un Pantalone che paga, si capisce. E pazienza se Er Viperetta, con il suo accento da coda alla vaccinara, sta a Genova più o meno come Totò stava a Cuneo: quello che conta è il business, dove c’è, bisogna buttarsi. La Sampdoria, in effetti, per Ferrero è la vetrina importante, la grande occasione di popolarità: eredita una società gestita da anni dai petrolieri, prima i Mantovani, poi i Garrone, gente seria, con il birignao alla ligure, establishment della Lanterna, rigore e riservatezza, e ci catapulta dentro lo spirito burino della suburra romana. Un cocktail devastante. Qualcuno dice che la società gliel’hanno regalata, lui sostiene di averci investito 50 milioni. Chi lo sa. Di sicuro il giorno in cui a Genova diventa presidente dei «bruciacchiati», a Busto Arsizio chiede il patteggiamento per bancarotta fraudolenta. Proprio nelle stesse ore. Da una parte il trampolino della celebrità. Dall’altra un’oscura vicenda legata al fallimento della compagnia aerea Livingston per cui Massimo Ferrero entra a tutto diritto nella nostra galleria dei pescecani.

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  2. Questo è quello che vi racconteremo tra poco: la pagina meno nota di un presidente che è diventato assai noto. Fin troppo. Perché le sue follie, nel frattempo, si sono trasformate in agiografia, le sue sparate sono accolte ovunque da applausi. Si capisce: la coperta del ridicolo rende tutto simpatico, anche i crac, i buchi neri, la condanna giovanile per abuso edilizio, i dipendenti della Livingston lasciati a casa, i debiti non pagati, i fallimenti finanziari, i soldi intascati in modo fraudolento... Fa tutto ridere, come quando il comico Crozza gli fa dire, mescolando fede sampdoriana e accento romano: «Forza Doria, forza lupi, sono sepolto da li mutui...». Com’è divertente, com’è pittoresco. Il grande circo del calcio ci gode a correre dietro al nuovo personaggio, che promette: «Basta con la noia, vi farò divertire». E che riporta alla luce i fasti dei mitici presidenti dei tempi d’oro, gli Anconetani, i Rozzi, i Massimino, quelli che quando l’allenatore diceva loro: «Presidente, la squadra c’è, manca solo un po’ d’amalgama», rispondevano: «Amalgama? Lo compriamo al prossimo calciomercato...».
    Ma certo: come non guardare con simpatia la storia di Massimo Ferrero, il ragazzo del Testaccio, figlio della Roma popolare, papà tramviere della linea 95, mamma con banco ambulante all’Esquilino, che da adolescente come sommo divertimento aveva quello di fare il bagno nel fontanone di piazza Navona? Come non sorridere quando racconta di aver cominciato come galoppino sui set di Luciano Salce e Tinto Brass? Come non invidiarlo quando si compiace nel ricordare Serena Grandi e Stefania Sandrelli, viste dal camerino? Lui, fra l’altro, è proprio bravo a costruire l’agiografia del popolano che ha avuto fortuna. Ogni volta un dettaglio nuovo. Come quando ricorda l’origine della sua passione per il cinema: accadde quel giorno in cui il nonno, distratto da non si sa che, lo dimenticò a Cinecittà. «Per fortuna che c’era mia nonna...». La stessa nonna cui fregava 50 lire ogni volta che le dava un bacetto: «Teneva i soldi sotto il cuscino, santa donna...». E se una santa donna tiene i soldi sotto il cuscino, perché non fregarglieli, no?

