venerdì 31 luglio 2015

LA PROFEZIA

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Forse qualcuno di voi avra' letto la “profezia” fatta da Fidel nel 1973 di rientro da una visita ufficiale in Vietnam.
Pare che in quell'occasione abbia affermato che "gli Usa dialogheranno con noi quando ci sara' un presidente statunitense nero e un Papa di un paese dell'America latina”.
Dopo i primi dubbi riguardanti la veridicita' dell'affermazione, pare che Fidel questa frase l'abbia detta sul serio.
C'e' chi sostiene che si trattasse di una battuta detta in risposta ad una domanda del Che.
Una battuta del tipo “accadra' quando le mucche voleranno” oppure, piu' biblicamente, quando “un cammello passera' per la cruna di un'ago”.
Forse si e' trattato di una battuta o forse no, resta il fatto che el Comandante en jefe ha avuto l'occhio lungo anche in questa occasione.
Sulla capacita' di Fidel di prevedere i futuri avvenimenti politici si e' fatto molto parlare.
Forse non tutti ricorderanno la visita di quell'inetto di Gorbaciov all'Avana alla fine degli anni 80', arrivo' a spiegare a Fidel che era il momento di cambiare, che si era proceduto di errore in errore e via discorrendo.
Fidel lo ascolto' parlare, lo accompagno alla scaletta dell'aereo che lo avrebbe riaccompagnato a Mosca, per poi andare direttamente negli studi televisivi per un'annuncio che i cubani ricorderanno bene.
Intuendo, vista l'inettitudine del suo Presidente con la macchia sulla fronte, la fine dell'Urss avviso' il popolo che sarebbero arrivati tempi non duri, durissimi.
Cosa che puntualmente avvenne poco tempo dopo.
Nel 1973 prevedere un presidente statunitense di colore era pura follia.
C'era stato Martin Luter King, con la fine che aveva fatto, Malcon X e una segregazione razziale che era terminata con decreto presidenziale e non certo per scelta della popolazione, sopratutto quella rurale e confederata degli stati del sud.
I neri da pochi anni potevano accedere alle scuole e alle universita' dei bianchi, ma una reale parita', ammesso che oggi esista davvero, era ancora molto lontana da venire.
Qualunque politico americano avesse azzardato una simile ipotesi si sarebbe beccato un paio di pallettoni in fronte.
Un Papa latino poi era pura fantascienza.
Il continente americano era davvero il giardino di casa del dipartimento di stato, regimi fantocci e corrotti si susseguivano in buona parte dei paesi della regione.
Dove esistevano movimenti di guerriglia che volevano rovesciare questo stato di cose, arrivavano gli squadroni della morte con le loro stragi di stato.
Alcuni coraggiosi sacerdoti decisero, con la teologia della liberazione, di combattere con le armi permesse dall'abito ecclesiastico a fianco del popolo, pagando con la loro vita questo coraggioso gesto.
Monsignor Romero in cima a tutti, non a caso il suo processo di beatificazione e' stato accellerato proprio da Francisco.
Se oggi esistono o sono esistiti Chavez, Mujica, Morales, Correa, Lula, Ortega e altri e' grazie al sacrificio di quei tanti.
In una situazione simile pensare a un latino seduto sulla seggiola che fu di Pietro sarebbe stato davvero andare contro alla realta' dei fatti.
Cuba era sola, sola conto tutti e c'era pure stata la baia dei porci...
Sono passati piu' di 40 anni, non esiste piu' il blocco socialista, Fidel ha passato la mano al fratello senza che Posada Carrilles camminasse per centro Avana, Andreotti e Craxi sono andati a giocare a briscola con satanasso in persona, il Toro e' tornato in serie A andando pure in Europa.
Dopo oltre 40 anni gli Stati Uniti hanno avuto un presidente di colore, eletto due volte, oggi sulla cadrega che fu di Pietro siede un latino.
Cuba e gli Usa hanno riaperto le loro ambasciate e molte restrizioni sono state tolte.
Entro qualche mese, con ogni probabilita', il congresso americano a maggioranza repubblicana, votera' la fine del bloqueo.
Quel vecchio bandito del Comandante en Jefe ci ha azzeccato ancora una volta.

