domenica 31 maggio 2015
CUBA E'...
DAL LIBRO "L'ALTRO LATO DEL BLOQUEO
Cuba ti insegna che, arrivati a un certo punto del proprio
percorso, si può rallentare e provare a guardarsi intorno traendo
giovamento da quanto vediamo.
Cuba e' fermarsi a parlare con una vecchia sull'uscio di casa
ascoltando i suoi racconti persi nel tempo.
Cuba e' il disordinato, colorato via vai di gente nelle assolate
mattine caraibiche.
Tutti che mangiano, tutti in coda di fronte a un negozio dove non
c'e' un nulla da comprare.
Cuba e' sedersi su una panchina di un parco e non fare altro che
guardare il mondo sinuoso e etnicamente vario che ti passa
davanti.
Cuba e' il suo mare azzurro e inesplorato, le sue spiagge deserte,
l'aragosta a quattro soldi.
Cuba sono i bambini allegri e sorridenti che escono da scuola con
la voglia di vivere addosso e quella allegria che i nostri bambini
grassi e viziati hanno smarrito.
Cuba e' una ragazza che incontri per strada e ti guarda dritto negli
occhi come solo una cubana sa fare.
Uno sguardo a cui non e' facile abituarsi e che bisogna imparare a
sostenere.
Cuba e' la puzza di nafta dei camion nelle strette vie cittadine.
Una puzza che quando capita di sentire in Italia ci provoca brividi
a pelle di nostalgia.
Cuba e' anche lei con la sua pelle di luna ed il suo corpo perfetto
ed orgoglioso.
Un corpo in cui perdersi in una magica notte caraibica, perche'
non esiste molto di meglio su questo pianeta di una notte a Cuba.
Ammesso che Cuba sia di questo pianeta......
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Sembrava proprio un comune nastro adesivo quello con cui un addetto stava riparando il motore di un aereo EasyJet prossimo al decollo. Uno dei passeggeri, nonostante la comprensibile preoccupazione, ha avuto il tempo di scattare una foto e postarla su Reddit che in poche ore ha ottenuto milioni di visualizzazioni. L'immagine è poi 'rimbalzata' su Twitter, dove sono fioccati i commenti tra il sarcastico e l'apprensivo. Qualcuno sospettava addirittura che il nastro servisse a tenere insieme le parti del motore. La stessa compagnia aerea è stata quindi costretta a rassicurare tutti gli utenti preoccupati (diverse decine) a colpi di cinguettii. Secondo la spiegazione di EasyJet l'addetto (un ingegnere) stava eseguendo una normale operazione ''cosmetica'' di manutenzione con uno ''speed tape'' in alluminio in grado di resistere alle condizioni di alta quota e velocità. Assicurando che l'operazione (temporanea) non coinvolgeva niente di strutturale e non avrebbe compromesso in nessuna maniera la sicurezza del velivolo
sabato 30 maggio 2015
MACEDONIA
Esistono situazioni
riguardanti il calcio che esulano dal tifo o da qualunque
manifestazione che risulti di parte.
Sono convinto che gli Invincibili del Grande Torino non siano soltanto un patrimonio di noi Granata, ma bensi' dell'intero paese. Questo per cio' che hanno rappresentato nel tribolato dopoguerra italiano. In questi giorni cadeva la trentesima ricorrenza della tragedia dell'Hysel. Trentanove persone come noi che, volendo unire la passione calcistica con la voglia di vedere una prestigiosa capitale europea, non sono piu' tornati a casa. Quei morti non appartengono solo al popolo juventino ma a tutti noi, noi che nello sport crediamo e in quei valori ci riconosciamo. Ricordo quella tragica serata di 30 anni fa, ero inorridito davanti alla televisione a vedere quei poveri corpi straziati messi in fila, sul selciato, uno accanto all'altro coperti alla bene e meglio da un pietoso telo. Questo Blog vuole, in questo piccolo modo, ricordare quella povera gente partita per divertirsi ma che non ha fatto piu' rientro a casa.
Sono convinto che gli Invincibili del Grande Torino non siano soltanto un patrimonio di noi Granata, ma bensi' dell'intero paese. Questo per cio' che hanno rappresentato nel tribolato dopoguerra italiano. In questi giorni cadeva la trentesima ricorrenza della tragedia dell'Hysel. Trentanove persone come noi che, volendo unire la passione calcistica con la voglia di vedere una prestigiosa capitale europea, non sono piu' tornati a casa. Quei morti non appartengono solo al popolo juventino ma a tutti noi, noi che nello sport crediamo e in quei valori ci riconosciamo. Ricordo quella tragica serata di 30 anni fa, ero inorridito davanti alla televisione a vedere quei poveri corpi straziati messi in fila, sul selciato, uno accanto all'altro coperti alla bene e meglio da un pietoso telo. Questo Blog vuole, in questo piccolo modo, ricordare quella povera gente partita per divertirsi ma che non ha fatto piu' rientro a casa.
Blatter e' stato rieletto
per la quinta volta a capo dello sport mondiale, questo malgrado le
ruberie, le mazzette, le porcherie che ha combinato in questi decenni Spesso critichiamo il
nostro paese per gli stessi motivi, ma mi pare che, anche al nord del
Sempione le cose non vadano meglio. I mondiali di calcio al
Qatar sono un assurdo illogico reso possibile grazie a una corruzione
senza confine, giocare a 50 gradi e' l'antisport. Aggiungo che per la
costruzione degli impianti pare siano morte gia' oltre 1000 persone,
ma tanto sono solo poveri indiani o pakistani di cui non frega nulla
a nessuno.
Da ieri Cuba non fa piu'
parte, per l'amministrazione americana, degli stati canaglia che
fomentano e finanziano il terrorismo. Era il presupposto chiesto
da Raul perche' si potesse iniziare a parlare di apertura delle
ambasciate. Non entro troppo nel
merito, ricordo solo che Cuba da decenni e' vittima del terrorismo e
non fomentatrice. E' un atto di giustizia
che non so pero' quanto possa far felice quel povero uomo di papa' Di
Celmo.