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  3. La nuova star del mondo pallonaro nasce, così, fregando i soldi alla nonna. Facendo i bagni nel fontanone. Prendendosi una condanna per abuso edilizio. E ci tiene tanto a questo suo passato. Ci tiene alla carriera che comincia dal basso. Racconta: «Mi presentavo e dicevo: buongiorno sono Massimo Ferrero, mi pija a lavorà? Nun so fa’ un cazzo». Gli è andata bene. Semplice autista, poi segretario di produzione, poi organizzatore, direttore di produzione. Lavora con tutti i grandi registi da Luigi Comencini a Bernardo Bertolucci, da Damiano Damiani a Mario Monicelli, diventa amico personale di Sylvester Stallone e di Ricky Tognazzi (che ancora oggi lo accompagna sempre in tribuna a Marassi), fa pure piccole parti da attore in “Ultrà” (del medesimo Ricky Tognazzi) e in “Camerieri” di Leone Pompucci, fa la controfigura di Giancarlo Giannini in “Travolti da un insolito destino...” di Lina Wertmüller. E si guadagna il soprannome di Er Viperetta, che pare sia stato inventato niente meno che da Monica Vitti. Poi si mette a produrre in proprio, ma gli va assai meno bene. Il debutto con “Testimoni d’amore” di tal Giacomo Campiotti è deludente: non riesce neppure a ripagare le spese. E così con tutti gli altri film: fa esordire in regia Sergio Castellitto (“Libero Burro”), assolda per l’amico Ricky grandi star come Bob Hopkins, fa fare un film anche alla moglie di Ricky, Simona Izzo, e alla cognata, Rossella Izzo. Ma come produttore proprio non sfonda: il grande successo gira al largo da lui, almeno quanto l’Accademia della Crusca dal suo eloquio...
    Per fortuna c’è l’azienda della moglie. Lei è Laura Sini,quella dei Buonatavola Sini, l’azienda di Nepi, provincia di Viterbo, che esporta formaggi tipici in tutto il mondo, specialmente Stati Uniti: caciotte, pecorino romano, pecorino pepato, gran cacio etrusco, gran cacio de Roma, ricotta, ricotta romana, ricotta nostrana e ricotta Terminillo. Ferrero ha collaborato a lungo con questa azienda guadagnandosi, oltre al soprannome di Er Viperetta, quello di Caciottaro. Ma che importa? Con le caciotte si fanno i soldi e si possono produrre film in perdita. Dalla moglie ha avuto cinque figli: la più grande, Vanessa («Ma io la chiamo Misciò Impossibol»), è entrata nel consiglio d’amministrazione della Sampdoria, l’ultimo l’ha voluto chiamare Rocco Contento perché «la felicità è un attimo, la contentezza dura sempre», come ha spiegato in una delle sue travolgenti interviste. E siccome la felicità è un attimo e la contentezza dura sempre, ora si presenta in tribuna a Marassi al fianco della nuova compagna, un’appariscente truccatrice.
    Da sempre vicino alla sinistra, simpatizzante di D’Alema, Ferrero ci tiene a ricordare ai suoi agiografi altri due passaggi fondamentali: l’esperienza a Cuba («Fidel Castro è un amico!») dove è stato incaricato dal governo di promuovere la cinematografia, ponendo le basi della costituzione dell’Icaic (l’Istituto cubano di arte e industria cinematografica). E l’acquisto di 60 sale cinematografiche, di cui 11 dal gruppo Cecchi Gori, compreso il mitico cinema Adriano di Roma. Ma qui le pagine dell’agiografia cominciano a confondersi e a dimenticare i buchi neri, come il maxisconto ottenuto da Ferrero sul pagamento (doveva dare 59 milioni, ne ha versati solo 25) o il fatto che alcuni di questi cinema appena comprati sono stati chiusi, venduti e trasformati in uffici (è il caso del Volturno, sempre a Roma). E viene nascosto, soprattutto, il reticolo di società che aprono, chiudono, spariscono, si scambiano beni e proprietà, falliscono e rinascono sotto nuova veste. Intrighi e pasticci, finanza ardita e spregiudicata. Alla faccia della macchietta del Viperetta ingenuo, quello che storpia i nomi, non conclude le frasi e prende casa «proprio nel centro di Sampdoria». Far ridere per non far piangere, insomma. E qui veniamo alla pagina meno nota, mai raccontata fino in fondo: il fallimento della Livingston. La vergogna che non si può dire. La vergogna che viene cancellata per non rovinare il Viperetta Show.

