giovedì 31 marzo 2016

OBAMA A CUBA-ALLORA VALE TUTTO

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Il buon Obama, pur nel rispetto del suo ruolo e dei sottili equilibri che le prossime elezioni gli impongono, nei primi due giorni a Cuba, tutto sommato, non se l'era cavata male.
Lo scivolone se lo e' andato a cercare durante la sua “conferenza” tenuta al teatro Alicia Alonso de La Habana.
Di fronte a una platea formata da pochi cubani e molti diplomatici, con Raul e i suoi appollaiati nel loggione, il presidente americano ha disquisito sui massimi sistemi.
Ha iniziato affermando che il bloqueo deve essere tolto perche'...non ha funzionato.
Badate bene, non perche' e' un'atto criminale che ha fatto morire tanti cubani, una vergogna per il genere umano, condannato da tutti i paesi al mondo.
No, nulla di tutto questo, andrebbe tolto perche'...non ha funzionato.
Se funzionava allora non saremo qua', oggi, a fare certi discorsi.
Altra affermazione che non stava ne' in cielo ne' in terra e' stata quella riguardante il fatto che “si sono commessi errori da entrambe le parti, ma oggi e' una nuova era, un new deal, bisogna guardare avanti dimenticandosi del passato”.
Cioe' zero a zero e palla al centro.
Mettere sullo stesso piano gli errori della Rivoluzione con i crimini commessi dagli Usa in questi decenni vorrebbe dire azzerare tutto.
Un po' come mettere sullo stesso piano i repubblichini di Salo' e i Partigiani, i Vietcong e i burattini di Thieu, Berlinguer e Andreotti e via discorrendo.
La Rivoluzione ha sicuramente commesso degli errori, ma vogliamo paragonarli con la baia dei porci, Posada Carriles, le decine di attentati, i martiri di Barbados, Di Celmo e tutte le centinaia di cubani uccisi in atti terroristici pagati e organizzati dalla Cia e dal dipartimento di stato americano?
Questi sono fatti e non opinioni del Cantastorie.
Quindi va bene guardare avanti, ma il valore della memoria non deve mai essere messo da parte, tanto meno fare finta che certi fatti non siano mai accaduti.
Obama poi, a nome del suo paese, si e' eretto a paladino della liberta' e della democrazia.
Allora a questo punto vale tutto.
Se gli Usa sono un'esempio di democrazia allora il nostro celestino e' uno statista, gli emiri hanno il poster di Candreva in casa, Libidine il migliore allenatore al mondo, gli arbitri danneggiano la seconda squadra di Torino e Cicciolina e' vergine.
Ricordo che negli Usa vota meno del 50% degli aventi diritto, questo vuol dire che Obama governa col voto di poco piu' di un americano su 4.
Il presidente americano si e' vantato che la democrazia americana ha consentito l'elezione di un afroamericano e che, nel suo partito, la nomination e' contesa da una donna e un “socialista”.
Si e' dimenticato di dire che la donna e il socialista stanno spendendo centinaia di milioni di dollari in campagna elettorale, soldi che qualcuno ha elargito e che si aspetta di recuperare una volta che il proprio cavallo ha tagliato per primo il traguardo.
Quindi prima di dire che il futuro di Cuba deve essere in mano al popolo cubano, dovrebbe chiedersi se davvero il futuro degli Stati Uniti sia in mano al popolo americano.
Chi da decenni ricopre il ruolo di gendarme nel mondo, non puo' dare lezioni di democrazia.
Alla fine del sermone ci sono stati applausi per Obama ma anche e sopratutto per Raul, presente in galleria ad ascoltare col suo stato maggiore.
Un discorso tutto sommato deludente, nessuna critica sul passato esattamente come e' avvenuto qualche giorno dopo in Argentina, che Macri sta' spingendo nel baratro.
Obama non ha fatto menzione dei 400 milioni di dollari che il dipartimento di stato Usa ha elargito alla giunta militare fascista, durante gli anni di dittatura.
Ha solo promesso di...aprire gli archivi segreti, dove chissa quanti dossier riguardanti 30 mila desaparecidos, molti dei quali di origine italiana, sono stati ben nascorsi in questi decenni.
CONTINUA....

