lunedì 20 febbraio 2017

WEEK END





Una nota pubblicita', mutuando una frase storica, racconta che “l'attesa della felicita' e' gia' parte della felicita' stessa”.
Vero.
Ad esempio, quando mancano pochi giorni ad una partenza,  i preparativi e l'attesa sono gia' parte della felicita' a cui andremo incontro.
E' un po' il discorso del sabato e della domenica, sia in Italia ma sopratutto a Cuba.
Da noi il sabato e' il giorno dei piccoli e grandi lavoretti lasciati da parte durante la settimana, delle spese, di un po' di sport, del tempo dedicato alla famiglia ecc.
La domenica e' per il riposo, il pranzo in famiglia o con amici, le partite al pomeriggio e le trasmissione sportive la sera.
Piu' o meno, con le dovute eccezioni, viviamo cosi'.
Il sabato aspettiamo la domenica, che poi e' meno bella del sabato.
A Cuba tutto sommato le cose non sono troppo difformi, pur con le dovute differenze.
Da loro il sabato, tolti alcuni servizi essenziali e chi opera nel terziario, non lavora praticamente nessuno.
Che io sappia le fabbriche, se esistono, non fanno doppi e tripli turni, men che meno c'e' chi lavora, come da noi, fino all 14.
Quindi fondamentalmente sono tutti per strada.
I negozi sono pieni, la gente bighellona senza un cazzo da fare, le strade principali si preparano per la festa serale.
A Tunas, nelle vie principali ci si prepara per la farandula notturna, i locali mettono fuori i tavolini per mangiare, si inizia ad arrostire il puerquito gia' in tarda mattinata.
La gente, sotto certi punti di vista, fa le stesse cose degli altri giorni, molti non lavorando normalmente continuano a fare la stessa vita dei giorni feriali.
Chi fa la coda per i prodotti de la libreta, chi va al mercato, chi in panaderia, chi si fa fare un key, chi fa un giro nei supermercati ecc...
La sera c'e' casino, festa e bordello, anche se, almeno nella mia citta', di sera si vedono in giro sostanzialmente dei ragazzini.
I “grandi” aspettano l'apertura della disco in funzione de la noche buena personale che metteranno in piedi fino alla mattina dopo.
Ovviamente non c'e' alcun paragone fra i sabati sera di una decina di anni fa pieni di vita e musica e quelli attuali, tutto sommato prevedibili e abbastanza noiosi.
La domenica a Cuba, semplicemente, e' la morte civile....
Il centro citta' si svuota.
Probabilmente la gente che vive in altri quartieri, dovendo gia' combattere coi trasporti per 6 giorni ogni settimana, la domenica evita quella pesadilla, tenendo anche conto che quei pochi mezzi che girano normalmente, la domenica sono fermi.
Il centro citta' solitamente pieno di gente si svuota, i locali sono deserti fino al tardo pomeriggio, la gente o dorme fino a tarda ora o si dedica, come in tutto il mondo, alle faccende di casa.
Le cose migliorano leggermente nel pomeriggio, solitamente, dedicato all'uscita con tutta la famiglia.
Una passeggiata, una visita al parque tematico, molti portano il familion a cena fuori in locali tranquilli, dopo il casino del sabato sera.
La piscina e' un'altra meta di chi puo' permettersi di spendere 4/6 cuc a cranio, piu' gli inevitabili beveraggi aggiuntivi.
Al pomeriggio c'e' il matine' in disco, anni fa era una cosa differente dalla disco serale, costava meno e venivano fanciulle che, normalmente, di sera non uscivano o non potevano permettersi di farlo.
Oggi e' pressapoco la stessa gente, non ho mai amato troppo questo contesto.
Ai tropici, alle 4 del pomeriggio di domenica, chiudermi in una disco fumosa...non e' roba per me.
O meglio, non e' piu' roba per me.
Per noi culi bianchi la domenica e' una giornata quasi buttata, non a caso cerco sempre di andare al mare, almeno trascorro il giorno con un senso, grandi mangiate di pescado e rientro con il bagagliaio pieno di pargos y pulpo.
Week end a Cuba…manca poco…

14 commenti:

