domenica 14 agosto 2016

FATTI, NON PUGNETTE

3 commenti:

  1. Tanto tuonò, che piovve. Il Torino, dopo un lungo tira e molla, è arrivato allo scontro con Nikola Maksimovic, che adesso è atteso alla sua prossima mossa. Come si comporterà il difensore, dopo aver disertato l’allenamento e, soprattutto, aver dimostrato di essere particolarmente distratto dalle voci di mercato? È quello che si chiedono tutti, in casa granta. Sinisa Mihajlovic compreso, che non nasconde la delusione per il comportamento del suo difensore: “Ha mancato di rispetto a tutti quanti, dalla società ai tifosi. Non so se la situazione sarà riparabile, ma di certo dovrà faticare parecchio per essere perdonato“.

    Con la solita schiettezza che lo contraddistingue, l’ex tecnico del Milan ha di fatto messo alle spalle l’ex Stella Rossa. Il Napoli, si sa, da tempo parla con il suo agente, che da un lato ascolta De Laurentiis e dall’altro chiede a Cairo un aumento. E poi, allo stesso tempo, a farsi avanti è stato il Chelsea, che vorrebbe prendere Koulibaly dal Napoli ma che sta pensando anche al difensore serbo, considerato dai partenopei il sostituto naturale proprio del loro centrale. Un intreccio bello e buono, dove il Toro non vuole giocare la parte dell’ostaggio, piuttosto del burattinaio.

    Cairo vuole non meno di 25 milioni. Anzi, quasi 30, anche perché per il Toro il giocatore è (era) pressoché insostituibile. Mihajlovic, dopo aver a lungo parlato e lavorato con il centrale, si è sentito particolarmente deluso, e non esclude drastici provvedimenti. Quali? La linea del Toro, se non dovesse arrivare l’offerta giusta, potrebbe anche essere una mossa à la Lotito: pugno duro, giocatore fuori rosa fino a data da destinarsi. Una situazione che giocherebbe a sfavore soprattutto di Maksimovic, che non può permettersi di perdere un anno dopo l’infortunio che lo ha reso a mezzo servizio la scorsa stagione.

    I nervi sono tesi, ora bisognerà parlarne con calma. E avviare le eventuali trattative. Il muro contro muro ha poco più di 15 giorni di tempo per essere in qualche modo risolto. Intanto, il Torino ha multato il giocatore, che oggi si allenerà con gli infortunati (riposo per gli altri). La linea è dura, con un potenziale big della rosa: il dado è tratto.

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  2. Lo zingaro non ha capito che se non arriva un monte di soldi, con questo presidente e questo allenatore, finisce a fare una stagione allenandosi con la Primavera.

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  3. La partita contro la Pro Vercelli accende l’estate del Toro: una partita divertente e spettacolare, conclusasi con quattro reti, tutte molto belle, che hanno soddisfatto il pubblico accorso in buona quantità allo Stadio Olimpico (per una partita di Coppa Italia contro una squadra di Serie B il 13 agosto: tanto di cappello). C’era voglia di Toro nell’aria, e la squadra di casa ha reso contenti i suoi tifosi. Con una prova convincente sotto diversi punti di vista, che offre margini di miglioramento da altri, ma che deve vedere i giudizi per forza di cose tarati in base alla differenza di peso specifico delle due formazioni.
    Ma concentriamoci prima di tutto sulle note positive. Sicuramente la più grande è Adem Ljajic: giocatore superbo per tecnica e visione di gioco, uno con i colpi che fanno la differenza. Se dimostrerà di essere maturato definitivamente, i tifosi granata hanno appena iniziato a divertirsi. E come calcia da fermo… C’è poi la verve di Antonio Barreca, che ha dimostrato di essere giocatore vero, da prendere in considerazione; ci sono le buone prove offerte da Vives e Moretti, due che quando serve ci sono e ci saranno sempre.
    Dal punto di vista del collettivo, le buone notizie sono innanzitutto la buona condizione fisica della squadra e poi la ricerca del gioco. I giocatori sanno sempre cosa fare con la palla tra i piedi e la ricerca del fraseggio e delle combinazioni tra centrocampisti e attaccanti continua. L’unica piccola, ma non trascurabile, nota negativa è invece rappresentata dal calo di concentrazione collettivo avuto dopo la rete del 3-0: fisiologico, comprensibile se vogliamo, ma Mihajlovic è un perfezionista e in conferenza stampa non ha mancato di sottolineare come l’attenzione deve essere sempre mantenuta ai massimi livelli.
    Si tratta comunque di qualcosa che non va a scalfire la bontà della prestazione offerta ieri dal Torino: una gara soddisfacente soprattutto per l’approccio mentale, che ha visto i granata iniziare subito forte senza sottovalutare l’impegno e l’avversario, per poi rallentare i ritmi solo una volta che la partita era in discesa. Detto questo, per il Torino non è ancora tempo di sognare: troppa la differenza di valori rispetto alla Pro Vercelli. La cartina di tornasole vera sarà la partita contro il Milan a San Siro: un esordio di campionato che dirà molto su cosa è e cosa può diventare questo nuovo Toro.

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