mercoledì 30 marzo 2016

OBAMA A CUBA-LA CONFERENZA TRAMPA

 Risultati immagini per obama raul castro conferenza stampa

Su questo mio ultimo soggiorno tunero non c'e' molto da dire a parte un caldo assolutamente inusuale per la stagione.
Non oso pensare cosa sara' a luglio e agosto.
Altra sorpresa poco piacevole e' stata l'abnorme quantita di mosquitos presenti in citta'.
In casa.
Molto davano la colpa al fatto che fumigavano in modo specifico per lo Zika e non per altri parassiti...non saprei.
Torniamo a Obama.
Il secondo giorno, dopo l'omaggio al mausoleo di Marti', c'e' stato l'atteso incontro con Raul, oltre due ore di chiacchierata fitta fitta fra i due leader.
Fino a qua' tutto bene, i problemi sono nati durante la conferenza stampa.
L'idea e' stata di Obama, la conferenza stampa congiunta non era programmata, la parte cubana non vedeva di buon occhio la cosa.
Situazione comprensibile.
Obama, sia dai suoi inizi politici, e' sempre stato abituato a confrontarsi con i media, che, ricordo sempre, negli Usa hanno fatto dimettere un presidente....
In genere i leader Comunisti hanno sempre avuto poca dimestichezza col contradditorio coi pennievendoli a pagamento.
Non si hanno notizie di conferenze stampa di Mao o di Breznev.
Quindi da una parte avevamo un presidente relativamente giovane perfettamente padrone della situazione, dall'altra un Leader ultraottantenne che combatteva con le cuffiette per la traduzione.
In pratica un trappolone, una conferenza trampa.
Detto questo, i media americani hanno perso una splendida occasione per fare a Raul le domande veramente importanti per l'economia ed il futuro dell'isola, dedicandosi ad un argomento, in un contesto simile, assolutamente marginale come quelli dei diritti civili, o presunti tali.
Ci sono state 3 domande ai leaders, due fatte da giornalisti americani e una dalla televisione cubana.
La prima domanda e' stata fatta da un giornalista americano il cui padre aveva lasciato l'isola nei decenni precedenti.
A Cuba ci sono prigionieri politici?”
Raul, dopo una battaglia eroica, persa, con le cuffiette per la traduzione, si e' impingato, ritrovando la vecchia verve di combattente e guerrigliero, ha puntato il dito contro il giornalista, dandogli del tu e affermando; “Dammi i nomi dei presunti prigionieri politici, se ce ne sono per questa sera saranno liberati”.
Lo “YA” CONCLUSIVO HA TAGLIATO LA TESTA AD OGNI EVENTUALE REPLICA.
La terza domanda e' stata ancora sui diritti civili, fatta da una giornalista americana, una certa Andrea.
Obama ha saggiamente risposto che gli Usa hanno ottimi rapporti commerciali con paesi come la Cina, il Vietnam e la Birmania, dove in materia di diritti civili le opinioni sono divergenti.
Oddio, si e' dimenticato di dire che la Cina lo tiene per le palle, visto che possiede quasi tutto il suo debito estero.
Raul ha citato il fatto che l'Onu riconosce in 61 il numero dei diritti civili esistenti.
Cuba ne rispetta 47, meno di qualche altro paese ma molti di piu' della maggioranza delle nazioni al mondo.
Ha poi, saggiamente ricordato il fatto che ogni bambino cubano nasce in un'ospedale, che ogni bambino e giovane cubano frequenta una scuola e che sia sanita' che educazione sono gratuiti.
Anche questi sono diritti civili, anzi, con la piega che sta' prendendo il mondo, sono diritti civili fondamentali.
Alla terza domanda Raul ha dichiarato chiusa la conferenza trampa.
Sarebbe stato interessante vedere il Fidel degli anni d'oro, partire per ogni risposta da dare, come minimo da Seneca o dagli assiro babilonesi per arrivare al prezzo della jucca al mercato.
Si e' trattato di un trappolone che Raul ha schivato alla grande, con qualche disagio vista la totale desuetudine all'evento, ma senza grossi patemi d'animo.
Fantastica la risposta secca e molto Raulista alla domanda sui prigionieri politici.
CONTINUA...

martedì 29 marzo 2016

OBAMA A CUBA-ASPETTATIVE

 Risultati immagini per AIR FORCE ONE A LA HABANA

Eccomi rientrato da questo mio terzo, ed ultimo, viaggio “stagionale”, ora fino ad ottobre inoltrato saro' in altre faccende affaccendato.
Ho passato 2 mesi e mezzo degli ultimi 5 a Cuba, direi che va bene cosi'.
Due settimane...non rende ma non si poteva fare altro.
Per tutta una serie di ragioni durante la prossima “stagione” ottimizzerò il tutto.
Non posso continuare avanti ed indietro, ci sono attivita' da gestire ed e' meglio una assenza piu' lunga rispetto a tante brevi.
Il futuro' sara' due viaggi all'anno di 5/6 settimane ciascuno.
Alla fine mi rompero' un po' i coglioni ma non si puo' avere tutto nella vita, e poi anche il borsillo va...ottimizzato.
Questo e' il primo di 4 pezzi che tratteranno la visita di Obama a Cuba.
L'argomento e' cosi' succulento che non si puo' risolvere in poche righe.
Le aspettative che hanno preceduto il viaggio di Obama sono state differenti e di differente natura.
Gli organi di stampa cubani e latinoamericani hanno intervistato molta gente prima dell'arrivo dell'Air Force One.
Interviste piuttosto sincere, senza grossi filtri, in cui la gente ha detto forte e chiaro quello che pensava.
In piu' il vostro Cantastorie ha parlato con molte persone.
Vivere in una normale famiglia cubana, una di quelle che non ha molti agganci all'exterior, aiuta ad avere un quadro forte e chiaro di cio' che Cuba si attendeva da questo evento storico.
Ricordo che l'ultima visita di un presidente americano a Cuba e' datata 1928 e il presidente di allora arrivo' a La Habana sbarcando da una nave da guerra.
Nessuno si aspettava l'arrivo del Messia, questo e' certo.
La gente aveva una certa simpatia nei confronti di Obama, un po' per i passi avanti fatti nei rapporti bilaterali sotto la sua presidenza, un po' per il fatto che sia un afroamericano, parecchio perche' c'e' la paura che col prossimo presidente le cose potrebbero andare in modo differente.
La gente si augurava che, finalmente, si chiudesse un capitolo durato troppe pagine e di cui le responsabilita' sono state sicuramente dei politici e non delle persone comuni.
Nessuno pero' ha svenduto nulla.
Nei cubani c'era una sorta di orgoglio per...non aver mollato, malgrado il prezzo altissimo pagato nei decenni.
Molti dicevano “ Che venga, lo accoglieremo volentieri ma non si dimentichi che Cuba e' Cuba, con la sua storia, la sua tradizione ed il suo orgoglio”.
Quando e' sbarcato, per strada a Tunas, non c'era quasi nessuno, chiun que avesse una tv a portata di mano la teneva accesa per cogliere i particolari dell'evento.
La prima polemica e' nata quando ai piedi della scaletta ad attendere Barack, Michelle, le figlie e la suegra non c'era Raul ma Bruno Rodriguez.
Tramp si e' subito buttato a pesce nell'evento, affermando che si era trattata di una mancanza di rispetto nei confronti dell'ospite.
In realta' a parte i Papi, i Pope, Chavez e qualche amico, solitamente, a ricevere i capi di stato in aeroporto, non c'e mai andato Fidel prima e Raul dopo.
E' la prassi.
Almeno e' quello che si vede alla tv cubana, l'ospite arriva, Lazo, Rodriguez o Canel lo vanno ad accogliere in aeroporto mentre Raul, di solito, lo vede il giorno dopo.
Ora, dicendo che, vista l'importanza dell'evento, si poteva fare uno strappo alla regola non mi sembra di bestemmiare.
Probabilmente Raul ha voluto sottolineare che si trattava comunque di una visita di un capo di stato.
Un fatto importante, storico, fondamentale ma un'evento tutto sommato nella norma.
Certo che vedere l'Air Force One fermo nella pista di atterraggio dell'aeroprto Jose' Marti' di La Habana, capitale della Repubblica de Cuba...mi ha fatto un certo effetto.
CONTINUA...