Pare che da queste parti
si prospetti un week end di sole.
Dal punto di vista
turistico si prospetta un'estate complicata....e si sapeva. Per la Pentecoste sono
arrivati i tedeschi, ma molti meno del previsto e del solito. L'altro giorno sono andato
a farmi un frittino di pesce in un ristorante qua' vicino, il
proprietario mi diceva che il mercoledi' fanno il pizza day, la pizza
a 5 euro. Solitamente, in questa
stagione ne faceva 350/400, l'altro giorno ne ha fatte meno di 80,
questo testimonia come anche i tedeschi cominciano a latitare.
"Sono state lievemente ridotte le pene per gli imputati del processo Thyssen. L’ad Harald Espenhahn è stato condannato a 9 anni e 8 mesi, quattro mesi in meno della precedente condanna a 10 anni. Lievi riduzioni anche per gli altri sei imputati.
Il processo in corte d’appello era stato ordinato dalla Cassazione, nell’aprile 2014, al solo scopo di ricalcolare le condanne inflitte agli imputati per il rogo che nel 2007 uccise sette operai. La riduzione di pena maggiore è stata quella concessa a Daniele Moroni, dirigente a Terni della Thyssen, che ieri in aula aveva reso dichiarazioni spontanee: è stato condannato a 7 anni e mezzo, dai 9 anni della precedente condanna."
Se va avanti cosi' a questi assassini finisce che lo stato gli da' pure del grano....
Ultime menate burocratiche
per la palestra, ci sono da liquidare i vecchi soci, aprire il conto
dopo l'atto costitutivo dell'associazione, fare il contratto
d'affitto e altre menate. Menate che stanno seguendo
i miei soci, a cui va il mio sentito ringraziamento, visto che io
sono bloccato qua'.
La data prevista per la
prima delle 4 discese a Cuba del prossimo autunno-inverno-primavera
dovrebbe essere 4 o 11 ottobre, per 2 settimane. Quindi 3 settimane a
dicembre e febbraio e 2 ad aprile, di piu' col Fitness club non posso
permettermi, di questa scelta parlero' diffusamente lunedi. L'altro giorno ho inviato
quello che serviva per cercare di risolvere il problema del mio amico
“preso”, speriamo basti.
Vi invito ancora ad
aderire al gruppo whatsapp del blog che continua a crescere, solo
ieri altre 3 adesioni. Argomenti di ieri, oltre a
Cuba; il Messico e la Cina.
P.S. Vista l'attuale contingenza, la canzone di Arjona mi sembra molto approppriata.
venerdì 29 maggio 2015
I "RICCHI"
Pare che a quella faccenda
della cruna, del cammello e dell'ago i ricchi i cubani non siano
particolarmente interessati.
“Intanto diventiamo
ricchi, poi sono eventualmente cazzi del cammello”.
Che ci sia una classe
abbiente a Cuba e' il segreto di Pulcinella, questo in barba a tutti
i vari discorsi sull'uomo nuovo, il Socialismo e l'uguaglianza fra i
cittadini.
Sappiamo bene che, alla
fine, le cose non vanno esattamente in questa maniera.
Frequento, da 3 lustri, la
provincia di Las Tunas che si gioca, con Guantanamo, la non ambita
maglia nera di luogo piu' povero del paese.
Malgrado questo, anche
nella capitale della scultura cubana, esiste una robusta middle
class che vive di gran lunga meglio del resto della popolazione.
Sostanzialmente si tratta
di sue tipi di soggetti, lasciando fuori quelli che rubano allo stato
e che rientrano, di conseguenza, in altre categorie.
Le duenas delle case de
renta storiche e quelli che il benessere se lo vedono arrivare, sotto
forma di rimessa, dall'exterior.
Il primo caso lo conosco
bene, anzi conosco bene tutte le case de renta storiche della citta'.
In 3 di loro ho
soggiornato per 15 anni, prima di aprirne una tutta
mia....ehm...nostra.
Hanno iniziato tutte con
il cuarto che avanzava nella casa; arredamento spartano, niente
fronzoli, al massimo una rumorosissima aire sovietica.
Poi, piano piano, con gli
anni e il buon lavoro hanno aperto (costruendolo quando non esisteva)
un secondo, un terzo e anche un quarto cuarto de renta.
Questo anche e sopratutto
dopo che l'impuesta mensile e' stata portata a 30/35 cuc a cuarto,
invece degli oltre 150 degli anni precedenti.
Hanno lavorato bene, non
fottendo mai il cliente, trattandolo spesso (come e' capitato a me)
come se fosse un figlio o comunque uno della famiglia.
Hanno saputo, negli anni,
conquistarsi e tenersi una consolidata clientela, oggi in alta
temporada hanno 4 cuarti pieni, con qualche desajuno e/o comida
portano a casa piu' di 100 cuc al giorno.
In baja temporada, come
ora, sempre 2 cuarti riescono a riempirli comunque.
Hanno investito i soldi
nel negocio, migliorando sopratutto le parti comuni della casa, oltre
che le camere.
Non si atteggiano a
sborone, raramente le vedi cenare fuori, viaggiano rasenti e non
hanno cambiato il loro modo di comportarsi negli anni.
Chi invece ha visto il
proprio livello di vita cambiare, grazie alle rimesse dall'exterior,
spende e spande a piene mani.
Appena il grano arriva,
oltre ad essere gia' speso per pagare i debiti contratti, si sentono
in dovere di comunicarlo a tutto il barrio.
Catenazze, mignotte, auto
rentate o acquistate.....uno spendere a piene mani, in modo
sopratutto evidente a tutto il mondo.
In pieno stile
especulador.