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  4. Ferrero entra nella compagnia aerea nel febbraio 2009, se ne esce nell’ottobre 2010 quando la società fa crac, con un buco da 40 milioni di euro e 500 dipendenti a spasso. Lui patteggia una condanna per bancarotta fraudolenta (un anno e dieci mesi) e si giustifica in un’intervista su Panorama dicendo di essere stato truffato: «Hanno trovato un povero scemo che aveva voglia di diversificare gli investimenti e l’hanno fregato». Sostiene di aver perso nell’operazione 20 milioni di euro e di aver citato per danni la Kpmg, la società di consulenza che l’ha seguito nell’acquisto. Ma è proprio andata così? Basta leggere i documenti ufficiali per capire che la maschera del simpatico giullare serve a nascondere la verità. E la verità è che Ferrero cerca di comprare la Livingston senza sborsare soldi, o meglio: sborsando solo 5 milioni di tasca sua e prendendo la maggior parte del resto dalle medesime casse della società. Si tratta di un’operazione finanziaria azzardata ma possibile, a patto che la società acquistata sia florida. Non si può sperare di pagare una società con gli incassi della stessa, invece, se gli incassi stanno crollando, come accade con la Livingston che vive perlopiù sul rapporto economico con i Viaggi del Ventaglio, tour operator in evidenti e gravi difficoltà economiche, avviato verso il fallimento.
    E allora dove pensava di prenderli i soldi Er Viperetta per ripagare l’acquisto? Non sa? Non conosce? Non si rende conto? E uno compra una compagnia aerea con tanta leggerezza? Uno entra in un settore così delicato e complicato, senza denari e con tanta dabbenaggine? E per di più fidandosi ciecamente dei pagamenti di un tour operator che non ha soldi e che sta fallendo? Ai tecnici che esaminano la documentazione salta all’occhio un dettaglio: prima di comprare l’azienda, Ferrero chiede che sia rinnovata proprio la partnership con i Viaggi del Ventaglio, cioè con il cliente che trascinerà la compagnia aerea nel baratro. È l’ignoranza del coatto che si perde nelle brume di Malpensa? O c’è dell’altro? «Cambieremo le divise alle hostess» annuncia lui appena arrivato. Il solito show. Per coprire il resto. Quel che è certo, infatti (e qui vengono i dettagli davvero divertenti, altro che balletti in campo e smorfie alla telecamera), è che nei diciotto mesi in cui Er Viperetta presiede la Livingston riesce a compiere alcune operazioni davvero strane. Come quei 9,5 milioni di euro girati alla Ellemme Group, società del medesimo Ferrero che si occupa di produzioni cinematografiche. Perché una compagnia aerea in grave difficoltà economica, senza una lira in cassa e con 500 dipendenti prossimi alla disoccupazione, fa un contratto per 9,5 milioni di euro con una società che produce film? Per avere cosa, oltre che un vantaggio al medesimo produttore di film? Non è dato sapere. In compenso si sa che il 10 ottobre 2009, nel pieno della sua crisi, la Livingston ne combina un’altra: concede un finanziamento di un milione e mezzo (1.499.000 euro per l’esattezza) a Farvem Real Estate, immobiliare sempre del gruppo Ferrero.

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  5. Soldi che, ovviamente, non saranno mai restituiti alla compagnia aerea.

    Non è tutto. Il 6 agosto 2010 la Livingston firma un contratto di 350.000 euro a una società, la Film 9 Srl, di proprietà dell’autista di Massimo Ferrero e della sua assistente. Il contratto dovrebbe servire a far comparire il marchio della compagnia aerea in due film. È il cosiddetto “product placement”. Peccato che i due film indicati nel contratto non siano mai stati prodotti. Un problema? Un guaio? Qualcosa di cui vergognarsi? Macché. Er Viperetta, evidentemente, è molto soddisfatto di come sta pilotando gli aerei Livingston. Tanto è vero che il 10 novembre 2009 si concede una gratifica una tantum, di 800.000 euro, con la motivazione scritta nel verbale di assemblea: «Per l’impegno profuso in questo primo anno di attività...». L’impegno profuso? In diciotto mesi la compagnia aerea salta per aria, 500 dipendenti sono sulla strada, in compenso Ferrero ha dirottato 9,5 milioni a una sua società cinematografica, un milione e mezzo a una sua società immobiliare, 350.000 euro al suo autista e alla sua assistente. Poi si è dato un premio da 800.000 euro. «Non l’ho mai incassato» mi ha detto il presidente Ferrero in un colloquio telefonico dell’11 febbraio 2015. «Ribadisco: in quella vicenda sono stato solo truffato». Con tutta la simpatia che ispira il personaggio, il dubbio resta. Ecco perché diciamo che la maschera rischia di essere un inganno, la satira una coperta pericolosa: perché rende accettabile tutto, anche la bancarotta fraudolenta, così come ha reso accettabili, quasi divertenti, i furtarelli alla nonna (com’è ruspante), i bagni in piazza Navona (com’è popolare), la prima condanna giovanile per abuso edilizio (com’è caciottaro).