giovedì 30 luglio 2015

SURROGATI

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La notizia e' di un paio di giorni fa.
Al Summer Village, la “fiesta” latina al Lingotto di Torino, un italiano di 42 anni e' stato ferito al collo da una coltellata.
Il tutto a seguito di una rissa allo stand cubano, rissa che ha coinvolto una quindicina di persone e per la quale e' stato arrestato un cubano di 44 anni che, pare, sia il tizio che ha vibrato la coltellata.
Il cubano e' stato arrestato dai carabinieri.
Erano da poco passate le 3 di notte.
Non e' la prima volta che a queste “feste” latine succedono cose simili, lo scorso anno, sempre al Lingotto ci scappo' il morto, un peruviano a seguito di una rissa fra connazionali.
Alla faccia di chi sostiene che i peruviani...non creano mai problemi...
In questi anni, in modo molto occasionale, ho frequentato queste “feste”, ricavandone immancabilmente una sensazione di immensa tristezza.
Dico questo col massimo rispetto per le fanciulle che lavorano negli stand e che, per un orario infinito, portano a casa 30/40 euro al giorno.
Ho passato serate con carissimi amici e conoscenti, abbiamo scelto quel tipo di soluzione nella pia illusione di ritrovarci a vivere almeno un surrogato della nostra amata isola.
In realta' queste feste, opinione personale, fanno abbastanza cagare.
Mi hanno parlato bene del forum di Assago ma non ci sono mai stato, anni fa, a Roma, passai una serata alle Capannelle con tanto di concerto del Califfo senza, neanche in quel caso, ricavarne una grande impressione.
I primi anni venivano cantanti e gruppi importanti, ora, probabilmente, per motivi di budget, neanche piu' quelli.
Si mangia malissimo, la solita grigliata grassa e unta, si spende la stessa cifra che pagheremo in un buon ristorante, per passare la serata a scacciare le zanzare.
Tolto chi ci lavora e le famiglie miste, anche loro alla ricerca di un minimo di cubania, sono luoghi frequentati dalla peggiore chuleria mai sbarcata da questo lato del bloqueo.
Fanciulle, danneggiate dalla legge Merlin, che a diverso titolo continuano anche da noi la pratica del piu' antico mestiere del mondo.
Delinquentelli di bassa risma che danno vita ad episodi come quello dell'altro giorno, magari a seguito di abbondanti bevute.
Non so sia una cosa che ho notato solo io, ma negli episodi di cronaca nera pubblicati dagli organi di informazione, vedo sempre piu' il coinvolgimento di cubani.
Dai fatti di Lignano in poi.
Un tempo non era cosi', era molto difficile, mi dicevano anche amici che ho nelle forze dell'ordine, vedere cubani coinvolti in fatti al di fuori della legge, oggi mi pare che le situazione sia cambiata.
Visto che per la maggioranza di quelli sbarcati in questo paese (non tutti...lo ricordo sempre...) di lavorare non se ne parla, se manca lo sponsor istituzionale, diventa, per poter vivere, indispensabile trovare un modo di tirare su del denaro.
Quindi li vediamo coinvolti in furti, omicidi, truffe e raggiri vari.
Probabilmente la percentuale, rispetto ad altri gruppi etnici, e' ancora inferiore ma oramai non si puo' piu' affermare che i cubani che vivono in Italia siano un'altra cosa.
Non ho mai amato i surrogati, ricordo che nei due anni in cui suonai come dj in un locale latino, facevamo del nostro meglio per creare un clima caraibico nel locale.
Poi, alle 4 del mattino, rientravo a casa nel freddo, nelle brume e nella nebbia classiche di questa parte del nostro paese, nel periodo invernale.
Cuba e' Cuba solo a Cuba.
Cercare di ricrearla, anche solo parzialmente, in altre parti del mondo e' un esercizio destinato a fallire sul nascere.
Per la stessa ragione posso tranquillamente affermare che, se la maggiore delle Antille, a causa o grazie al nuovo corso, si incamminasse a diventare un qualcosa di differente dal luogo tanto amato, non cercherei lo stesso clima, lo stesso ambiente in una S.Domingo qualunque.
Meglio un cambio di 360 gradi, cercando situazioni diverse sotto ogni punto di vista.