domenica 13 marzo 2016

A PRESTO


 
Approfitto di una domenica pomeriggio impegnata a preparare la partenza, per i saluti.
In fondo si tratta di un piccolo viaggio, due settimane, per i miei standard sono il minimo sindacale.
Le ho prese al volo, anche se lascio parecchie cose a meta', se non partivo adesso non partivo piu'.
Da fine ottobre e' il terzo viaggio a Cuba, per un totale di due mesi e mezzo di soggiorno, non male per uno con ancora la prostata a posto.
Ora fino ad ottobre, a meno di accadimenti epocali, la fiesta finisce.
C'e' la stagione estiva ancora da definire, una palestra da far crescere ancora, il sito di case de renta che, presto, sbarchera' sul mercato anglosassone e chissa' cos'altro ancora.
Quindi ho colto al volo l'occasione, pur con un volo non propriamente economico.
Ogni partenza, come molti di voi sanno, e' un piccolo esodo, specialmente se come lo scriba si vive da soli.
Ci sono attivita' lavorative che non si possono mai abbandonare del tutto, una casa da chiudere, un cane da piazzare e tante altre piccole e grandi cose da sistemare prima di portare le palle al sole.
Visto che dovro' comunque sempre stare sul pezzo, ogni giorno 15/20 minuti di wi fi conterei di farmeli.
Il viaggio e' organizzato al meglio come sempre, come dicevo l'altro giorno domani mattina porto Birillo dalla Dog Sitter poi metto la macchina in garage e aspetto che mi vengano a prendere.
Alle 12 passa il Villans e alle 13 ho la guagua da Torino Porta Susa fino a Malpensa.
Strana, stranissima questa partenza nel tardo pomeriggio, ma coi charter puo' capitare.
Il volo e' alle 18, Neos, quindi tocca pesare bene tutto perche' questi ti fottono anche solo per un calzino in piu'.
Arrivo a Holguin alle 3 di notte, mi vengono a prendere, arrivero' a Tunas che albeggia.
Subito a casa, poche ore di sonno (con 2 settimane non si butta via nulla...) e al mattino prima in banca e poi a chiedere la visa A 2 da Maria in Inmigration.
Appena ho tutto in mano, il mio amico che renta gli scooter mi portera' il mio direttamente a casa come sempre.
Nel pomeriggio....a veer lo que pasa.....anche se qualche idea dovrei avercela...
Oltre 100 cuc sul movil....la vacanza puo' iniziare.
Sara' un grande piacere abbracciare la famiglia, consapevole oramai di essere parte della stessa.
Il secondo giorno faremo i conti sull'andamento della renta, come ad ogni viaggio.
Ragazzi, per un paio di settimane fate a meno dello scriba, fino ad ottobre inoltrato avremo tutto il tempo che vorremo per raccontaci la fava e la rava.
Cuba sta' per avere 3 eventi importanti; Obama, gli Stones e lo Scriba...scusate se e' poco....(faccina che ride)
Un saluto e restate in zona.

sabato 12 marzo 2016

VIAGGIO, NON VOLO


 
Quasi sempre, anche qua' sul blog, siamo portati a discutere sui costi dei voli come se fossero il solo salasso che ci tocca affrontare prima di mettere piede sulla piu' bella terra dove l'occhio umano si sia mai posato.
Ragioniamo in termini di “costo del volo”, invece dovremo ragionare sul “costo del viaggio”.
La dottrina e' semplice ma il demonio si nasconde fra le pieghe.
Chi abita il sud del nostro paese sa bene di cosa parlo.
Se un siciliano, un sardo o un'altro abitante del meridione, vuole raggiungere l'aeroporto da cui parte il suo volo per Cuba deve, prima di tutto...prenotare un'altro volo.
Magari per Milano o Roma, arrivare, quasi sempre pernottare una notte prima di potersi imbarcare per l'agognato viaggio.
Stesso percorso, a ritroso, per il ritorno.
Il conto sale, come diceva Bertolino “giu giu giu din din din”.
Il conto sale anche per noi nordici, a meno di non abitare a 10 minuti da Malpensa, fra le fosche brume padane.
Mettiamo il caso dell'umile scriba che, dalle terre dei Franchi, deve raggiungere quella desolata landa del varesotto.
Viene a prendermi un Villans a casa, un'amico da 35 anni che pero' di mestiere fa il taxista.
Sara' anche un amico, ma ida y vuelta sono oltre 70 km per portarmi alla fermata del bus per Malpensa.
Anche perche' poi viene a prendermi al rientro e mi riporta a casa, questo a qualunque ora io parta o arrivi.
Mi tratta bene ma qualcosa bisogna dargli.
Poi c'e' la guagua, 22 euro a tratta.
Se mi muovessi in auto spenderei la stessa cifra fra gasolio, autostrada e parcheggio dove lasciare il carro.
Parlo di 2 settimane di vacanza.
Per quanto mi riguarda il viaggio finisce quando metto piede nella casa dove vivo.
Quindi c'e' anche il tragitto da Holguin a Tunas e viceversa, viene a prendermi un'altro amico ma anche lui....non viaggia no profit.
Quindi taxi, guagua e particular fra partenza e arrivo.
Non parliamo poi se arrivo a La Habana.....un bagno di sangue di dimensioni bibliche.
Se vogliamo, possiamo anche inserire fra i costi del viaggio il mare di cazzate che compriamo prima di partire.
Gli ultimi due giorni prima della partenza sono pericolosissimi, sopratutto se entriamo in un supermercato.
Lo dico con cognizione di causa, ogni volta mi riprometto mi non ricascarci, ma ogni volta l'iban soffre le pene dell'inferno.
Oggi e' stato quel giorno, sono andato in un market per comperare la classica Nutella e sono uscito con un borsone pieno.
Sughi, caramelle, parmigiano, bresaola, cioccolato, pentole e altri regalini non...alimentari.
Speriamo che al terminal non mi rompano le palle, in ogni caso porto anche una fetta di soppressata calabrese piccantissima che mi ha portato un' amico da Catanzaro.
Se me la fottono verranno a tutti quanti le emorroidi a grappoli...sono piccole soddisfazioni.
Poi ci sono le medicine, alcuni tappetini per la mia camera, centrini e cazzate simili, sopramobili, un grosso geco in legno, pigmenti rossi e blu per mischiarli al bianco e fare il colore, un rullo per dipingere, integratori, vitamine.
Quattro libri fra gli ultimi usciti, a Cuba riesco a trovare il tempo per leggere, in Italia ci riesco solo sulla tazza al mattino...
Qualche vestito, pochi, scarpe da ginnastica e per correre.
Non porto le proteine in polvere perche' voglio evitare, se me le aprono, di fare nottata in aeroporto per spiegare cos'e' quella polverina bianca e finissima...
Ovviamente posso portarmi dietro questo bazar perche' a Cuba ho un'armadio pieno dei miei vestiti.
Tutte queste spese, per me, sono le spese di viaggio che vanno ad aggiungersi alle spese del boleto.
Ovviamente non calcolo ulteriori cazzate che, ogni santissima volta, riesco a comprare al duty in aeroporto.
No es facil...para nada.