In realta si tratta del
parallelo di sempre fra chi i soldi se li suda e chi invece se li
vede cadere dal cielo, fra chi sa che qua' ci facciamo un culo cosi'
e chi invece “oye...para ti no es nada...”
Si tratta, in entrambi i
casi, di persone abbienti che vivono nel benessere, ma mentre nel
primo caso parliamo di una situazione duratura, in quanto i soldi
continuano ad entrare grazie al buon lavoro, nel secondo caso si
tratta, o si puo' trattare di una fiesta provvisoria e momentanea.
Nel momento in cui i
parenti all'exterior si romperanno le palle di buttare i soldi in
quel modo, decideranno di goderseli loro, magari venendo a Cuba una o
due volte di piu' all'anno, la farandula si interrompera' bruscamente
e si inziera' a parlare di “bei tempi andati”.
Generalmente, a
prescindere che si faccia parte ella prima o della seconda categoria,
parte del denaro viene comunque investito nella casa, considerato, a
ragione, un bene assoluto, vendibile e spendibile in qualunque
momento.
Si puo' essere “ricchi”
a Cuba in modi differenti, cosi' come anche noi stranieri possiamo
spendere il nostro denaro in differenti situazioni.
Ma questi sono altri
discorsi che, forse, faremo in seguito.
P.S. La canzone che posto di Ricardo e' una di quelle che avrei voluto scrivere e magari cantare io.
La frase pricipale...."no te enamoraste de mi" l'ho usata spesso col mio solito sorriso da culo con le fanciulle a Cuba, in serate come quelle del video.
Come per dire "anche se mi dici AMOR so bene che ti piace tutto quello che ti sto' offrendo, ma anche a me va benissimo cosi'..."
P.S. La canzone che posto di Ricardo e' una di quelle che avrei voluto scrivere e magari cantare io.
La frase pricipale...."no te enamoraste de mi" l'ho usata spesso col mio solito sorriso da culo con le fanciulle a Cuba, in serate come quelle del video.
Come per dire "anche se mi dici AMOR so bene che ti piace tutto quello che ti sto' offrendo, ma anche a me va benissimo cosi'..."
giovedì 28 maggio 2015
IL BAR MARIO
Sul blog ma anche con
amici, parlando di persona e/o telefonicamente ci ritroviamo
abbastanza di frequente a parlare della Cuba che vorremmo e di cosa
dovrebbe esserci per rendere accettabile un nostro trasferimento in
pianta stabile.
Cosi' com'e' ora, a detta
di molti, puo 'andare bene per un certo periodo ma poi, essendo
italiani, vengono a mancare molte cose che rendono unico lo stile di
vita del nostro paese.
Questo anche in periodi
sostanzialmente di merda, come quelli che stiamo vivendo.
Non si tratta, quasi mai,
di cambiamenti epocali, ma di piccole cose che, qualora si rendessero
reperibili, renderebbero piu' piacevole il nostro vivere da quel lato
del Bloqueo.
Modo di dire, questo si,
che spero presto di poter eliminare, congresso americano permettendo.
Una delle cose italiane di
cui, a Cuba, sento la mancanza e' un bel Bar.
Un bar vero, il bar Mario
di cui parla sempre il Liga oppure il bar Sport bolognese, cosi' ben
raccontato in un film bellissimo di Pupi Avati.
Premetto che non sono un
beone, nel mio bar preferito, da anni, a Giaveno faccio sempre
colazione, 2/3 volte la settimana bevo l'aperitivo con gli amici.
E' diventato un punto di
ritrovo di amici e conoscenti piu' o meno occasionali, gente con cui
scambiare 2 parole sul tempo, il calcio o la figa.
Un paio d'anni fa cambio'
gestione.
Mi ritrovai esattamente
disorientato come il commissario Montalbano nell'episodio in cui il
proprietario del suo ristorante preferito, gli annunciava che avrebbe
chiuso l'attivita'.
Per fortuna, chi e'
subentrato, ha mantenuto tutte le ragazze che nel bar ci lavoravano e
il clima e' rimasto lo stesso.
Cuba ha cambiato, almeno
nei primi anni, il nostro modo di fare colazione.
Non ditemi che in Italia
vi stafocavate di frittate unte di prima mattina.
La nostra colazione cubana
e' molto simile a quella americana o a quella che vedo fare dai
tedeschi qua' in zona Jesolo.
Paninazzo con tutto dentro
e spriz, il cappuccino viene intorno all'ora di pranzo, orario per
noi italiani considerato sacrilego per bere una simile bevanda.
A Cuba tutto si giustifica
col fatto di....tirare fino a sera.
In Italia opto per una via
di mezzo, cappuccino e panino al prosciutto, a Cuba....lo stesso
soltanto che al posto del cappuccio ci metto il batido.
Quindi gia' solo per
queste ragioni, un bar come si deve servirebbe.
Ovviamente non parlo di un
bar dello stato, ci vorrebbe un bel particular, gestito da
un'italiano che abbia quella classica dose di ruffianeria che ogni
proprietario di locali di successo ha insita nel proprio dna.
Al pomeriggio intorno alle
18.....aperitivo.
Vino o sprizzino o traco
accompagnati dalle solite cagatine da mangiare.
Ovviamente ci sarebbero i
soliti italiani pezzealculo, gli stessi che impestano il web con le
loro padellate di guano sull'isola, che sparlerebbero nel parque sul
fatto che 2 cuc per un bicchiere di vino sono una rapina, che con una
bottiglia pagata 6 cuc l'oste tira fuori 10 aperitivi e via
discorrendo.
Che vadano pure a
cagare...
Alla fine mi ritroverei
con 4 amici, al bar che come filosofia di vita non sarebbe da buttare
via.
Un bel locale, magari un
dehor, tavolini da sedere, musica giusta, un arredamento che richiama
il nostro paese.
