sabato 11 novembre 2017

PAPPA, NANNA, CACCA, GNAGNA



Sono un uomo tutto sommato semplice.
Mi basta una palestra, un luogo dove correre, un campo da tennis, una piscina, le partite coi miei Villans.
Mi piace anche vedere lo sport alla televisione. se si tratta di calcio specificatamente il mio Toro.
Gli amici quelli di sempre, anche se vedo centinaia di persone ogni giorno, quelli veri al final, restano chi avevi da ragazzo.
Un po' di gnagna possibilmente di qualita', perche' le olive non devono mai stare troppo a bagno.
Mangiare decorosamente senza esagerare.
La cacca regolare ogni mattina, 7/8 ore di sonno.
Bon.
Non me ne frega un cazzo di tutte le menate che mandano fuori di testa tanta gente; il macchinone, l'ultimo modello di smartphone, il pc che fa anche il caffe'....ecc ecc.
Ripeto, un uomo semplice con cui non e' neanche cosi' difficile andare daccordo, a patto di lasciargli fare la sua vita e non rompergli le palle.
Forse per questo mi sono trovato cosi' bene a Cuba.
Dal primo viaggio mi sono subito reso conto di visitare un paese dove, al di la delle varie possibilita' economiche, la gente bada all'essenziale senza troppi voli pindarici.
Il cubano fa una vita semplice, si alza al mattino ad ore piu' o meno urbane, se lo possiede si reca al lavoro ma senza esagerare, considerando quell'impegno come quasi un incidente di percorso.
Il suo pensiero vola al come e dove comprare cio' che serve per la casa, specificatamente il cibo.
Si chiede se in quella tienda e' arrivato il boniato o se nella libreta ci sara' il pollo por pescado come sempre.
Per loro sono problemi, per noi sarebbero cazzate da far sorridere visto che ci svegliamo alla mattina gia' coi coglioni girati.
Lui pensa al negocio da mettere in piedi col tal tizio che gli fara' mettere in tasca un certo numero di quattrini.
Quattrini che non e' il caso di mettere da parte per il futuro, fino a che ci sono si spendono, magari in cazzate, domani si vedra'.
Se in frigo c'e' il key, bisogna finirlo non lasciarne un pezzo per domani.
Se c'e la carne bene altrimenti va bene anche un piatto di tostones o un congri'.
Domani...e' un altro giorno e si vedra'.
La cerveza al fresco, il ron nella dispensa, gli amici da andare a trovare, la vicina con quel culo da blocco aortico a cui tirare il giusto piropo.
La telefonata da fare al parente oltremare a cui raccontare ogni sorta di sciagura domestica, col solo scopo che qualcosa....arrivi dal cielo.
I colleghi di lavoro con cui chiacchierare, el chisme del barrio, la ragazzetta da invitare fuori a patto di avere qualche cuc da investire nel progetto.
El Carnaval che sta' arrivando, il sabato pomeriggio al parco tematico con la famiglia.
Noi arriviamo incazzati e stressati, basta vedere le scene pietose al gate di qualche volo Neos o BP, coi pensionati italici che cercano di saltare la coda insultandosi uno con l'altro...e stanno andando in vacanza, non a lavorare.
Da noi ogni giorno e' una montagna da scalare, sperando di arrivare indenni a sera, poi la montagna puo' essere piu' o meno scoscesa ed irta di pericoli, dipende dalla vita che ci siamo scelti o ci e' toccata, ma sempre di salita si tratta.
A volte mi rendo conto che diamo importanza ad autentiche cazzate privandoci di momenti belli che potrebbero fare la differenza, ma quando sei dentro la centrifuga e' difficile vedere il mondo che ti scorre accanto.
A Cuba, in mezzo a gente che vive in modo semplice, senza pensare al giorno dopo, vivendo il momento come dovremo tornare a fare da noi, riusciamo a trasformarci e, quasi sempre, tornare ad essere persone migliori.
Senza la corazza, lo scudo e la spada torniamo ad essere semplicemente persone come tante, se togliamo le cazzate dalla nostra vita, quasi sempre resta...il buono.
Cuba e la sua gente sono anche questo, il ritorno ad una vita piu' normale, quella a cui dovremo aspirare sempre e che, tutto sommato ci siamo anche meritati.
Pappa, nanna, cacca, gnagna.

P.S. A proposito di semplicita'; questa mattina mi sono arrivati 2 macchinari nuovi in palestra e mi hanno portato il nuovo scooterone.
Se la Bellucci mi invita a cena e' un giorno perfetto. 