venerdì 11 marzo 2016

LA NOCHE....SE FUE...



Una delle cose che si e' modificata radicalmente, in questi ultimi 20 anni, e' sicuramente la “Noche de Cuba”.
I miei ricordi vanno indietro fino a poco piu' di 3 lustri, ricordi tuneri ma anche della Capitale e di Santiago.
Ricordo nitidamente, ogni sera e non soltanto nei fine settimana, una marea di gente per strada.
Le piazze principali delle citta' si riempivano di persone, certo molte ragazze, ma anche cubani di tutte le eta' che si ritrovavano col poco che avevano per festeggiare.
Una ragione, a Cuba, per festeggiare qualcosa si trova sempre.
A Las Tunas ricordo che il sabato sera, letteralmente, non si poteva camminare per strada dal casino di gente che c'era.
Era una magia che si ripeteva ogni fine settimana, che ritrovavo intatta ad ogni viaggio.
In disco trovavi sia gli zoccoloni inverecondi che, sopratutto al matine', fanciulle normali che si godevano il loro pomeriggio di gozadera, come ogni giovane di questo mondo.
Cuba era veramente il parco dei divertimenti, non soltanto perche', anche noi, eravamo piu' giovani.
Poi e' successo qualcosa
Probabilmente le accuse della gusaneria cubano americana di Miami di mantenere la Rivoluzione grazie alle performance della Jinetere, hanno scavato un solco.
Fidel decise che era il caso di cambiare questo stato di cose.
Iniziarono cosi' le carte di avvertenza, la galera per le fanciulle recidive, gli operativi fuori dalle discoteche, i problemi creati alle duenas delle case de renta per le “puntature”.
Nel giro di poco piu' di un'anno, siamo nella seconda meta' degli anni 2000, cambio' tutto.
In piu' arrivo' anche quella stupidissima idea di piu' di un'Alcalde di voler dividere stranieri da cubani.
Come se la cosa fosse possibile.
Los carnavales abbandonarono le vie centrali delle citta' per spostarsi in barrios periferici, cosi' come la musica venne messa in strada in luoghi lontani da dove si trovavano i turisti.
La festa fini', le strade si svuotarono, le luci si abbassarono fino ad arrivare ala Cuba di oggi.
Una Cuba dove ancora possibile divertirsi, dove ancora il sabato sera si trova gente in giro, ma dove anche in settimana i parchi cittadini sono vuoti e, in strada, si trovano soltanto i soliti 4 troioni civati a disposizione di chi ha piu' pelo sul petto di King Kong.
Le zone wi fi hanno fatto il resto.
A Tunas, ad esempio, una di queste e' nella piazza dove c'e' il tanke di Buenavista.
La gente alla sera, oramai, non scende neache piu' in centro preferendo rimanere nella sua zona a smaettare sullo smartphone e sui tablet, inviando i loro “me hace falta”.
Certo si puo' sempre, dal giovedi in poi, andare in disco (prima non merita neanche) a patto di essere consapevoli che e' un po' come fare un giro per Torino in corso Massimo D'Azeglio o in via Ormea.
Bisogna muoversi di giorno, oggi, se ci si vuole divertire, organizzarsi le proprie seratine col telefono e una buona rubrica esponendo la fanciulla di turno a meno rischi possibili.
Una vacanza trovi 50 poliziotti in piazza, un'altra non ne trovi nessuno.
Questo almeno a Las Tunas, considerata la capitale cubana del turismo sessuale, mentre un amico andato a Ciego mi ha raccontato di aver visto, in una settimana, soltanto 2 sparuti poliziotti per strada.
Ma Ciego non e' meta di un certo tipo di turismo....
Meglio un tempo col casino o meglio oggi con la tranquillita'?
Mah.....personalmente sono a posto, non so neanche piu' a chi dare i resti...certo pero' che un po' di casino ogni tanto mi farebbe ancora piacere, invece del mortorio a cui mi tocca assistere ogni sera.
La noche de Cuba oggi e' questa, rimpiangere il passato non serve....bisogna organizzarsi.