Al limite anche panini ma
non i soliti con la carne de puerco....via...un po' di italica
fantasia.
Caffe' all'italiana e
ovviamente un buon cappuccino SENZA CANNELLA!
Certo col fatto degli
stuzzichini occorrerebbe stare attenti coi cubani, che se non li
controlli ti mangiano anche il bancone, ma questi sono altri
discorsi.
Insomma se dobbiamo
esportare qualcosa, che almeno siano le cose che sappiamo fare meglio
e che rappresentano le nostre eccellenze.
Un baruccio...il tramonto
tunero....uno sprizzino....una con la quinta di....ehm....andiamo
oltre....
mercoledì 27 maggio 2015
LA DOMANDA
Come ho piu' volte sottolineato in questi anni, personalmente, non ho risposte da dare ai tanti che mi fanno domande, sul blog o in privato, su Cuba.
A differenza del folto
gruppo di idioti che sostiene di aver capito tutto dell'isola, su
molte cose, a distanza di anni, mi tengo il beneficio del dubbio.
Non ho risposte, ma
domande quante ne volete...
Una che ho in mente da
anni e' la seguente;
VADO A CUBA PER QUELLE
DONNE O VADO CON QUELLE DONNE PERCHE' SONO DI CUBA?
Mi spiego meglio.
Ognuno di noi ha raggiunto
Cuba in eta' differente, con un suo percorso di vita e un vissuto che
e' strettamente personale e non mutuabile con quello di nessun altro.
C'e' chi, nella maggiore
delle Antille, ha potuto avere contatti con l'altro sesso che gli
erano negati in Italia.
Ci sta', ci puo' stare.
C'e' chi invece; vuoi per
una certa faccia di tolla, per un minimo di
predisposizione...genetica, vuoi per certi tipi di lavoro che
favoriscono questo genere di incontri, a Cuba ha continuato, in modo
sicuramente differente, un percorso iniziato in Italia.
Vengo da mondi; Villaggi
Turistici, palestre ecc, dove relazionarsi con l'altro sesso non e'
mai stato particolarmente complicato, non sono sceso esattamente
dalla montagna con la piena.
Il primo giorno a Cuba,
nel dicembre del 2000, al parque tunero mi ritrovai a passare accanto
a decine di fanciulle che mi chiamavano (esattamente come accadeva ad
altri stranieri in quegli anni) da ogni direzione.
La cosa mi sorprese
ma...non mi sconvolse.
Per alcuni viaggi le donne
furono il motore che mi spinse a muovermi, lo ammetto senza problema.
Donne che non creavano
problemi, di bell'aspetto con le quali, per citare un noto spot, si
vinceva facile.
Dopo qualche viaggio
pero', il contorno, il contesto ha preso il sopravvento su questi
istinti diciamo...primordiali.
Ho iniziato ad andare a
Cuba.....per Cuba.
Poi certo c'erano, ci
sono, le donne, ma non e' che in Italia il genere sia particolarmente
carente.
Oggi posso tranquillamente
dire che senza tutto il resto che Cuba sa darmi, di quelle donne, non
mi fotterebbe piu' nulla.
Se le donne fossero la
ragione unica dei miei spostamenti posso tranquillamente dire che ne
farei a meno.
Vado con QUELLE donne dopo
un viaggio di 10 ore perche' sono le donne di QUEL paese.
Anche perche', e qua'
torna in ballo il vissuto personale, quelle donne hanno
caratteristiche di carineria oramai difficilmente riscontrabili da
noi, ma non e' che ce l'abbiano.......messa di traverso....
Voglio dire che le
performance di cui sento ogni tanto parlare alla fine sono
normali....in linea col resto del mondo, non e' che le cubane abbiano
inventato il sesso.
E' tutto il contesto che
ci porta, spesso, a sopravalutare le situazioni amorose che viviamo.
Anche il mio rapporto con
la sessualita' e' differente a seconda che io sia da un lato o
dall'altro del bloqueo.
Qua' ci sono 3000 cazzi
per la testa, non dico che non si faccia, ma non c'e' (almeno io non
sento) quella voglia di non perdere una notte che sia una.
Ho le mie cose, le mie
storie ma essendo appunto inserite in un contesto problematico, sono
marginali.
A Cuba, con molte meno
menate a cui pensare, si torna a sorridere alle donne, a girare la
testa quando passa una buona, a pensare che magari con quella col
culo a mandolino.....
Noi siamo sempre gli
stessi, come dicevo e' il contesto che cambia.
Giusto per fare un
esempio, delle cubane che vivono in Italia non potrebbe fregarmene di
meno, fuori dall'isola perdo interesse per situazioni in cui, a Cuba,
farei scelte differenti.
Quindi la risposta alla
mia domanda iniziale potrebbe essere che sicuramente vado con quelle
donne perche' sono di quel luogo.
Senza quel luogo attorno,
di quelle donne, non potrebbe fregarmene di meno.
martedì 26 maggio 2015
IL VIAGGIO CHE (NON) FARO'
Ci sono situazioni che
vorremo vivere ma che, per le piu' svariate
ragioni, buon ultima una sana dose di pigrizia, non vivremo mai.
Almeno in questa
vita....nella prossima vedremo.
Una di queste, che mi
riprometto di vivere da anni, ma che temo di non riuscire a mettere in
campo mai, e' il viaggio on the road per Cuba.
Io, il mio vecchio zaino
militare e i miei eterni 20 anni.
Non e' una questione
anagrafica, anche se l'eta' comincia ad essere quella del dattero e
le candeline non ci stanno piu' nella torta.
Il meglio deve ancora
venire, ne sono certo, ma so anche che in quel meglio ci sono altri
progetti italiani e cubani che mi impediranno di fare
quest'avventura.