mercoledì 29 luglio 2015

LA FUGA

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Sono terminati i giochi Panamericani di Toronto, ricordo l'edizione precedente di Guadalajara in Messico, ero a Cuba e guardai parecchie gare esultando per la seconda posizione nel medagliere di Cuba (dopo gli Usa) strappata in extremis al potente Brasile.
Questa volta e' andata decisamente peggio, Cuba e' arrivata quarta, con meno di 100 medaglie complessive.
Per trovare un risultato cosi' negativo occorre tornare all'edizione di Cali' nel 1971.
Da alcuni anni, lo sport cubano e' in profonda crisi, crisi economica ma anche ideologica.
Mentre da Guadalajara non giunsero notizie di fughe di atleti, probabilmente per la concreta possibilita' di prendersi una fucilata durante l'attraversamento del confine fra Messico e Usa, dal piu' sicuro Canada e' stato un fuggi fuggi generale.
Cuba parla di 28 atleti, l'impressione e' che siano molti di piu', mentre mancano dati riguardanti allenatori, medici, preparatori ed altri elementi della delegazione cubana.
La cosa e' stata cosi' imbarazzante che a un certo punto, l'organizzazione canadese, ha convocato il capo delegazione cubano per chiedergli cosa diavolo stava succedendo.
L'esodo biblico si e' verificato fra gli/le hockeysti/e.
La squadra maschile si e' ritrovata con soli otto elementi, mentre quella femminile con nove.
Qua' posso dare una testimonianza personale.
Un paio d'anni fa “frequentai” in alcune occasioni la capitana della nazionale cubana di Hockey su prato.
Non molti sanno che Las Tunas, da lustri, la fa da padrone in questo sport nella versione femminile.
La fanciulla, per alcuni mesi all'anno, viveva in citta', quando c'era il campionato, mentre per il resto dell'anno soggiornava in collegiale con le compagne di nazionale all'Avana.
25 cuc mensili di stipendio e durante le manifestazioni internazionali 10 cuc al giorno di diaria, una miseria.
Non ne poteva piu', pensava di mollare tutto e di andarsene in qualche altro paese dove avrebbe potuto lavorare e, al limite, giocare per divertimento.
Gli atleti che hanno abbandonato la delegazione cubana in Canada non sono “glorie del deporte”, tolto forse un canoista, Sotolongo, non parliamo di atleti fenomenali ne' di discipline che arricchiscono.
Un conto sono i peloteri, i pallavolisti e i pugili, un'altro gli atleti di sport minori.
Ricordo che se in Italia non esistessero i gruppi militari ad assicurare i 1500 euro mensili per tutta la vita, il 90% del nostro sport sarebbe estinto.
Quindi questi non se ne sono andati per soldi, ma semplicemente per giocarsi qualche possibilita' di vivere meglio.
Il sistema, come l'Inder l'ha strutturato, non funziona piu', ne' hanno risolto il problema gli aumenti fino a 1000-1500 pesos MN di salario per gli atleti.
La carriera sportiva e' breve, se si ha la possibilita' occorre monetizzare il massimo nel minor tempo possibile.
Se Cuba non e' in grado di risolvere il problema, permetta agli atleti di uscire dal paese per giocarsela.
In questo modo resterebbero abili e arruolati per le varie nazionali invece di perderli per una politica assurda ed autolesionista.
Gli sportivi lamentano il trattamento differente usato per musicisti ed artisti.
Un reguatonero brufoloso, pisciasotto e coi pantaloni alla cacaiola puo' uscire dal paese quando vuole, rientrare con le tasche piene di soldi e fare il Briatore in giro per l'isola, mentre allo sportivo tutto questo e' negato.
Non puo' uscire, non puo' guadagnare, intanto gli anni passano e i treni importanti se ne vanno.
Basti pensare a Robles.
Sono finiti i tempi del Caballo, di Ana Fidelia di Teofilo che, grazie anche a un discreto numero di benefit, hanno portato gloria al paese e alla sua Rivolucion.
Oggi contano i soldi, Cuba e' ancora in grado di produrre grandi campioni, ma poi se li vede sfilare da sotto il naso a causa della sua incapacita' di comprendere che occorre, nella vita, pretendere ma anche dare.
E' il momento di cambiare, prima che sia troppo tardi.