M&S Casa Particular ha aggiunto una nuova casa 
VILLA MARTINEZ

giovedì 10 marzo 2016

M&S MARZO 2016



Il primo mese di vita di M&S CASA PARTICULAR CUBA mi porta a fare ulteriori riflessioni sul tipo di turismo che, fin dai prossimi mesi, invadera' l'isola.
Come scrivevo nel post in cui presentavamo l'iniziativa, le nostre aspettative sono avvolte in una profonda nube.
Nel senso che non abbiamo alcuna idea di dove andremo a finire.
Tenuto conto che nei primi 15 giorni non abbiamo fatto nulla, in poco piu' di 3 settimane abbiamo chiuso positivamente una decina di trattative.
Quando dico che non so dove andremo a finire, mi riferisco anche al fatto che le richieste che ci vengono rivolte sono sempre piu' ampie, spesso prevaricano anche le finalita' della nostra iniziativa.
Una buona meta' di coloro che hanno usufruito del nostro servizio non sono mai stati a Cuba.
Quindi oltre che trovar loro una o piu' case abbiamo, con alcuni, avuto il piacere di chiacchierare telefonicamente cercando di dare buoni consigli....non potendo piu' dare cattivo esempio....
Ma come si fa a spiegare Cuba con una telefonata?
Come fai a spiegare che, anche se si e' girato il mondo, Cuba rappresenta un'anomalia, che le regole del gioco che altrove fanno giurisprudenza nell'isola servono a poco?
In alcuni casi abbiamo anche, a titolo no profit (per il momento...), trovato chaffeur con carro particular per tutto il periodo, in modo che un minimo di aiuto possa arrivare anche da quella
direzione.

Piu' di una persona ci ha chiesto di organizzargli un vero e proprio tour.
Pacchetto completo, chiavi in mano.
Come potete immaginare e' una cosa che va ben al di la' del nostro intento iniziale, ma non ci siamo tirati indietro.
Gente che in 15 giorni vuole visitare 4/5 citta', vuole conoscere a fondo la parte occidentale (per ora) del paese.
Un bello sbattimento di mail e organizzazione visti anche i tempi lenti di risposta di chi e' a un oceano di distanza.
Il nuovo turismo e' anche questo.
Questa esperienza ci sta' consentendo di conoscere anche tutta una tipologia di connazionali.
C'e' quello corretto e cortese, spesso libero professionista, le sue mail iniziano con Dott, Avv o Ing.
Una volta trovata la casa, paga la commissione e ti ringrazia caldamente per il servizio.
C'e' l'indeciso che cambia idea in corso d'opera per 3 volte mandandoti in manicomio.
C'e' poi l'italiota calssico che prima vuole una settimana, poi trovata la casa ti dice che vuole solo un giorno per poi, in loco e con casa libera, pagare solo la duena e non la commissione (parliamo di 30/35 euro...)
Ovviamente va per la pinga.
C'e' infine il pezzealculo che quando “scopre” che esiste una commissione fugge con la coda fra le gambe.
Questo paese non si fa mancare nulla.
Se nella causale di posta pay scrivono Cuba il pagamento salta per il bloqueo, se il cliente si chiama Jeruzalem....pure per motivi antiterroristici.
E' tutto vero confermato da pay pal per telefono....
Ora io parto, il giorno dopo del mio rientro parte Simone, al suo rientro ci troveremo per fare il punto della situazione e per capire dove vogliamo arrivare e come arrivarci.
Se entriamo nell'ottica di un pacchetto completo dovremo infilarci anche il volo, a quel punto, ad aprile, vedro' di muovermi anche in quella direzione cercando l'agenzia giusta.
Visto che ci sono cerchero' anche di mettere in piedi una convenzione a favore dei lettori di questo blog.
Parlo di uno sconto percentuale reale rispetto ai prezzi di listino, non di chiacchiere....
Tempo al tempo.
Intanto continuiamo ad inserire case, siamo altre 60 ed alcune gestite da italiani.
Andrea Zule a La Habana, la Salernitana a Trinidad, un'altra a Cienfuegos, quella a Nueva Gerona, Grande Torino a Las Tunas.
Case bellissime costruite secondo il gusto italiano.
Con loro tutto e' piu' facile, se sono in Italia basta una telefonata o whatsapp, altrimenti una mail a cui loro, fuso orario permettendo, rispondono sempre in modo decisamente celere.
Alla fine le prima scelta per noi sono loro, visto anche che la maggior parte delle richieste non indica una casa specifica.
Loro e le case cubane che rispondono alle nostre mail in modo rapido, sia che ci sia la disponibilita', sia che siano occupate per il periodo richiesto.
Una volta al mese vi aggiornero' sugli sviluppi, tuttora misteriosi, di questa nuova avventura.
FATTI, NON PUGNETTE!