 

11 commenti:

  1. Cuba: Washington ha i pappici in capa
    Di ilsimplicissimus

    Verrebbe da ridere se non fosse infame e drammatico. Se ancora una volta l’impero americano rivela la sua natura ipocrita e violenta e non riesca mai a rinunciare alle prede designate con l’occhio ottuso dello squalo. Come sapete solo alla fine del suo mandato e probabilmente per lasciare una traccia postuma dopo i troppi tradimenti delle speranze suscitate, Obama si è deciso a ridurre significativamente l’embargo a Cuba. Ma non ha fatto in tempo a dare attuazione ai proclami che Trump non solo ha cancellato ogni accordo con l’Avana, ma ha persino inasprito sanzioni che durano ormai da 60 anni.
    L’uomo e la nazione che rappresenta non sentono più nemmeno un eccessivo bisogno di giustificazioni per le loro azioni, ma in questo caso l’inversione di 180 gradi della politica verso Cuba e in un mondo che tra l’altro non ha più nulla a che vedere con quello in cui l’embargo poteva avere un senso, ha trovato un’accoglienza sfavorevole da parte di quelle forze economiche che si preparavano a fare affari con l’isola, al punto che il capo degli affari internazionali della Camera di commercio nord americana ha parlato di “politiche obsolete che frenano lo sviluppo della nazione”. Dunque c’era bisogno di un pretesto per un ritorno al passato peraltro già annunciato nella seconda parte della campagna elettorale. E a questo punto cosa accade? Che i funzionari e il personale diplomatico dell’ambasciata Usa all’Avana cominciano ad accusare gravi sintomi fisici, come nausee, perdita di equilibrio, dolori facciali e addominali, problemi cognitivi (che forse c’erano da un bel pezzo), disturbi all’udito e via dicendo. Sebbene non vengano presentati casi precisi la teoria enunciata dal segretario di Stato Rex Tillerson viene ventilata la teoria che il regime cubano, per scopo del tutto incomprensibili usi dei dispositivi acustici ad ultrasuoni di lunga portata per creare malesseri a coloro che con tanta determinazione difendono distesi nei week end sulla playa Santa Maria del Mar lo stile di vita made in Usa. C’è da osservare che proprio gli americani si sono spesso serviti della “pressione sonora” contro i loro avversari: è accaduto con Noriega a Panama, a Guantanamo con i prigionieri e persino in Honduras, giocavano cioè in casa.

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  2. Ma qui siamo alla pura fantascienza tanto più che la popolazione residente nei dintorni dell’ambasciata e ai compound del personale americano, così come i turisti parsi negli hotel vicini non accusavano alcun disturbo, ma ormai il sasso era stato lanciato e non si poteva ritirare il braccio come se nulla fosse, anzi bisogna insistere sullo sdegno. Così viene ufficialmente richiesto che il governo cubano acconsenta a permettere che un gruppo permanente di studio approfondisca il fenomeno, anche perché se non sono i cubani potrebbero essere i russi o magari anche i venezuelani. Comincia in tal modo una massiccia indagine sullo spettro radio elettrico e l’interrogatorio di possibili testimoni, tutto all’interno del team messo in piedi dal dipartimento di stato, che peraltro si rifiuta di fornire ai cubani informazioni e solo dopo molte insistenze si convince a passare un rapporto medico sulla valutazione di 26 persone che sta tutto in una sola pagina. La cosa più curiosa è che alcune delle persone citate come afflitte dal mostruoso attacco agli ultrasuoni non ne sapevano nulla, tra cui il capo della sicurezza dell’ambasciata e dei palazzi circostanti che ospitano il personale.
    Dai e dai però, lavorando ai fianchi, alla fine vengono passate ai cubani 14 registrazioni di campioni registrati dalle presunte vittime e appare subito chiaro che i livelli equivalgono a quello di un ambiente normale con pressione sonora bel lontano dalla soglia di pericolo. Ciò viene rilevato anche dall’ Istituto nazionale Usa per i disturbi neurologici il quale sostiene che il tutto “somiglia più a un’isteria collettiva che a qualsiasi altra cosa”. Ma il ridicolo arriva subito dopo, quando si apprende che l’analisi delle registrazioni delle presunte vittime, non rappresentano che il suono di grilli e cicale presenti nella zona diplomatica e in genere nella zona costiera dell’area nord est di Cuba. Applicando gli stessi metodi di analisi elettronica e informatica usati dal team americano sui campioni sonori, al suono degli insetti presenti nei parchi dell’Avana è risultato è risultato che sono esattamente identici.
    In questo modo Trump si è trovato come alleati unicamente i peggiori ceffi del fascismo anti cubano e il primo novembre all’Onu anche questa ridicola vicenda degli attacchi sonori, oltre alle multe inflitte a banche e gruppi europei per aver violato l’embargo a Cuba, ha provocato una rivolta mondiale: 191 Paesi su 193 hanno votato contro la permanenza del blocco a Cuba. Naturalmente la rappresentante Usa ha avuto il buon gusto di concludere: ” Siamo onesti (sic); questa assemblea non ha la facoltà di mettere fine al blocco di Cuba. Ciò che fa l’assemblea è quello che ha sempre fatto, del teatro politico”. Si davvero hanno i pappici in capa.