martedì 28 luglio 2015

BAJA TEMPORADA


 
In questo momento a Cuba, siamo in plena baja temporada.
Le stagioni e la loro importanza non coincidono ai due lati del bloqueo.
Mentre da noi, sopratutto in Italia, agosto e' il mese considerato, a torto o a ragione, il top dell'estate, a Cuba le cose vanno in modo differente.
Giusto per supportare quanto vi racconto basti pensare che a Cavallino (Jesolo) mentre fino a fine luglio il 90% della clientela delle nostre strutture e' straniera, ad agosto arrivano gli italiani, per la disperazione dei gestori delle stesse.
In Italia, forse per i refusi del boom industriale, agosto e' sempre, storicamente, stato il mese delle “ferie”.
Ricordo che, da bambino, il 31 luglio chiudeva la Fiat, fino al 25 agosto trovare un panettiere aperto a Torino voleva dire fare parecchi km.
Un mese, agosto, dove tutto e' piu' caro, i servizi turistici sono peggiori e il personale e' stanco e scoglionato dopo oltre 3 mesi di stagione.
A Cuba, l'alta stagione va da ottobre ad aprile, si tratta della stagione dove il turismo e' prioritario.
Le ragioni sono abbastanza ovvie, da noi fa freddo, i voli (dicembre escluso) costano meno e i servizi, in generale, sono migliori.
Anche la nostra casa de renta segue questo trend, mentre fino a maggio siamo andati bene, a giugno abbiamo avuto pochi riscontri, mentre a luglio a spizzichi e bocconi ( due giorni uno, tre un'altro, uno un'altro ancora) l'abbiamo sfangata, anche perche' per pochissimi giorni sono 20/25 cuc di diaria.
Da meta' agosto fino a fine settembre siamo pieni, riuscire ad avere gente in questi periodi fa ben sperare per l'inverno che potrebbe rivelarsi decisamente proficuo.
Tenete conto che molte case de renta, vista la scarsita' di turisti hanno chiuso in quasti mesi restituendo la licenza, anche perche' 35 cuc piu' la seguridad sociale se non hai incassi...o un culo bianco dietro...pesano parecchio.
Non credo di affermare cose al di fuori dal mondo dicendo che agosto e' il mese del lavoratore dipendente.
Solitamente parliamo di chi ha 5 settimane di vacanze all'anno, 3 se le gioca in agosto e due in dicembre, compatibilmente con le possibilita' che il lavoro consente.
Chi ha la possibilita' di scegliersi i periodi difficilmente opta per i mesi all'anno in cui i voli costano il doppio rispetto ad altri.
In piu' le citta' ad agosto, almeno Las Tunas, si svuotano anche perche' pure i cubani vanno in vacanza.
Magari da qualche parente in altre provincie o in un campismo grazie all'estimulo del trabajo, ma le loro vacanze se le fanno compatibilmente con le possibilita' che hanno.
Oggi la foto di copertina raffigura la playa che frequento in inverno, a Puerto Padre, gremita di gente.
Mi viene male solo a vederla, abituato come sono a godermela quasi in solitudine o al massimo condividendola con pochi sparuti compagni di merende.
Il turista dell'estate tende anche ad essere meno stanziale, ha poco tempo da utilizzare e, in quel poco tempo, vuole vedere piu' cose, piu' posti possibili.
Non a caso tutti i clienti che abbiamo avuto a luglio erano di passaggio.
Arrivavano magari da Baracoa dove erano stati alcuni giorni, si fermavano da noi un paio di notti e poi via verso Cienfuegos o qualche altra citta'.
Noi, vecchi habitue', tendiamo ad essere molto piu' stanziali, ci siamo fatti la tana e al final e' semprel li' che ci rifugiamo.
Il cliente estivo viaggia, si muove, spesso se lo trova disponibile (altro bel discorso da fare questo...) renta un carro e si muove coast to coast, oppure opta per il Viazul o si sposta con altri mezzi di fortuna non sempre consigliabili a Cuba.
Ha anche un po' piu' di disponibilita' di budget rispetto al turista invernale, anche perche' muoversi costa, iniziando, come spiegavo prima, dalle case de renta.
Il turista estivo, solitamente, avendo la certezza del periodo, prenota il volo e i servizi con largo anticipo, mentre noi tendiamo molte volte ad aspettare l'ultimo momento, quasi sempre per strappare un volo piu' conveniente.
Loro, in questo momento sono la', e io...qua' a tirare il carretto...aspetto l'autunno e la fine di questa estate afosa per dare, finalmente, inizio alla mia alta temporada.