M&S CASA PARTICULAR HA AGGIUNTO DUE NUOVE CASE

mercoledì 9 marzo 2016

DONNE



So che ci sono parecchie cubane in....ascolto, non vorrei essere frainteso e/o male interpretato.
La mia e' solo un'opinione, che vale come quella di chiunque altro, ne' piu' ne' meno.
Vivendo, sia per motivi professionali che per stile di vita, a contatto diretto con tanta gente, ho la possibilita' di ascoltare le opinione di molte persone.
Mi piace ascoltare, dovremo tutti imparare di nuovo a farlo di piu', invece di ficcare il naso ovunque e disquisire di argomenti su cui non sappiamo un'amata cippa.
Una delle affermazioni in cui mi sono spesso imbattuto e' quella riguardante l'arte amatoria delle cubane.
In soldoni vengono sperticatamente lodate le capacita, vere e/o presunte, delle cubane en la cama.
Avendo girato il mondo vi posso dire che ho sentito discorsi simili sulle greche, le spagnole, le americane, le russe le kazake, le thai, le dominicane, le seychellesi, le abitanti delle Turks and Caicos e persino le maldiviane.
L'erba del vicino e' sempre la piu verde e...appetibile.
Parto dalle esperienze personali, per poi allargare il discorso a livello generale.
16 anni di Cuba sono tanta roba.
Credo di aver frequentato ogni tipologia di fanciulla possibile, di ogni colore, carattere, provenienza sociale, tamagno, cultura e ceto immaginabile.
Ho trovato macchine da guerra e camas fija, gente che meritava e donne da niente.
Diro' una banalita', ma anche a Cuba c'e' gente che il sesso lo sa fare ed altra che non imparera' mai.
Lasciamo stare i discorsi economici, che nel contesto di questa discussione non ci azzeccano nulla.
Il sesso, almeno per me, e' una questione di testa prima che di fisico.
Ci sono state volte in cui ero coinvolto, fosse anche con una conosciuta un'ora prima, e allora ci siamo davvero divertiti, ed altre in cui....ho bollato la cartolina, le cose sono andate in un'altra maniera.
Col tempo e le rughe sotto gli occhi si impara che questo vale anche per le donne.
Se sono coinvolte, al di la di ogni discorso economico, allora si e' in due, altrimenti c'e' il rischio che non si tolgano neppure l'orologio.
Oggi ho un compatto numero di amiche che integro nei viaggi, anche perche' le vicende della vita portano le persone a muoversi o a cambiare di condizione.
Amiche con cui ci si diverte, si parla di figli, lavoro, politica, situazione del paese, situazione italiana.
Arrivo a dire che il sesso e' oramai un contorno rispetto a queste altre cose.
Donne fatte o ragazze in gamba, che a letto sanno il fatto loro ma che hanno anche il piacere di frequentare chi le rispetta, le soddisfa, magari nelle faccende della cama non e' sceso dalla montagna con la piena e che, alla fine della festa, fa anche quello che si deve fare in modo giusto e corretto.
Non c'e' nulla di peggio di una che sta' con te solo perche' ci deve stare...a questo punto del mio percorso questa e' una situazione che oramai evito.
Questo per quanto riguarda me...
Se devo allargare il contesto, dovrei tirare di nuovo fuori il solito discorso sul quanto uno abbia frequentato le donne prima di sbarcare a Cuba, di quante e quali possibilita' abbia di frequentarle nel bel paese fra un viaggio e l'altro.
Amici miei le donne sono tali ad ogni latitudine....i gesti...quelli che contano sono sempre gli stessi, sia che una sia nata a Pozzallo piuttosto che a Buenaventura.
Una donna che, mentre parli ti guarda fisso e gioca coi suoi capelli ti lancia un messaggio, sempre lo stesso, sia che tu ti trovi alle Cantine Risso a Torino piuttosto che al Ranchon de Las Tunas.
Le donne parlano coi gesti, se si e' in grado di interpretarli si e' gia' ben oltre la meta' del guado.
Io la penso cosi'
M&S Casa Particular ha aggiunto una nuova casa.

martedì 8 marzo 2016

INDIGNARSI


Ci sono situazioni che accadono a Cuba che dovrebbero avere la capacita' di farci riflettere, non soltanto sul come vanno le cose nel nostro di paese, ma sopratutto sull'atteggiamento che ognuno di noi assume di fronte a determinati eventi.
Siamo a S.Clara zona centro-occidentale del paese.
Alexander Fleites Zamora, 39 anni, a seguito di una una serie di litigi, con annesse uso delle mani, con la moglie o la ex che sia decide di dare fuoco alla propria casa.
Nella casa ci sono i suoi 2 figlioletti, una bimba di sei anni ed un bimbo di quattro.
La bimba e' morta bruciata viva mentre il piccolo lotta fra la vita e la morte, con gran parte del suo corpo ustionato.
Il tipo si e' dato alla fuga, la policia battendo barrio a barrio con la sua fotografia in mano lo ha individuato e poi catturato, grazie ai vicini di una casa disabitata dove l'incendiario si era nascosto.
A Cuba dove vuoi scappare?
La gente e' scesa in strada, al grido “¡Justicia! ¡Justicia!” e ““!Deberían quemarlo vivo!”.
Sappiamo bene che a Cuba le....manifestazioni spontanee della popolazione non sono viste di buon occhio, ma in questo caso lo sgomento della gente si e' riversato in strada, si sono formati capannelli di gente determinata ad andare a prendere l'assassino, che se non fosse stato protetto dalla policia, avrebbe fatto la fine di Giovanna D'Arco.
La crudelta' del gesto ha scatenato l'indignazione popolare, la gente si e' fortemente lamentata dell'assenza della notizia sui giornali della citta' e nel noticiero provinciale.
Era successa una cosa simile, pochi giorni prima a Guantanamo, dove la gente e' scesa in strada per reclamare giustizia ed una pena adeguata nei confronti di un'altro tizio che aveva ucciso un bambino.
In entrambi i casi, la policia, si e' ritrovata a dover proteggere dall'assalto popolare l'assassino, in modo che la giustizia dello stato potesse fare il proprio corso.
La gente ha reclamato la pena di morte.
A Cuba esiste, per fucilazione, ma dal 2008 c'e' una sorta di moratoria, anche a seguito dei casini internazionali accaduti al seguito della fucilazione di chi, per scappare dal paese, aveva privato della vita altri cittadini.
Nel 2010 alcune pene capitali sono state trasformate in ergastolo, senza diritto alla liberta' condizionale.
Il paragone con la totale indifferenza con cui, tutti noi, assistiamo oramai quotidianamente ad episodi simili, ci deve far pensare a quante cose, negli anni abbiamo lasciato per strada.
Oramai leggiamo e sentiamo quotidianamente di sgozzamenti, bambini infilati vivi nell'acido, padri che uccidono madri e figli, figli che accoltellano madri, pedofili in tonaca ecc.
Nulla ci indigna piu', leggiamo infastiditi la notizia, magari solo il titolo e poi passiamo alle notizie sportive, io per primo.
Forse il Socialismo, di cui nessuno nega gli errori, e' riuscito a dare ad un popolo un senso di comunita', di appartenenza a un' entita' sociale che sta' al di sopra del singolo.
Quella bambina bruciata viva poteva essere figlia di chiunque nel barrio, poteva accadere ad ogni cittadino della citta'.
Forse il fatto che, tutto sommato, a Cuba questi episodi sono ancora sporadici e non quotidiani porta la gente, fortunatamente, ancora ad indignarsi.
La spinge a scendere in strada, a pretendere pene piu' dure per poter mantenere al livello piu' alto la sicurezza del proprio barrio, ma anche della propria famiglia.
Forse i CDR sono serviti a qualcosa, il senso di appartenenza porta alla mutua protezione estesa anche ai figli dei vicini di casa.
Noi tutto questo lo abbiamo perso, presi come siamo a mettere sempre IO molto prima di NOI.
Conosco Cuba e i cubani, avranno tanti difetti ma lasciagli stare la famiglia, la stessa di cui loro, a volte, si dimenticano.
Purtroppo le cose stanno cambiando, la delinquenza e' in aumento cosi' come la corsa verso il benessere piu' elevato possibile per il singolo individuo che, oramai, viene prima del bene della comunita'.
E' bello ed importante, comunque, vedere tutta quella gente in strada a chiedere semplicemente giustizia.