Dopo la stagione attuale e
l'inizio del lavoro nel nuovo Fitness Club, saro' a Cuba a ottobre,
poi probabilmente a dicembre, febbraio e aprile ma per un tempo di
2/3 settimane ogni volta e non di piu'.
A ottobre dovro
'verificare la condizione della renta, ci sara' da fare qualche
lavoretto, valutare se e' il caso, gia' da ora, di aprire un secondo
quarto.
Poi saro' a Camaguey per
vedere come vanno le cose nella costruzione della casa del mio amico
da cui nascera' il paladar, se sara' il caso di prendere a calci in
culo qualcuno che dorme...
Non e' detto che coi miei
soci ci si fermi qua'...c'e' altra carne al fuoco, non saprei proprio
come infilarmi nei miei jeans stracciati per dare vita a questo
viaggio.
L'ultima volta che ho
controllato il mio stato civile non c'erano mogli e figli ma qualcuno
c'e', e anche al familion un po' di tempo va dedicato.
Se pero'.....un giorno
riuscissi a mettere in pratica il mio progetto credo che partirei da
Santiago per arrivare a la Habana.
Due settimane partendo
dalla piu' impegnativa, anche dal punto di vista logistico, Palestina
per spostarmi poi verso l'occidente, con particolare attenzione alla
parte centrale del paese, ingiustamente sottovalutata.
A oriente vorrei tornare
in posti che non vedo da anni; Baracoa e i suoi granchi di fiume,
Manzanillo, Bayamo, Gibara e tanti altri posti.
Del centro di Cuba mi ha
sempre incuriosito Sancti Spiritus.
Si ferma sempre, di prima
mattina, il Viazul che mi riporta nella capitale quando ho il volo di
rientro da la'.
Mi e' sempre sembrata una
bella citta' moderna ed efficiente.
Poi Trinidad, Varadero,
Matanzas, una puntata nella valle di Vinales, per finire nella
capitale de todos los cubanos.
Un viaggio non
necessariamente da fare sempre con mezzi di fortuna, un Viazul ogni
tanto sarebbe anche gradito.
Una donna in ogni porto,
come ogni vecchio marinaio dovrebbe fare, ma una donna che in quel
porto ci resta senza averla appiccicata ai creapopoli per il resto
del viaggio.
Anche questo a Cuba...e'
un bel proposito non facilissimo da mettere in atto.
Mangiare dove capita,
parlare con tanta gente, fermarmi in un posto in culo al mondo, un
posto che non c'e' neanche nelle cartine geografiche ma in cui io
possa dire “ Ecco io qua' ci sono stato e a culo tutto il resto”.
Trovare orizzonti e
spiagge sconosciute, mari a colline che voglio rivedere e amici che
aspettano ancora me per giocare insieme...
Mangiare pesce e mariscos
in povere case, come d'altronde ho sempre fatto in questi anni,
parlare del piu' e del meno con un pescatore per ore ed ore.....
Insomma il progetto c'e',
chissa' che un giorno....
A seguire posto un
racconto che scrissi nel 2010, dopo un 3 giorni on the road,
in scooter, per la provincia tunera.
Un racconto che chiamai,
in omaggio di una cosa ben piu' seria e famosa “ I diari dello
scooter”.
Voi non avete in testa una
avventura simile?
Ci avete mai pensato o
l'avete gia' fatta?
Quale itinerario vorreste
fare e con che stile di viaggio?
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Una delle cose che ho amato di piu' in questa ultima vacanza sono stati i giorni solitari on the road. Dopo una settimana a Tunas,una settimana fatta di piscina, novia, Cadillac e le solite cose mettevo alcune cose dentro lo zaino militare,facevo dare una controllata allo scooter,il pieno di benzina e via verso una destinazione imprecisata.
Di solito stavo via 2/3 giorni, diciamo un paio di notti, mi davo una localita' come punto di riferimento, poteva essere Guaymaro,come Buenaventura come Colombia, Manati' o Puerto Padre e rimanevo in un ambito di 20 km da li'.
Partivo solo,senza menate, senza orari, senza un cazzo da fare e con non piu' di un centinaio di cuc e 3/400 pesos in mn.
Una figata pazzesca, solo, senza nessuno che rompeva i coglioni, senza donne fisse, senza nessun vincolo.
A Puerto Padre mi sono fatto il giro di tutte le spiagge scoprendo calette incredibili con un sole pazzesco.
Parcheggiavo, mi mettevo il costume ...ma potevo anche fare il bagno nudo tanto non c'era nessuno, e me la scialavo in quell'acqua fantastica.
Oppure finivo in qualche paese di campo, mangiavo qualche frutto preso in qualche chioschetto, se trovavo una bella fanciulla, passavo un ora come si deve dove capitava...ma davvero dove capitava.
Quando arrivavano le 5 del pomeriggio cercavo di arrivare in un centro un po' piu' grande per passare la notte, non guidare al buio.
Se c'era una casa de renta bene, altrimenti un posto l'ho sempre trovato, di solito ci pensava la fanciulla che trovavo, sempre con un occhio alla sicurezza, anche per questo giravo con non molti soldi in tasca.
Non saranno i diari della motocicletta, ma sono stati giorni bellissimi, da solo, dall'altra parte del mondo, completamente libero e padrone del mio tempo.
Non vi e' mai capitato di andare in giro per giorni alla cazzo senza una meta precisa e divertirvi come dei matti?
lunedì 25 maggio 2015
SICUREZZA
Da quando ci sono stati i
primi segnali di riavvicinamento, fra gli Usa e Cuba, molti vedono
con preoccupazione il loro eventuale futuro nella maggiore delle
Antille.
La preoccupazione per
l'eventuale, e per il momento ancora remoto, arrivo di milioni di
turisti americani, con le tasche rigonfie di dollari toglie il sonno
a chi ha potuto, grazie a 4 centavos nel borsillo, vivere molto al di
sopra del proprio standard italiano permettendosi “situazioni”
che nel bel paese poteva, forse, vedere da lontano col binocolo.