lunedì 27 luglio 2015

LA HABANA



La settimana scorsa abbiamo parlato dei palestini all'Avana, dei problemi a cui vanno incontro per poter vivere, in pianta stabile, nella capitale de todos los cubanos.
Oggi trattiamo l'argomento dei turisti che, a diverso titolo, hanno eletto La Habana come loro residenza cubana.
Esattamente come avviene per i cubani, anche i turisti che scelgono la capitale hanno quel minimo di spocchia che li distingue dal resto dell'universo yuma che frequenta l'isola.
Per alcuni questa spocchia e' bonaria e non va al di la' degli sfotto' e delle facile battute, altri invece ci credono veramente, ma qua' si entra in campi medici da cui preferisco stare alla larga.
Ricordo, anni fa, c'era chi frequentava il web cubano e sosteneva che l'Avana e' Cuba e che il resto e' area verde, millantando incontri quotidiani con ministri, generali, figli di Fidel e via discorrendo....lasciamo perdere e occupiamoci di cose piu' o meno serie.
Sicuramente, vivere nella capitale, comporta costi maggiori ma anche maggiori benefit.
L'ultima volta che ci sono stato ho speso 6 cuc per far colazione in calle 23, parecchio in un ottica cubana, ma ero in un posto talmente bello che ne avrei spesi il doppio.
Esiste anche l'atteggiamento di chi, come il sottoscritto e molti altri, hanno scelto altre citta' come meta delle proprie scorribande e che, a loro volta, considerano la capitale off limits.
Affermano che non ci vivrebbero mai.
Contrariamente a questi connazionali io trovo l'Avana bellissima, se dovessi decidere (non credo accadra' mai) di trasferirmi in pianta stabile a Cuba, prenderei seriamente in considerazione di piazzare le tende in questa citta' unica da cui e' passato tutto il mondo.
Chi segue il blog sa che, anni fa, mi sarebbe piaciuto acquistare un'appartamentino al Malecon.
Poi ho fatto scelte differenti, i soldi erano quelli e bastavano per un solo progetto, la renta tunera.
Oggi i costi sono lievitati in modo importante e credo che il momento buono per quel tipo di investimento sia passato o stia passando.
Ora ho pure investito nella palestra e non e' piu', probabilmente, il momento.
Mi piace dell'Avana quell'aria metropolitana, quel essere sospesa fra presente e passato, quel suo modo di fare della gente che, diversamente da Oriente, tende a farsi gli affari propri mettendo di meno, rispetto alla Palestina, il becco in faccende altrui.
Il veterinario che a Cuba segue i miei cani dice sempre che, da Camaguey verso occidente, la gente si occupa degli affari suoi mentre dalla citta' agramontina verso oriente si occupa degli affari altrui.
Non e' una teoria campata per aria.
Gli amici che ho nella capitale non disdegnano zingarate in oriente, spesso ho il piacere di ospitarli nella mia citta' di adozione, ma sono e restano cittadini puri.
Gente che intende l'Avana unicamente come Avana centro o Avana vieja, per loro municipio Playa e' Sierra Maestra mentre il Boyero rappresenta selva inesplorata dove, probabilmente, non si parla neanche spagnolo....
Vivono e vivono bene girando quasi unicamente quei 2 barrios, ogni tanto a Playa dell'Este per mangiare pesce e qualche giro sul Malecon.
La Habana offre tanto; cinema, teatri, concerti, cabaret, avvenimenti culturali, mostre, feste di barrios e chi piu' ne ha piu' ne metta.
Alzarsi al mattino e andare a fare colazione, con cappuccino e brioches, a fianco del Campidoglio e' una cosa che davvero ti fa sentire cittadino del mondo.
Sara' che sono nato e cresciuto in una grande citta' italiana, che per certi aspetti mi manca, ma la metropoli ha sempre per me un certo fascino che una piccola o media citta' non riesce a ricreare per ovvie situazioni oggettive.
Oggi anche a Las Tunas e' possibile scegliere dove, ad esempio, andare a mangiare, ma per tanti anni la scelta e' stata quasi obbligata.
A La Habana questo problema non l'ho mai avuto, essendo cosi' tante le opzioni praticabili.
La Habana non e' Cuba ma sicuramente ne e' l'anima pulsante.