  1. Quanto guadagna un chirurgo con due lauree e 34 anni oggi ad Atene? «980 euro di stipendio fisso, più gli straordinari. Che però vengono pagati solo fino ad un massimo di 600 euro, anche se dobbiamo lavorare molto di più. Da quando la crisi è iniziata, gli stipendi negli ospedali pubblici sono stati tagliati del 42 per cento».
    Se questo è il posto dove tutto passa per il denaro, allora forse è giusto iniziare da qui. Dal secondo ospedale più importante della città, «Attikon» si chiama. «Ho fatto pratica a Patrasso, ma da tre anni lavoro qui in chirurgia generale», dice il dottor Giorgos Sideris. «Certe volte non abbiamo il filo adatto per le suture, altre volte manca la rete per proteggere l’ernia dopo l’operazione. Mancano gli strumenti per la laparoscopia. Non ci sono fondi per acquistare la Tac. Siamo completamente sprovvisti di vaccino antitetanico. Delle sedici sale operatorie, ne funzionano otto. Abbiamo 730 posti letto ma altri cento pazienti sono ricoverati, proprio in questo momento, sulle barelle. Vi invito a controllare con i vostri occhi».
    TRAGEDIA GRECA
    È troppo facile chiamarla tragedia greca, però è di questo che si tratta. Perché sono tutte vere le colpe che hanno prodotto il più grande debito pubblico d’Europa, così come le ragioni di chi adesso non sopporta più l’austerità. «In questi sette anni, da quando siamo sotto il controllo finanziario dell’Unione europea, non ho visto un solo miglioramento delle mie condizioni di vita», dice il dottor Sideris prima di iniziare il turno. Lo attendono sei operazioni chirurgiche. Non ha mai fatto una vacanza all’estero, ha una Toyota di seconda mano e un piccolo alloggio in affitto non lontano dall’ospedale.
    La Grecia è di nuovo in bilico. Oggi i ministri europei dell’Economia riuniti a Bruxelles cercano l’accordo per finanziare un’altra tranche di aiuti, dopo gli 85 miliardi stanziati ad agosto del 2015. Per partecipare all’esborso, il Fondo monetario internazionale chiede più sacrifici al governo greco. Nuovi tagli alle pensioni e più tasse. Perché il Pil nell’ultimo trimestre è andato peggio delle previsioni, da +0,9% è sceso a +0,3%. E il programma di rientro del debito non sta andando bene. Ma il premier Alexis Tsipras ha dichiarato che non è disposto a chiedere ulteriori sacrifici al suo Paese. Da qui, le ragioni delle trattative in corso.
    IL PIU’ GRANDE PRESTITO
    Di questa tragedia si conosce bene l’inizio, e non va mai dimenticato. Anni di scelte politiche sciagurate, posti pubblici regalati a pioggia, armatori tenuti al riparo da ogni legge, l’enorme evasione fiscale. Anni di conti falsificati, all’epoca dell’allora primo ministro Konstatinos Karamanlis. La Grecia ha ricevuto il più grande prestito internazionale della Storia: in tutto 110 miliardi di euro. Lo ha ricevuto anche da Paesi dell’Unione più poveri. E forse, dunque, è vero quello che l’altro giorno diceva un ministro sloveno: «La Grecia dovrebbe mostrare solidarietà, oltre che chiederla». Ma il fatto è che la cura non sta guarendo il paziente. E questa constatazione riguarda il futuro, e cioè forse la fine della tragedia.

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  2. IN OSPEDALE
    «Dopo avere preso la laurea in Fisica, non mi sono iscritto alla facoltà di Medicina pensando di fare i soldi», dice il dottor Sideris. «Ma quello che vorrei è poter vivere dignitosamente, con uno sguardo più sereno verso il futuro. Invece qui manca tutto. Ogni giorno in ospedale siamo subissati dallo stress, perché non ci sono nemmeno i soldi per garantire un’assistenza adeguata. Il pronto soccorso scoppia di gente. Le liste per farsi asportare un tumore benigno superano l’anno d’attesa. Non si può credere a questo genere di salvataggio».
    Cosa sta succedendo ad Atene? Per incominciare, 2,8 miliardi di euro hanno lasciato i conti bancari nei primi due mesi del 2017, segno di una nuova ondata di preoccupazione. Le banche sono in sofferenza, denunciano un picco di prestiti non rimborsati. Come nei giorni del referendum dell’estate del 2015, quando proprio qui dalla Grecia arrivò il primo «No» all’Europa. Davanti alla mensa sociale di via Sofokleous, la coda è aumentata rispetto ad allora. Oggi distribuiscono riso con il pomodoro e una pagnottella nel cellophane. Sono anziani greci a mangiare seduti sul marciapiede, molte donne sole assieme a giovani migranti. Nel 2016 le vendite nei supermercati sono calate dell’8,9%, mentre sono in aumento il consumo di eroina e quello di psicofarmaci. Secondo il giornale Kathimerini, anche il maggior numero di divorzi, in un Paese molto tradizionalista come questo, è significativo: un terzo dei matrimoni è finito durante gli anni della recessione.
    LA POVERTA’ DIFFUSA
    Ci sono state le proteste degli insegnanti, del personale ospedaliero e quelle dei vigili del fuoco. Mercoledì i contadini sono tornati a manifestare contro gli ennesimi tagli, lasciando dei cavoli davanti al Parlamento in piazza Syntagma. Dopo le riforme del 2015 ( come dice una lettera del ministro dell’Economia greco pubblicata dal Financial Times ), la spesa per le pensioni in Grecia è scesa dall’11 al 9% del Pil, ma la media nell’eurozona è di 2,5%. È altrettanto vero, però, come ha ricordato il ministro del Lavoro Effie Achttsioglou in una lettera pubblicata sul Financial Times, che il reddito medio di un greco sopra i 65 anni è di 9 mila euro. E il 43 per cento dei pensionati riceve meno di 660 euro al mese. «Paghiamo le tasse, paghiamo il carburante e non ci resta nulla per vivere», dicevano i contadini in piazza. Vivere, alla fine.
    Non tutto è di segno negativo. C’è stata una lieve ripresa dell’occupazione che la Commissione europea prevede pari a un 2,2% nel 2017. Inoltre, l’ultima estate, per il turismo è stata straordinariamente felice. Ma non c’è nulla, qui ad Atene, che assomigli davvero a una rinascita, o almeno a una svolta. «La crisi sta marcendo», ha scritto nel suo ultimo editoriale il direttore di Kathimerini Nikos Kostandaras. La Grecia era e rimane «un caso speciale», dove continuano a sommarsi errori. Quanto assomiglia all’Italia?
    I migranti sono accampati ovunque, anche nei vecchi impianti olimpici e nell’aeroporto dismesso dove un tempo atterravano Maria Callas e Aristotele Onassis. Sono 65 mila i profughi rimasti intrappolati dopo la chiusura della rotta balcanica, migranti che l’Europa non ha voluto distribuire per quote.