La paura che certe porte
si chiudano irrimediabilmente preoccupa tanta gente, ma non il
sottoscritto e tutti quelli che, in questi anni, hanno seminato bene,
potendo contare su una rete di conoscenze tali che oramai prescindono
dal colore del nostro passaporto.
Esiste pero' una valenza
che potrebbe, almeno per il sottoscritto, mettere in discussione
un'eventuale futuro cubano.
Il venir meno dei
parametri di sicurezza personale attuali.
Probabilmente questo
potrebbe avvenire in caso di un cambio di linea, ma sopratutto di
sistema politico, piuttosto che a causa di un'impennata di un certo
tipo di turismo.
Avendo frequentato alcuni
paesi socialisti prima del crollo, so perfettamente che la sicurezza
delle persone, e in primo luogo dei turisti, era una priorita'
inderogabile.
Quindi fino a quando c'e'
il Socialismo, che mette al centro del proprio progetto L'Uomo, non
credo che di rischi ne correremo molti.
Pero' se cambia anche il
sistema politico, il rischio che l'Isola si trasformi in una sorta di
Santo Domingo e' concreto, con in aggiunta tutte le problematiche di
un'eventuale rientro nel paese della delinquenza cubano americana.
E' un problema sociale.
Oggi lo stato, sicuramente
in modo insufficiente, assicura un minimo di livello di vita a tutti
i cittadini.
Uno stipendio basso,
qualche ruberia sul lavoro, el negocito messo in piedi come
possibile, hanno fatto in modo che nell'isola nessuno ma proprio
nessuno muoia di fame.
Ma se in una tienda dove
oggi lavorano in 10, domani ci lavorano in 3 (che sarebbero quelli
che servirebbero....) vuol dire che 7 saranno sulla strada.
Moltiplichiamo questo
semplice parametro per tutta l'isola e ci troveremo ad avere a che
fare con alcuni milioni di persone non piu' in grado di mantenere le
proprie famiglie.
Questo portera'
inevitabilmente ad un aumento della delinquenza, si sa che i soldi
vanno presi a chi ce li ha.
I turisti e gli stranieri
in genere.
Quindi assalti por la
calle, policia corrotta e nessuna garanzia di portare a casa le
piume.
In questi anni c'e' gia'
stato un'aumento di scippi e furti ai danni degli stranieri ma, in
linea di principio, uno le rogne doveva andarsele a cercare.
A un mio conoscente temba
torinese, due volte a Santiago, hanno strappato la catena d'oro dal
collo, ma con una catena d'oro al collo io non vado in giro neanche a
S.Salvario a Torino.
Ci sono barrios nelle
nostre citta' di adozione cubane che e' meglio non frequentare, se
siamo da soli, sopratutto di notte.
Eppure c'e' sempre chi, a
9000 km da casa, si dimentica le elementari regole di prudenza che ci
dovrebbero accompagnare ovunque.
La policia cubana magari
meno di prima, anche a causa nostra, continua a cuidarci in modo
particolare.
Se facciamo una vita
normale e non cerchiamo rogne, Cuba e' ancora il posto piu' sicuro al
mondo.
Ho girato parecchio globo
e vi posso assicurare che parlo con cognizione di causa.
Certo, se appoggi la
bicicletta a un muro e non la amarri te la fottono, ma la scorsa
settimana sul gazzettino veneto parlavano proprio dei furti di
biciclette sulla costa da queste parti.
Io giro in bici qua', ma
ho tanto di lucchettazzo....voglio dire che ci sono situazioni
uguali in entrambi i lati del bloqueo.
Tornando a bomba del
discorso, soltanto se venissero meno queste garanzie di sicurezza
prenderei in considerazione altre destinazioni.
Non certo per i turisti
americani che, anzi, ben vengano.
domenica 24 maggio 2015
RAMON
Tratto dal libro; "Cuba;un'isola nel sole"
Ramon se ne è andato, i primi giorni di un gennaio
qualunque, stroncato da una lurida leucemia con cui
combatteva orgogliosamente da 2 anni.
Ramon era il proprietario della casa non legale dove ho
soggiornato per 2 anni nel 2004/2005, periodo in cui a
Las Tunas, nelle case de renta legali, se non eri sposato,
non potevi portare nessuna fanciulla.
Lo conobbi alla piscina dell'hotel una domenica, il
giorno preciso in cui iniziavano quei 2 anni di
pentecoste.
Ero al sole con un amico chioggiotto, discutevamo fra di
noi sul come affrontare quella scomoda situazione.
Al momento la soluzione più logica ci sembrava quella
di prendere un’ unica casa per tutti e due, dividendo la
spesa, per poi andare a divertirci in case “alternative”.
Si avvicinò a noi, con quella faccia da bandito e i non
molti denti in bocca.
Sul suo tavolo giacevano non meno di una ventina di
lattine di Bucanero defunte.
Si presento’, ci chiese se eravamo interessati ad andare
a vedere casa sua, aveva un paio di camere libere.
Ovviamente illegali.
La casa, all'epoca, non era il massimo, ma le camere
erano pulite, coi ventilatori funzionanti.
Per pochi cuc al giorno decidemmo di andare a
soggiornare, in pianta stabile, in quella casa.
Inizio cosi' una lunga e bella amicizia con questo temuto
bandolero.
Era più giovane di me, ma una vita di cerveza, ron e non
meno di 2 pacchetti di popular al giorno lo avevano
segnato.
Viveva con la sua donna, non bella ma, probabilmente,
l'unica capace di tollerare le sue scorribande dietro a
ogni cosa che sculettasse.
più volte lei, incazzata e delusa, se ne andò da casa, più
volte lui le corse dietro per farsi perdonare.
Ramon aveva il padre e la sorella nel New Jersey, i soldi
iniziavano ad arrivare.