    Quando entrò nella Livingston, Er Viperetta disse: «Per me l’aereo è un teatro di posa, il viaggio un film». Se ci pensate potrebbe ripetere le stesse parole a proposito del calcio. «Lo stadio è un teatro di posa, la partita è un film...». Applausi. Sorrisi. Dal «cambiamo la divisa alle hostess» al «cambiamo lo stadio»: ma speriamo non finisca allo stesso modo. Il calcio, già di per sé piuttosto mal ridotto, ha bisogno di tutto, meno che di altri bancarottieri fraudolenti travestiti da showman.

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  6. Fino a che , in Italia , personaggi simili avranno scena , che possibilità avremo mai di risollevarci ? Sono vicino alle famiglie dei lavoratori Livingston che per colpa di simili " caciottari " manco hanno più la possibilità di mangiarla....la caciotta... :-(

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  7. Il dramma è che iin questo paese uno così è considerato un furbo e non un delinquente

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  8. Aston mi ritrovo in queste tue parole: "Uomo libero e spirito aperto verso il futuro ma anche verso il dubbio"...quindi cerca su you tube "Zeitgeist la più grande storia mai raccontata."

    Se oggi crediamo che un uomo, discepolo di Giovanni Battista, sia risorto...possiamo almeno prendere in considerazione un' altra versione della storia...

    Freccia.

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  9. Il problema è che da buon ateo a quella storia non credo
    Domani si parla di cani

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    1. Infatti avevo immaginato fossi ateo come il sottoscritto...senza impegno, solo per una visione " storica", guardati il video...

      L' appuntamento "zampe pulite" di domani era già in agenda...a presto.

      Freccia.

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    2. Ok
      Domani parliamo pero' della nostra esperienza coi cani a Cuba...

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  10. Da Mario (Firenze) buona pasqua ad Aston per quello che fa per "noi" e spero anche per "lui".... avevo pensato di andare a cuba a maggio (questo magari non frega a nessuno) ma non trovavo voli ad un buon prezzo.......stamani presto mi sono colegato ad airfrance...e per giugno da firenze ho trovato e prenotato a prezzi diciamo che possano interessare ad altri lettori e chi sa se anche ad Aston.... un abbraccio a tutti.....buona pasqua

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  11. Auguroni anche a te e famiglia Mario.
    Ogni tanto su Air France si trova qualcosa di buono...

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  12. Auguri a te e a tutti i lettori del tuo interessante blog,da Paolino y maydobis.

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  13. Un abbraccio a te e alla tua bellissima famiglia

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  14. Auguri Milco, e auguri a tutti gli amici del blog!
    Per quanto riguarda le truffe sui voli io credo che è sempre meglio pagare qualche euro in più e stare tranquilli, comprando da canali sicuri e ufficiali, che risparmiare qualche euro per poi rischiare di non partire e non rivedere neanche i soldi. Il caso da te citato riguarda un personaggio come tanti apparso sulle molte pagine fb che parlano di Cuba, io dico, ma come si fa a dare fiducia a uno che non conosci, che non hai mai visto e sentito? Mah...poi sapendo che le leggi italiane non gli fanno nulla l'allarme deve scattare ancor prima di mettere i tuoi soldi in mano a certa gente, si dice aiutati che Dio ti aiuta.