    La luce del sole ad Atene resta nitida e bellissima. Un tragitto di un quarto d’ora in taxi costa 6 euro. Nei locali risuonano bouzouki e malinconie. E per le strade la risposta più frequente a tutte le paure, ancora oggi, è questa: «Se l’Europa si dividerà, è perché non è mai esistita».

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  3. Guanabo è un po' differente essendo meta del turismo balneare cubano. Sabato e domenica c'è sempre un gran casino.
    Simone M&S

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    1. Vero,infatti anche a Puerto Padre a la playa c'e' molto piu' movimento che in settimana, e' domenica anche per loro.

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  4. Quando sono in vacanza sabato e domenica,per me,sono giorni come altri. Giuseppe

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    1. Infatti noi siamo gli stessi, e' il contesto che cambia

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  5. hola! è vero los domingos sono giorni meno vibranti anche se in capitale il movimento è sempre presente, certo che para matar el tiempo si trovano sempre soluzioni interessanti. In zona la habana del este le spiaggie sono invase dagli abitanti delle periferie, insomma se vuoi ce da fare. Ho letto gli articoli sopra postati a livello di stipendi ci siano vicini ma c'è tempo per disperarci veramente.......chao Enrico

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  6. Ho lavorato 7 mesi in un villaggio in Grecia.
    Gentaglia.

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  7. In genere il sabato o la domenica lo dedico per portare alla playa novia e famillon con annessi nipotini, non playa del'est dove è pieno di yuma e di gente in generale, preferisco rentare un mini van con autista e me ne vado a playa Baraoca, dove si sta bene, è molto tranquillo, anche se per arrivare ci vuole mezz'ora di carro, e 50 cucchini, però ne vale veramente la pena, anche io a Cuba (e in Italia) non sono più tipo che ama discoteche, locali ecc, preferisco il sabato sera comprare e far asare un puerquito a casa de la suegra en el campo, e fare festa li con tutto il vicinato, dove volano bottiglie di ron come piccioni.

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    1. Il fatto e' che prima si andava in disco...per una determinata ragione.
      Oggi a distanza di anni, non ho piu' la necessita' della disco...per quello.
      Di conseguenza se capita che ci vado e' perche' ci sono amici che hanno il piacere della mia presenza.
      E' tutto cambiato...oggi nessuno balla quasi piu'....tutti con sto' cazzo di movil in mano...mah...

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    2. Anche io ci vado se un amico mi invita magari perchè festeggia il compleanno, ma si limita a questi eventi la mia discoteca, non è più come una volta, e l'età influisce, nel senso di avere altri orizzonti...le discoteche adesso le lascio ben volentieri ai ragazzini, ogni cosa a suo tempo amico mio.

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  8. Alla lista di case "italiane" con cui collaboriamo va aggiunta Las Hermanas di Cinfuegos che ho saputo essere di un italiano

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  9. Forse ancora non è arrivato l'happy hour però soprattutto a L'Avana quando alloggiavo al Vedado ho visto spesso gente sia turisti, ma anche qualche cubano, seduti ai tavolini dei caffè all'aperto (come canta Baglioni). P68 Buon w.e. e buon viaggio.

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