Vacanza dopo vacanza le camere erano sempre piu’
belle.
Arrivo’ anche l’aria condizionata.
Di sera mangiavamo tutti insieme come una famiglia.
Visto che continuava a farmi pagare una miseria mi
occupavo io del cibo fornendo i soldi per la spesa alla
moglie.
Coi soldi delle rimesse e quelli che tirava su rentandosi
due e, successivamente, 3 cuarti divenne uno dei
cubani che viveva ben al di sopra della media.
Questo fu l'inizio dei suoi problemi.
Anche il proprietario della casa di sopra la nostra, casa
vendutagli da Ramon quando aveva cercato la fuga per
le Bahamas, proprio mentre i 2 governi trovavano
l'accordo per l'immediato rimpatrio dei fuggiaschi,
rentava illegalmente 2 camere.
Vi lascio immaginare il via vai di stranieri, venditori,
femmine e chulitos...
Ramon pagava chi di dovere perché’ chiudesse gli occhi,
consentendogli di proseguire il redditizio negocio.
Da giovane era stato pilota motociclistico (credo che la
sua famiglia non se la passasse male) o qualcosa di
simile.
Sbavava dietro a qualsiasi motore.
Quando rentavo lo scooter, di nascosto, mentre
dormivo, mi fregava le chiavi per scorrazzare in città a
caccia di fanciulle...
Il buon vecchio Ramon.
Quando permisero nuovamente l’ingresso delle ragazze
nelle case legali restammo in contatto, spesso
cenavamo insieme.
Un giorno, dopo 8 mesi che mancavo da Cuba, lo andai
a trovare, mi ritrovai davanti uno scheletro.
Leucemia.
Aveva già avuto, in passato, una strana serie di problemi
di salute, ma i medici non avevano riscontrato nulla di
strano. Oramai era tardi per il trapianto di midollo.
Iniziò una costosa cura con farmaci che la sua famiglia
inviava, in vari modi, dagli Stati Uniti.
Trovai lui conciato cosi' e la moglie incinta.
Visto che non aveva parenti a Cuba e che, in caso di
morte, lo stato, si sarebbe impadronito della bella casa
dove vivevano, decise di sposarla e di metterla incinta,
in modo che la casa rimanesse a lei e alla bambina che
doveva nascere.
A novembre di quell’anno vidi per la prima volta la
bimba, stessa faccia da bandolero del padre.
Lo trovai un po' meglio, erano gli ultimi fuochi.
Durante la vacanza successiva, appena arrivato a Tunas,
a fine gennaio, mi comunicarono la morte del mio
amico.
Ci misi 10 giorni per decidermi ad andare a trovare la
moglie e la bimba.
Non ce la facevo a rivedere quella casa dove ero stato
per anni cosi' bene, la casa in Lico Cruz.
Trovai la moglie che giocava con la bimba, mi vide,
venne silenziosamente ad abbracciarmi in lacrime.
Le stesse lacrime che, inaspettatamente, vidi scorrere
sulle mie guance.
Era una vita che non mi succedeva, non c’ero abituato.
Mi raccontò gli ultimi giorni e non fu in bel sentire.
Che la terra ti sia lieve Amico mio.
Non adesso, ma ci ritroveremo, prima o poi…
sabato 23 maggio 2015
LA SETTIMANA
Seconda settimana in zona
Jesolo, settimana cominciata col gran sole e terminata con un tempo
che sembra novembre.
Piove ininterrottamente da ieri mattina.
Pare che fino a fine mese, questo clima,
ci tocca sciropparcelo.
Invece che braghette,
maglietta e bike mi tocca girare coi pantaloni della tuta, la felpa e
muovermi in macchina.
In piu' con queste
giornate uggiose uno si alza gia' coi maroni capovolti.
Per il resto solito inizio
di stagione coi problemi di sempre, un paio di fanciulle che
avrebbero dovuto parlare tedesco in realta' lo parlano come lo parlo
io.
Ieri sono arrivati i bimbi
alemanni e queste arrancavano, oggi dovro' farci un salto e gia' mi
immagino le occhiatacce della proprietaria....fa' tutto parte del
pacchetto..
Sicuramente dovro'
sostituire le fanciulle e...anche in fretta..
Ho un bagnino di 27 anni
che non riesce a far funzionare la macchina per il dosaggio del
cloro....a 27 anni trombavo anche gli alberi ma le nuove leve sono
queste.
Ieri mi ha chiamato uno
che aveva lavorato con me come bagnino ed e' di queste parti, anche
in questo caso il cambio e' piu' che probabile.
Il tutto per la
salvaguardia del mio organo epatico.
Non c'e' quasi gente, i
Sassoni non sono pirla, visto il tempo sono rimasti a casa loro.
Hanno invece iniziato a
lavorare, in ottemperanza con l'ordinanza della capitaneria di porto
di Venezia, i bagnini, che, imbacuccati come sherpa tibetani,
guardano il mare mosso sulla torretta sopra una spiaggia deserta.
Ho trovato una palestra
dove fare un po' di mantenimento 3 volte la settimana giusto per far
passare il tempo.
Speriamo cambi.
Per quanto riguarda la
nostra di palestra non dico ancora Gatto per scaramanzia ma ci siamo,
a fine mese ci sara' il passaggio di denaro e di consegne.
Accordo trovato con chi
vende e col proprietario dei muri, abbiamo in settimana creato la
nuova associazione sportiva dilettantistica, insomma dovremo proprio
esserci.
Alla fine si chamera' Fly
Gym....lo so...ci sono volute 4 teste (noi 3 piu' la cubanita) per
partorire questo nome per una palestra dove c'e' un'aeroporto, ma non
avevamo voglia di sbatterci piu' tanto, abbiamo gia'
abbastanza casini.
I lavori nella casa di
Camaguey, come si evince dalla foto, procedono mooooooolto
lentamente.