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    1. Purtroppo c'è gente che magari vavia tutti gli anni o deve far venire i parenti e se riesce a risparmiare qualcosa ben venga.Io ripeto,non ho mai preso una sola dal tipo anzi,l'ultimo viaggio che ho fatto mi ha fatto partire un giorno prima del dovuto.Purtroppo non si può entrare nella testa della gente,perciò quello che è successo con il tipo potrebbe ipoteticamente accadere anche con la rinomata agenzia di milano piuttosto che con quella qui a lato.Vi ricordo che in tempi recenti ha cioccato anche lovelycuba che proprio l'ultima arrivata non è.

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    2. Nello specifico credo che il tizio sia sparito con tutto il pacchetto dei soldini....

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  15. Alla fine per risparmiare pochi euro corri il rischio di restare a casa
    Auguri anche a te

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  16. Ciao Milco.
    In montagna tempo di m. hai fatto bene tu a stare a casa.
    Occhio perchè di truffe in rete c'è abbondanza. Nei prossimi mesi ne vedremo delle belle.
    Tu sai di cosa parlo.
    Simone

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  17. Oggi qua' ci saranno al massimo otto gradi. . .
    per il resto, come ti ho detto, mi tengo il beneficio del dubbio.

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  18. TROVATO!

    23/08/2012
    massimo massenzio / LA STAMPA
    orbassano
    Si chiama Cuba, patria delle danze caraibiche, il sogno infranto di un centinaio di allievi della scuola di ballo latino-americano Azùcar di Orbassano. Da più di un anno avevano programmato un soggiorno di due settimane a base di salsa e merengue, ma a poche ore dalla partenza hanno scoperto che nel villaggio di Varadero nessuno sapeva del loro arrivo. Nemmeno la prenotazione del volo era mai stata effettuata: il vero e proprio «viaggio fantasma» è costato oltre 150 mila euro.
    Per l’organizzazione la scuola di ballo si era rivolta alla madre di un allievo, impiegata all’aeroporto di Caselle. Già in passato la donna aveva procurato a istruttori e corsisti dell’Azùcar biglietti aerei a prezzi vantaggiosi. Una persona di assoluta fiducia, insomma, tanto che 108 persone hanno sborsato quote da 1300 fino a 1500 euro a testa senza pretendere nemmeno la ricevuta delle prenotazioni dei voli. Il 10 agosto, però, il giorno prima del decollo da Malpensa, sono rimasti tutti di sasso leggendo uno stringato sms: «Volo cancellato».
    Debora Marvelli, responsabile della scuola, è rimasta a terra insieme con genitori e figli: «Abbiamo scoperto che l’aereo era decollato regolarmente e mio marito, che era già partito per Cuba, ha subito contattato il villaggio di Varadero. Non c’erano stanze riservate». La tensione è cominciata a salire. I viaggiatori appiedati volevano sapere che fine avevano fatto i loro soldi e così, qualche giorno fa, alla presenza dei carabinieri, nei locali di via Torino si è svolta una riunione «chiarificatrice». L’organizzatrice del viaggio non si è sottratta agli improperi, ma ha scaricato tutte le colpe su un fantomatico broker, non ancora identificato. Vacanze saltate, fine della storia.
    Anzi no. Adesso sulla vicenda indagano i militari della stazione di Orbassano che dovranno valutare se sussistono gli estremi della truffa. Per il momento l’unica a sporgere querela, contro la sedicente agente di viaggi, è stata Debora Marvelli, ma molto presto potrebbe arrivare anche una maxi-azione collettiva da parte degli allievi della scuola. Nel frattempo gli investigatori hanno acquisito un dettagliato programma di viaggio compilato su carta intestata di un tour operator, risultato all’oscuro di tutto: «Ce lo aveva consegnato a gennaio – precisa la responsabile di Azùcar –. Ma ci sono molti altri aspetti poco chiari. La cosa che mi interessa di più, però, è che tutti ottengano in dietro i soldi versati».
    Lunedì l’organizzatrice del viaggio fantasma si è impegnata nero su bianco a restituire fino all’ultimo centesimo entro la fine dell’anno: «Me lo auguro. Assegni e contanti li ho ritirati io qui a scuola e li ho girati a lei, oppure sul conto dell’agenzia di viaggi che aveva indicato. Sono doppiamente vittima, il danno di immagine è enorme. Ma per fortuna tutti gli allievi hanno capito subito la situazione».

    Detto cio'....conoscendo.....mah...mah...mah....

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