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  3. È destinata a diventare una conferenza cult quella di Sandro Pochesci, allenatore della Ternana. Doveva semplicemente presentare la gara col Novara per la 14esima giornata del campionato di Serie B, ha sbraitato contro la Nazionale e con il calcio italiano, con critiche pesanti rivolte (spesso in romanesco) alla federazione e velate anche al c.t..
    "Non siamo come l'Italia che ci facciamo menare dalla Svezia - esordisce Pochesci evidentemente parlando della Ternana, terz'ultima in campionato -: oltre che una squadra di profughi, ci siamo fatti pure menare e ora rischiamo pure di andare a casa. Una volta l'Italia menava e vinceva, ora ci menano e piangiamo. Ecco la differenza. A portare tutti gli stranieri in Italia è successo questo: non c'è più un italiano che mena, andiamo in Svezia e ci menano. Siamo diventati tutti pariolini".
    "Il calcio italiano è finito. Usciamo anche da questo Mondiale. Per paura. Siamo andati in Svezia e abbiamo avuto paura. Non si può giocare con la paura. Se io vedo la mia squadra giocare con la paura, io piglio e me ne vado e ci metto un altro più coraggioso, perché può darsi che io gli abbia trasmesso paura. Oh, ma davvero: abbiamo perso contro chi? Stiamo andando fuori dal Mondiale: perdiamo tutti, voi giornalisti, noi addetti ai lavori, perde l'Italia".
    "Ci dobbiamo svegliare, dobbiamo cambiare le regole. Le Primavere sono fatte tutte da stranieri, basta! Il calcio è fatto dagli italiani, questo è il campionato italiano. Altrimenti andiamo a fare il campionato europeo e mondiale. E qui ogni mese ne esce uno, oriundo, e lo mettiamo dentro. Oh, ma andassero a prendere gli italiani nei campionati di Serie D e Serie e dategli l'opportunità. Vedete quelli come se li mangiano. Se mettiamo una squadra di Lega Pro contro la Svezia vinciamo: perché la Svezia vale una squadra di Lega Pro. Di Lega Pro. Quando c'è paura che succede? Ti fai autogol. Questi ci fanno stare fino a lunedì col pensiero che andiamo fuori dal Mondiale! È una vergogna".

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  4. hola! estoy de acuerdo, alla fine le cose che contano sono sempre quelle basiche poi purtroppo l'eccessivo materialismo ha montato la testa a troppa gente ma questo è lo scopo del capitalismo che regola ormai tutto il mondo. La isla ne è rimasta fuori anni ma le nuove generazioni ragionano esattamente come in ogni altro luogo del mondo, la globalizzazione imparable. Gira e rigira ¡come y signa que la vida es pinga! ajajaja chao Enrico

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    1. Lo so e per questo ti dico che le nuove generazioni andranno incontro a cocenti delusioni.

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  5. Come si fa a vivere semplice in questa Italia? Giuseppe

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  6. Io non ho ricette condivise.
    Ti posso solo dire che circondarti di gente positiva, fare un lavoro che perlomeno tolleri e scopare il piu' possibile sono cose che aiutano.