Il mio amico, proprietario
della struttura si e' reso conto che se non e' presente in loco tutto marcia con un passo in avanti e due indietro, quando sara'
pronta e finita inizieremo a pensare al paladar.
Nella renta tunera abbiamo
di nuovo gente, dopo una decina di giorni vuoti che hanno allarmato
il familion, ho spiegato loro che siamo oramai en baja temporada a
che tutto quello che si porta a casa e' oro.
Con calma ma si procede.
Il gruppo whatsapp del
blog e' partito come una bomba.
Questi gruppi hanno come
fattore positivo che, come sta' accadendo da noi, si aprono mille
dialoghi fra gente che non si conosce, dialoghi che portano spesso ad
informazioni e buoni consigli.
Pero' ogni volta che
qualcuno scrive arriva un messaggio a tutti i partecipanti e visto
che si e' scritto molto, di messaggi ne sono arrivati a vagonate.
Diciamo che per qualcuno
che magari col movil non ha una gran confidenza puo' essere una cosa
un po' eccessiva.
Chiunque volesse
partecipare al gruppo, siamo ora una ventina, e ha la app, puo'
inviarmi il suo numero orienteavana@libero.it
Alcuni mi chiedono come
fare per postare commenti sul blog.
Semplicissimo.
Cliccate “commenti”
sotto il post e scrivete quello che volete, se avete un account
google postate con quello altrimenti cliccate sotto dove avete
scritto il commento e selezionate “anonimo”.
Ovviamente mettere una
firma al vostro commento, il vostro nome, o un nick o quello che
volete voi.
venerdì 22 maggio 2015
LA SUEGRA
In settimana abbiamo
parlato del Familion, ma non possiamo non mettere l'accento su colei,
in una societa' matriarcale come quella cubana, che e' il motore
pulsante di tutto il meccanismo.
La temutissima Suegra.
Ognuno di noi sicuramente
ha le sue storie in materia da raccontare, storie non necessariamente
cubane, ci sono situazioni che si ripetono in ogni parte del mondo.
Fra villaggi turistici,
palestre e Cuba non e' che, in vita mia, di morose vere ne abbia
avute molte, di conseguenza la mia conoscenza della materia e'
piuttosto limitata.
Di suocere ne ricordo 2,
la prima e l'ultima, fra le due un intervallo di tempo di 35 anni.
La prima avevo 16 anni e
una delle prime fidanzatine di un'anno piu' giovane, se volevo
portarla fuori, la domenica pomeriggio, dovevo andarla a prendere a
casa.
Mi fece salire perche' i
suoi volevano conoscere con chi la figlia andava in giro.
Col suocero fu facile, la
buttammo sul calcio e chao pescao, mentre la suegra, diffidente come
una mangusta, mi squadro come se fossi il mostro di Firenze per tutto
il periodo in cui frequentai la fanciulla.
L'ultima e' quella
attuale, che gestisce la renta.
E' piu' giovane di me, e'
stata una bella donna e lo e' ancora conservando i tratti e le forme
di un'antica bellezza contadina.
Mi sono affezionato, io
che non sono proprio il massimo in questo tipo di cose, alla la sua
dolcezza, al suo sorriso e al suo parlare sempre pacato.
Ogni volta che la vedo mi
viene in mente una vecchia canzone di Sandro Giacobbe “Gli occhi verdi di
tua madre”.
Non so come andra' con la
fanciulla, neanche in queste cose sono proprio il massimo,
sicuramente pero' l'amicizia che mi lega a quella gente e il negocio
che abbiamo messo in piedi insieme continueranno in ogni caso.
Ci sono pero' suocere che,
con la figlia, costituiscono vere e proprie associazioni a delinquere
finalizzate all'estorsione nei confronti del povero yuma che arriva
loro a tiro.
Quando uno straniero
piomba in determinate famiglie la priorita' e' il sapere esattamente
quanto dinero tiene e quanto gliene si puo' spillare in ogni modo
possibile e immaginabile.
Si tengono veri e propri
consigli di guerra sull'argomento.
Se il culo bianco non si
dimostra.....”collaborativo” diventa subito un taccagno, uno que
se cree cosa, un creente.
E' meno rischioso finire
nella vasca degli squali all'acquario di Genova che capitare fra le
grinfie di certe megere.
Ci sono poi suocere che
fanno copia con la figlia, in formazione collaudata, por la calle.
Vestono uguale, persino la
licra che, vista l'attillatezza, dovrebbe suggerirne un
uso...moderato, e' parte della divisa da combattimento.
Quando acchiappano il culo
bianco, lo stesso puo' optare o per la carne giovane della figlia o
per quella piu' frollata della madre.
In alcuni casi questi
stranieri si dimostrano dei veri e propri amanti dell'archeologia....
In situazioni piu' normali
e' la figlia che solitamente si preoccupa, comprensibilmente, che una
parte, magari piccola del benessere che le e' toccato grazie a noi,
si riversi anche sulla madre.
Dico sulla madre perche',
quasi sempre e' la sola genitrice presente, spesso il padre se ne e'
andato da anni e non da' notizie di se, quando le da', solitamente,
sono sempre foriere di problemi di cui farebbero volentieri a meno.
Ognuno di noi, col la
propria suegra, ha instaurato il rapporto che preferisce o che
cultura, carattere e vissuto personale gli hanno consentito di
mettere in piedi.
Personalmente non mi
dimentico mai che e' la madre di lei, ma neanche confondo la madre di
lei...con lei.
Quindi va bene tutto, il
regalito, l'aiutino se necessario, ma ognuno a casa sua.
Quando dico a casa sua
dico....Cuba anche se comprendo, rispetto e ammiro chi si sta', come
dicevamo l'altro giorno, apprestando a invitarle nel bel paese.
Che gli Orishas camminino
sempre accanto a questi miei coraggiosissimi compatrioti.
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