M&S CASA PARTICULAR HA AGGIUNTO DUE CASE


lunedì 7 marzo 2016

OCCASIONE PERDUTA



Come mi ricorda sempre la sciura Maria, funzionario capo dell'ufficio inmigration de las Tunas, quando vado a chiedere la A2, il mio primo sbarco in terra cubana e' oramai datato dicembre 2000.
Mi sono quindi perso gli anni del periodo especial, quelli successivi alla caduta del blocco simil comunista e revisionista dell'est Europa.
Alcuni conoscenti mi parlano della Cuba di quegli anni, di cio' che accadeva a Varadero dove, fra le altre cose, con le fanciulle, si risolveva con mezzo pollo.
Devo dirvi, con tutta la sincerita' possibile, che questa parte dei loro racconti mi mette sempre un po' a disagio, anche se mi rendo conto che in questo campo...il piu' sano di noi ha la rogna...
La parte interessante del racconto e' quella in cui, in quel preciso periodo storico, fu consentita l'apertura di ristoranti italiani gestiti da paisa' e di paladar gestiti da cubani, in cui era davvero possibile trovare di tutto, questo in anni in cui non si trovava assolutamente nulla.
La situazione socio economica di quei tempi e' nota.
Il paese era nella miseria piu' totale, Fidel apri' al turismo ( e ai voli, dietro compen$o, degli aerei dei narcos colombiani che trasportavano droga sulle coste statunitensi), concesse licenze anche a stranieri per piccole attivita' commerciali.
Molti mi parlano di una pizzeria/ristorante a Varadero gestita da un paisa'.
Non era il caso di andare troppo per il sottile o di essere eccessivamente schizzinosi.
Serviva valuta, denaro per cercare perlomeno di andare aventi in attesa di tempi migliori.
Come sempre accade quando si creano delle disparita' sociali si creo' un ceto medio benestante che poteva permettersi di vivere ad un livello superiore, rispetto al resto della popolazione.
Il Socialismo, e la sua idea paritaria di societa', inizio' a vacillare e a quel punto, non so se Fidel o i suoi burocrati, diedero un giro di vite, quel minimo di apertura divenne un ricordo lontano.
Goracci, nel suo libro “ad est dell'Avana”, racconta del suo lavoro di skipper a Guardalavaca, per un ente di turismo cubano.
Un lavoro retribuito secondo standard europei.
Appena si resero conto che potevano fare a meno di lui, che avevano imparato quanto bastava per andare avanti (male) da soli, da un giorno all'altro lo lasciarono a piedi senza neanche troppi “arrivederci e grazie”.
Quel periodo fu una grande occasione sprecata.
Forse i tempi non erano maturi, forse il mondo era ancora diviso per blocchi, anche se uno era saltato in aria, forse ogni cosa deve avere un suo percorso definito.
Resta il fatto che dopo aver fatto un passo avanti, se ne fecero numerosi indietro, perdendo, di fatto, una ventina di anni.
Molte delle cose che Raul ha fatto in questi ultimi anni, dietro la spinta della crisi economica, Fidel lo avrebbe potuto fare a meta' degli anni 90'.
Nessuno ha la sfera di cristallo ma, forse, si sarebbero potuti evitare tanti patimenti e la gente avrebbe potuto campare meglio.
Era possibile, credo, rivedere il discorso economico senza toccare piu' di tanto quello politico.
Fidel, o tutto l'apparato non hanno avuto, in quel momento, il coraggio di fare quelle riforme che avrebbero potuto sollevare l'isola delle secche dove, la fine del revisionismo est europeo, l'avevano fatta sprofondare.
Certo non c'era Obama ma il primo Bush, non e' esattamente la stessa cosa, ma probabilmente qualche segnale di buona volonta' sarebbe stato apprezzato a 90 miglia dalle coste cubane.
Chissa'...forse molti non se ne sarebbero andati, los tiburones avrebbero la pancia meno piena.
Parlare col senno del poi e' facile, sopratutto se si parla della salvaguardia del culo degli altri.
A volte nella vita bisogna rischiare se si vuole ottenere qualcosa, temporeggiare da un lato puo' garantire il mantenimento dello status quo, ma dall'altro puo' far perdere splendide occasioni di crescita.
Vent'anni sono tanti amici miei.

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venerdì 4 marzo 2016

NOTICIERO DEL VENERDI



Come avrete letto negli organi di stampa, Obama ha annunciato l'intenzione di chiudere il campo di concentramento di Guantanamo.
Lo disse anche quasi 8 anni fa, durante la sua prima campagna elettorale, lo indico' come punto fermo del suo programma elettorale, stiamo ancora aspettando.
Le ragioni sono prettamente economiche, tenere in piede tutto l'ambaradan costa, all'attento contribuente americano, una discreta cifra ogni anno.
Le ragioni che spinsero Bush ad aprire quel campo sono note; Guantanamo NON e' territorio americano, su quel suolo non valgono le leggi che i padri fondatori garantirono nella carta costituzionale statunitense.
In quel luogo i militari hanno potuto comportarsi come squadristi della morte sudamericani, tanto che ci sono alcune inchieste del Congresso relative a cio' che accadde in quel lembo di terra cubana illegalmente occupato.
Ovviamente si parla di un'eventuale chiusura del carcere, non di un 'abbandono della base, tantomeno di una restituzione di quel territorio alla Repubblica di Cuba.

L'ex presidente di Timor est, ha indicato, avendone facolta' come nobel per la pace negli anni passati, le brigate mediche di Cuba come possibili destinatarie di quel premio per il 2016.
Se quelle brigate fossero inviate da qualunque altro paese al mondo il premio sarebbe arrivato decine di anni fa.
Come sappiamo Cuba ha una diversa considerazione....vedrete che anche questa proposta finira' in cavalleria.