domenica 26 luglio 2015

MALEDETTO GALLO

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TRATTO DAL LIBRO; "L'ALTRO LATO DEL BLOQUEO"
Durante un viaggio che feci alcuni anni fa avevo cambiato casa.
La mia era occupata.
Mi sono sistemato in un altra sempre nella stessa zona non
lontano dal centro del capoluogo tunero.
Casa piu' bella, televisione, frigorifero nuovo, ampio armadio.
Contrariamente alla mia vita torinese, in quegli anni a Cuba
amavo fare le ore piccole.
Uscivo dalla discoteca alle 3 di notte, mangiavo qualcosa in giro
per la citta' cercando qualche locale aperto.
Prima delle 4 non arrivavo mai a casa.
Verso le 4.30 , finalmente....si dorme...aahhhhhhh.
4.45.......chicchhiiiirrrriiiicccchhhiiiiii......
Un maledetto gallo che tutte le mattine inizia intorno a quell'ora il
suo concerto.
Il bastardo vive in una piccola aia di proprietà di una coppia di
vecchietti adiacente alla casa dove vivevo.
Una cadente baracca di legno incastonata fra 2 case.
Questo tutte le sante mattine.
Alle 9,solitamente, ero gia' in piedi, andavo al mare oppure in
palestra.
Se non lasciavo la citta' qualcosa da fare per dare un senso alla
giornata lo trovavo sempre.
Verso le 15, il sonno dei giusti, anche solo un oretta per spezzare
il pomeriggio.
Passano pochi minuti e.....ccchhhhiiiicccchhhhiiirrriiiiccchhhiii....
In Italia vivo in una zona pedemontana, sotto casa ci sono fattorie
con fior di animali.
Conosco per certo che i galli, quelli normali, educati ,di buona
famiglia a una certa ora cacciano il loro urlo,(altrimenti che galli
sarebbero?).
Per il resto della giornata si occupano di altre cose tipo mangiare,
razzolare, soddisfare le galline.
Penso che sia nel dna di ogni gallo che si rispetti il comportarsi
cosi'.
Non credo che ci sia un istituto parificato che insegni ai galli
queste cose.
Parliamo pero' di galli italiani, a Cuba, dove anche i galli sono figli
della Rivoluzione, le cose vanno in modo differente.
Il gallo cubano fa come gli pare, oppure come stabilito nell'ultima
riunione del CDR.
Al quarto giorno di questo canovaccio ho convocato la mia dueña
chiedendole aiuto....
"Quanto costa il gallo?".
"No se...50-60 pesos en moneda national»
La carne di pollo mi piace, ma mi sembrava mi metterla un po'
troppo sul personale.
"Compralo ecco 3 cuc, mangiatelo voi".
Il mattino dopo, finalmente il sonno del giusto...

sabato 25 luglio 2015

LA SETTIMANA



Come ogni sabato post dedicato a facezie assortite piu' o meno interessanti.
Si chiude una settimana faticosa per il gran caldo, anche se da ieri perlomeno si respira.
Qua' in Veneto tutto bene (SGRAT) dovrei rientrare a casa per qualche giorno, bisogna dare l'ultima botta ai lavori in palestra per poi tornare qua' almeno fino al 20/21 agosto, dopodiche' fino a meta' settembre se la vedranno i ragazzi.
Comunque la prossima settimana entriamo in agosto, c'e' ancora un po' di strada ma si intravede il traguardo.