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  7. Non c’è vigilia senza spine. Figurarsi ora che in palio c’è il mondo, quello in Russia del prossimo giugno e quello che fa girare il nostro pallone. L’Italia lo sa: lo sanno i giocatori chiusi nel fortino di Appiano Gentile, fra le mura di casa Inter, e lo hanno capito i milioni di tifosi che stasera accenderanno la tv.
    Giù la maschera, verrebbe da dire. E non perché uno dei nostri senatori, Bonucci, ne indosserà una per ripararsi il naso, lievemente fratturato dal gomito velenoso di Toivonen a Stoccolma venerdì. Giù la maschera perché la Nazionale non ha più appelli e deve mostrare il suo volto più naturale in un colpo solo.
    Avanti con il 3-5-2
    Il tecnico azzurro Giampiero Ventura ha deciso di cambiare nastro dopo il mancato appuntamento in Svezia: nessuna rivoluzione nel modulo 3-5-2, sarebbe troppo azzardato, tre i volti nuovi fra gli interpreti di San Siro. Jorginho, Florenzi e Gabbiadini per De Rossi, Verratti (squalificato) e Belotti: questo dice il verdetto nell’urna del ct. Jorginho è alla prima assoluta in una sfida ufficiale, in un ruolo da regista che l’italobrasiliano vive quotidianamente a Napoli nel centrocampo a tre di Sarri: l’azzurro per lui è il colore naturale (da questa sera, giocando con l’Italia, dirà addio definitivamente al sogno di una convocazione nel Brasile) e, naturale, è il dover costruire per chi gli sta davanti, allargando il gioco o cercando la profondità. Da Jorginho a Florenzi, da un regista più o meno classico a un incursore che sa scegliere il tempo giusto. Da Florenzi a Gabbiadini, dalla reattività al movimento e alla forza nelle conclusioni da fuori area.
    Fuori De Rossi e Insigne
    Ventura ha guardato negli occhi il suo gruppo ed ha ottenuto le risposte che cercava: per superare la Svezia servono «cuore, testa e organizzazione», dice il commissario tecnico. Su di lui sono piovuti consigli di ogni tipo e, insieme ai suggerimenti, veleni e ironia. «Per leggere tutto ci avrei messo due mesi: ascolto, ma decido da solo. Credo - racconta il ct azzurro - che per chi sta al mio posto è stato sempre così, anche se su di me c’è un accanimento che non capisco...». Decido io, dice Ventura. E le scelte lo confermano: Insigne, per molti l’uomo della provvidenza, non troverà spazio questa sera, se non (forse) a duello in corso. Così anche De Rossi, ieri sera annunciato un po’ acciaccato dopo che il ct aveva fatto la squadra, finirà in secondo piano. «Non ci dovremo far prendere dalla frenesia di pareggiare i conti: queste - così l’allenatore - sono partite che puoi sbloccare in ogni momento».
    «Accanimento su di me»
    L’Italia è convinta di sapersi rialzare, la Svezia di concedere il bis. Il resto lo farà una sfida in cui non mancheranno nervosismo e contatti, difesa e ripartenze: il flop mondiale avrebbe effetti immediati anche sui conti, della Figc e di chi organizza l’evento, per colpa di diritti tv e sponsor che verrebbero a mancare. Il presidente della Figc, Carlo Tavecchio, ha promesso un premio personale a ognuno degli azzurri perché premi qualificazione non sono previsti. «Sapevamo che il nostro pass per la Russia sarebbe potuto passare da qui: e ora qui ci giochiamo il futuro», racconta Ventura. Un futuro azzurro, almeno per una notte: Milano ha risposto come sempre, forse di più. L’importante sarà avere pazienza a San Siro: il gioco del ct prevede anche pause per preparare il momento dell’affondo, pause da seguire e non da fischiare. Altrimenti il già difficile diventerebbe difficilissimo.

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    1. Certo che libidine non si smentisce mai!
      Se bisogna andare ai mondiali in questo stato e con questo allenatore forse è meglio non andarci proprio.
      Poi ha pure il coraggio di parlare di "accanimento su di lui"....l'unico accanimento che c'è su di lui è quello "terapeutico" per provarlo a tenere in vita come allenatore della nazionale, e non solo quella!

      Mateo

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  8. prima che l'allenatore il problema e' l'uomo...e noi lo conosciamo bene.
    Il primo anno da noi, dopo che alla seconda conferenza stampa pre partita aveva abbandonato la sala alla prima domanda scomoda dei giornalisti, l'ufficio stampa del Toro aveva annullato questo tipo di incontro.
    Per 5 anni.
    Solo ora, con Sinisa, e' tornata questa consuetudine.

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  9. ITALIA (3-5-2): Buffon; Barzagli, Bonucci, Chiellini; Candreva, Florenzi, Jorginho, Parolo, Darmian; Immobile, Gabbiadini. All: Giampiero Ventura

    SVEZIA (4-4-2): Olsen; Lustig, Lindelof, Granqvist, Augustinsson; Claesson, Larsson, Johansson, Forsberg; Berg, Toivonen. All: Jan Andersson

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