Il governo cubano ha mobilitato l'esercito per migliorare la prevenzione nei confronti di Zika, infermita' per cui, al momento, nell'isola, esiste solo un caso acclarato.
Come e' avvenuto per il dengue e per altre problematiche simili la prevenzione, malgrado i limiti che tutti conosciamo, e' partita in grande scala.
Per quanto riguarda colera e dengue...al momento non se ne parla piu' o quasi, anche sui media i tempi in cui sembrava che i monatti passassero per le strade cubane per tirare su i morti col forcone pare siano finiti.
Anche di ospedali pieni non si parla piu'...vamos a veer lo que pasa.

Lorenzo Mambrini e' stato un calciatore di modesto livello, dopodiche' si e' dedicato alla carriera di allenatore.
Acchiappato a taroccare partite e' stato condannato dalla giustizia sportiva e non solo....
SENTENZE
Valfabbrica: 10 punti di penalizzazione e 5000 euro di ammenda
Mambrini: 3 anni e 6 mesi di squalifica
Procelli: 3 anni di squalifica
San Secondo: 3500 euro di ammenda
Spapperi: 6 mesi di squalifica
Juventina: 2667 euro di ammenda.
Ponte Pattoli: 2000 euro di ammenda.
Rossi, Miccioni, Antonini, Caporali: 4 mesi di squalifica.
Scarselli: 4 mesi e 15 giorni di squalifica.
Nei commenti posto un'intercettazione telefonica con un suo sodale, lascio a voi ogni commento.
Oggi il brav'uomo e' l'allenatore della squadra di Calcio di Santiago de Cuba.
Non so se a contratto o pro bono.
Ma io dico....con tutti i banditelli che ci sono a Cuba questo dovevano venirlo a prendere in Italia?

Tre giorni dopo l'arrivo di Obama sbarcheranno a Cuba i Rolling Stones.
La piu' grande band vivente al mondo fara' tappa a La Habana per un concerto memorabile, il piu' grande evento musicale sull'isola dal 1959 in poi.
Ovviamente gratuito e ovviamente, come ha fatto Zucchero gli Stones si porteranno da casa persino le prese di corrente oltre che il palco e tutto il resto.
Davvero solo pochi anni fa, mentre i vecchi rimbambiti da forum pronosticavano i bagni di sangue ( i rimbambiti ci sono sempre...sono solo un po' meno vecchi), era folle anche solo lontanamente pensare a sviluppi simili.
Francisco, Obama, gli Stones.....
A LUNEDI

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giovedì 3 marzo 2016

CAMBIARE IN CORSA



Qualche mattina fa, telefonicamente, mi sono sentito con un conoscente italiano che opera su Cuba.
Abbiamo parlato di negocios e di eventuali future (ma neanche troppo) collaborazioni.
In possesso di residenza permanente si occupa, per conto di una serie di imprenditori italiani, di organizzare eventi tipo fiere, congressi ecc.
Fino ad ora questi eventi venivano svolti nei grandi hotel di Varadero.
Ora Cuba ha deciso che il tutto andava trasferito in grandi locali adibiti alla bisogna nella capitale, parliamo di oltre 4000 mq di spazio per eventuali esposizioni.
Il prezzo, al mq di spazio espositivo disponibile, e' lievitato, rispetto a quello precedente, del 50%.
Il mio conoscente ha dovuto ricontattare i suoi clienti a cui aveva gia' presentato un certo tipo di piano di spesa, comunicandogli il cambio in corsa della situazione.
Si e' “scusato” dicendo loro che “questa e' Cuba, prendere o lasciare”.
Il cambiare le regole del gioco in corsa non e' una prerogativa tipicamente cubana.
Quando abbiamo iniziato a lavorare abbiamo, metaforicamente, stipulato un'accordo con lo stato italiano.
Lavoravamo tot anni, al termine del percorso professionale avremo potuto goderci la pensione.
Durante il cammino, lo stato italiano, non noi, ha cambiato le regole del gioco numerose volte, ora dobbiamo lavorare 10/15 anni in piu' rispetto agli accordi iniziali.
Da questo punto di vista pero' Cuba e' sicuramente un monumento all'inaffidabilita'
Molti imprenditori potrebbero scrivere libri su libri, raccontando le loro disavventure nella maggiore delle Antille.
Quando si sono presentati sono stati accolti da grandi sorrisi, coperti di promesse e rassicurati della massima collaborazione da parte dello stato.
Successivamente, quando avevano avviato l'attivita', investito ingenti capitali, portato ogni sorta di materiale visto che nell'isola mancava quasi tutto, si sono ritrovati, per la piu' banale delle ragioni, in mano il foglio di via.
Ovviamente senza la possibilita' di portarsi via nulla.
Ci sono fior di aziende che, anno dopo anno, come onere di ammortamento, inseriscono nei bilanci le perdite patite durante la loro avventura cubana.
Ora pare che le cose, in parte, siano cambiate.
Cosi' ci racconta chi opera con Cuba, citando documenti ufficiali dei vari organi legislativi.
Gli stessi organi legislativi che avevano deliberato le leggi per tutelare gli imprenditori di cui raccontavo sopra...
Oggi ci raccontano che si puo' assumere il personale che vogliamo noi e retribuirlo come ci pare a noi.
Non voglio mettere in dubbio la parola di nessuno, ma mi tengo le mie brave e datate perplessita' sulla possibilita' di operare con queste modalita'.
Secondo me non mollano l'osso da cui hanno spolpato cosi' tanta carne...
Fino a quando cambieranno le regole in corso d'opera, lo stato continuera' ad entrare, pesantemente, nei vari affari in corso, i funzionari dovranno essere continuamente “unti” per riuscire a fare qualcosa, non vedo uno sviluppo del commercio estero cosi importante.
Al mio conoscente, semplicemente, ho detto di propormi quello che voleva ma nessun negocio in cui, in qualche modo, entrava lo stato.
Mi va bene lavorare coi turisti e la loro moneta pregiata.
Di uffici, funzionari, propine e ladroni assortiti non voglio nemmeno sentire parlare.

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