Il caldo abnorme di questi giorni pare abbia fatto centinaia di vittime, sopratutto fra gli anziani.
E' sempre difficile, a quell'eta', capire quali possono essere le cause di un decesso improvviso.
La moria pero' non trasuda democraticita'; muoiono anziani che non hanno i mezzi economici per affrontare questo caldo, che si e' dimostrato una vera e propria emergenza sanitaria.
Chi non puo' permettersi un condizionatore, vive in una citta', non e' in grado, sempre per motivi economici, di alimentarsi in maniera corretta e' sicuramente piu' a rischio di chi invece ha la casetta in montagna, il condizionatore in citta' e si alimenta con tutti i complessi vitaminici necessari per affrontare la canicola.
Anche in questo caso i pikiklini contano.

Pensavo che la passione per smarphone e tablet fosse, a livello maniacale, una prerogativa unicamente dei giovani italiani.
Mi sbagliavo.
Qua' in Veneto arrivano intere compagnie di tedeschi, ungheresi, austriaci, slovacchi, australiani che, una volta seduti al tavolo del bar quasi non si parlano, tutti presi come sono dalle loro diavolerie elettroniche.
Se penso alle cene dei Villans, di questi ultracinquantenni, dove si grida, si fa casino, si ride e si tengono i telefoni a debita distanza mi chiedo davvero dove cazzo stiamo andando a finire.

Pare che gli scienziati abbiano scoperto un nuovo pianeta simile alla terra, un pianeta dove esistono le condizioni per la sopravvivenza di una razza come la nostra.
Sono convinto che non siamo soli nel grande vuoto che c'e', come diceva Raf.
Sicuramente la' fuori esistono altre forme di vita, diverse dalle nostre, con altri sistemi vitali ed altri modi per alimentarsi, non so se, nel breve scorrere della mia vita', riusciro' a vedere qualcosa, ma mi piacerebbe.

Un po' di sport; Nibali ha finalmente vinto una tappa del Tour ma si e' poi preso gli insulti da Froome, la maglia gialla, perche' pare sia partito con l'attacco proprio quando il primo in classifica si trovava alle prese con un guaio alla catena.
Puo' essere, ma in quell'ambiente il piu' sano ha le croste.
Oggi derby in Cina fra Milan e Inter, queste tournee estive porteranno anche quattrini alle societa' ma sono un disastro per la preparazione delle squadre.

Ho letto una bella intervista del Pontefice Urbano I, signore delle terre madrogne e vicere' di Masio.
Finalmente vedo fare le cose con criterio e non piu' ad minchiam come nel passato.
E' partito Darmian, ed e' stata una partenza dolorosa, ma sono arrivati Baselli e Zappacosta, la gente ha capito ed apprezzato.
Abbiamo, per ora, speso 22 milioni e incassati 18, il Pontefice ha detto che avevamo qualcosa da parte.
Cosi' si gestisce una societa' seria, non possiamo dare 2 milioni di ingaggio ad un giocatore, quindi ogni anno uno parte, ma se i soldi vengono investiti in gente giovane e di prospettiva, lo possiamo anche accettare.
Chiaro che se parte Cerci e arriva Amauri la gente si incazza....
Manca una punta ancora, potrebbe partire Perez e arrivare Faraoni ma oramai direi proprio che il Toro c'e'.

venerdì 24 luglio 2015

BALLARE

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Una delle maggiori prerogative culturali storiche di Cuba e' sempre stata la musica.
Dal son alla salsa, dalla rumba alla musica tradizionale, dalle contaminazioni africane a quelle europee.
C'e' stato, e forse c'e' ancora, un turismo musicale nei confronti di Cuba, conosco personalmente ragazzi, sopratutto percussionisti, che attraversano l'oceano per imparare dai loro coetanei cubani l'uso e il perfezionamento di determinati strumenti.
Anche chi ama il ballo, per lustri, ha visto l'isola come un punto di riferimento per stage, incontri e in generale viaggi che avevano lo scopo di imparare nuovi movimenti sentendosi all'interno di situazioni irripetibili fuori dal paese.
E' ancora cosi'?
Voglio dire, Cuba e' ancora meta di tutti coloro che vogliono imparare o perfezionare il loro modo di ballare?
Ho i miei bravi dubbi.
In questi 15 anni di frequentazione della maggiore delle Antille, ho visto, nelle discoteche ma anche nei carnevali e nelle feste popolari, la salsa e i ballabili soppiantati prima dal reggaeton e poi dalla musica importata dagli Usa e dall'Europa.
Anni fa al Luanda, la rinomata discoteca tunera, si potevano ascoltare e ballare salsa, bachata, qualche merengue, mentre ora si ascolta la stessa merda che possiamo sentire in una discoteca italiana.
Chiaro che occorre andare incontro ai gusti dei giovani che sono i maggiori fruitori del servizio, ma che la musica ballabile tradizionale cubana stia diventando sempre piu' di nicchia e' un fatto accertato.
Molte scuole di ballo italiane organizzano viaggi a Cuba, ogni tanto ricordo quella alla periferia di Torino raccolse 60 adesioni (con relativi quattrini) per poi trovarsi truffata FORSE dall'agenzia di turno, anche se i dubbi, non solo miei (li conoscevo...) non sono mai stati risolti.
Quindi, queste scuole di ballo organizzano viaggi che servono piu' al proprietario o ai proprietari per far saltare fuori un paio di biglietti aerei omaggio per loro, che per il reale valore del viaggio stesso.
La verita' nuda e cruda e' che oggi si balla il latino di piu' al di fuori del Caribe che da quel lato del bloqueo.
Abbiamo scuole di ballo preparatissime con insegnati, italiani/e fantastici che non hanno nulla da invidiare ai loro colleghi caraibici.
Quando una delle migliori bailarine cubane visse con me per quasi un'anno, trovo' lavoro, per pochi euro, in una scuola di ballo ma dovette prima imparare ad insegnare che e' ben diverso dal dimostrare di saper ballare.
Oggi a Cuba dov'e' possibile ballare salsa e cose simili?
Forse in qualche festa di lavoratori, qualche campismo, magari in qualche scuola di ballo anche se il cubano per imparare a ballare non e' certo andato a scuola, la sua maestra e' stata la calle.
Ho sempre guardato con immensa tenerezza, quelle bambine e quei bambini di 2/3 anni che dimenano il bacino al ritmo di musica, senza che nessuno glielo abbia mai insegnato.
E' un luogo comune ma davvero la musica i cubani ce l'hanno nel sangue.
Un tempo, ogni giovane sapeva ballare la salsa, oggi, si incontrano invece tanti ragazzi che non sanno neanche da che parte iniziare, visto che in disco la sola musica che sentono e' ”unza unza”.
Gli adulti invece, in genere, sanno ballare anche piuttosto bene, ogni occasione e' buona per mettersi in pista.
Un compleanno, una fiesta sul lavoro, una ricorrenza da festeggiare a casa, non mancano certo le opportunita' per lanciarsi in scatenati balli.
Peccato davvero che, come dicevo prima, la musica cubana stia diventando un fenomeno di nicchia, che presto si potra' comparare col nostro ballo liscio, che comunque rappresenta parte della nostra musica popolare.
Sempre meno gente lo sapra' ballare e si arrivera', forse, al punto che un cubano che vuole ballare salsa e cose simili dovra' venire in Italia, paese dove oramai nascono piu' scuole di ballo che figli.
P.S:Stanotte ha piovuto e oggi, c'e' un filino piu' di frescura...ojala che duri.