domenica 31 dicembre 2017

LAS TUNAS


Sono arrivato a Las Tunas alle 7 del mattino con un taxi trovatomi dai soliti ragazzi di fronte al terminal del Viazul a La Habana.
Taxi di un avileno che doveva rientrare a Cayo Coco dove era di base e che ha arrotondato un po' portando me e i miei 2 compagni di viaggio occasionali a Tunas.
Ho speso 60 cuc e ne e' valsa la pena.
Visto che era gia' mattina ho bypassato il sonno, avevo dormito un po' durante il viaggio, sono andato a cambiare denaro e ho chiamato il mio amico della renta dello scooter.
Era appena passato un frente frio, faceva un bel caldo ma nulla a che vedere con la canicola dei mesi precedenti, anzi alla sera, in scooter, una bella felpina leggera ci stava giusta giusta.
Ho ritrovato la mia solita citta' di sempre, come ho gia' detto molte code ovunque ma sono cose che a noi turisti toccano poco o nulla.
Solita pletora di lungodegenti italiani bivaccata sulle panchine del parque, ho abbracciato gli amici, salutato i conoscenti ed ignorato gli altri con cui non ho nulla a che fare.
La mia solita vacanza da Lone Wolf in cui avro' parlato, ad andare larghi, 15 minuti in italiano.
Non ho chiesto la Visa Familiar anche se sono stato parecchio con la mia famiglia, per soli 10 giorni non avevo voglia di sbattermi a cercare casa per i momenti ludici, diciamo che ho trovato una situazione abitativa differente, direi perfetta.
Jogging una mattina si e una no in giro per la citta', come facevo tanti anni fa, in fondo cambia tutto per non cambiare nulla.
Ho frequentato le mie solite 6/7 fanciulle di sempre, nessuna new entry a questo giro, in soli 10 giorni ho fatto i salti mortali per non far mancare nulla a nessuno...finendo con la lingua abbondantemente di fuori.
Oramai parlo di amiche vere e proprie, quasi tutte con qualcuno che le mantiene (un paio di loro si...”appoggiano” addirittura su una mia posta pay che ho laggiu' per le loro...transazioni), hanno figli da mantenere e cose da pagare.
L'aiuto di un amico e' sempre gradito.
So di essere ultimo rimasto a pagare....ovviamente... gli altri fenomeni del web si divertono aggratis, ma il Marchese del Grillo non chiede sconti, paga o non paga ed io, per fortuna, pago.
Salta subito all'occhio come i SE VENDE attaccati alle porte delle case siano diminuiti del 80% a seguito della fine del “pie' seco, pie' mojado” voluta da Obama (non dal Trumpo, e' bene ricordarlo).
Ora entrare in terre confederate e' diventato un gran casino, ne parlero' a tempo debito, ma e' chiaro che chiusa quella porta molti non hanno piu' la necessita' di svendere casa per pagarsi un passaggio che oggi non e' piu' praticabile.
Mario con la sua piccola spaghetteria lavora bene come al solito, mentre le altre attivita' “italiane” vivono alterne fortune, anche di questo parleremo presto.
In linea generale diciamo che hanno aperto numerosi piccoli paladar o chioschetti che, a naso, credo faranno una certa fatica a campare.
I piu' disillusi sono i miei coetanei o comunque quelli dai 40 anni in su.
Si sono illusi che con Obama e tutto cio' che era accaduto lo scorso anno le cose potessero cambiare, ma si sono presto accorti, anche a seguito delle manovre del Trumpo, che le cose avrebbero proceduto come sempre e che i treni da prendere al volo si faranno ogni giorno piu' rari, mentre gli anni passano.
Oggi anche trovare un malpagato lavoro statale e' diventata una chimera spesso raggiungibile solo tramite soborno, certo ci sono i lavori particular dove si guadagna discretamente, ma il loro atteggiamento di fronte al lavoro non cambia.
Per questo quando mi raccontavano che per la miseria che paga lo stato non valeva la pena lavorare, ho sempre pensato che lo stesso atteggiamento sarebbe stato applicato anche di fronte a lavori migliori e ben pagati.
Malgrado tutto il tunero va avanti, la squadra di pelota cittadina, che non ha mai vinto il titolo nazionale, e' ora nell'ultima fase dove rimangono solo 4 squadre e l'entusiasmo in citta' e' a mille.
Mangiare fuori in un paladar decente oggi costa dai 10 cuc in su, le differenze con le altre citta' si stanno appiattendo visto che, anche nella capitale, puoi mangiare decentemente con quella cifra.
Comunque con un po' di soldi in tasca, un mezzo per muoverti, una buona casa e l'agenda telefonica provvista di buone opzioni vi posso assicurare che Las Tunas e' sempre un bel posto dove trascorrere del tempo.
Il problema e' che non e' piu' attrattiva per chi non la conosce, arrivi di sera e vedi tutto buio con mas policia por la calle que bocadito de puerco e...te ne vai da altre parti.
Ma del perche' di questo atteggiamento, come di tante altre cose parleremo in futuro.
Ancora buon 2018.

14 commenti:

  1. MASSIMILIANO ZARLATTI - IL BELLO DELL'AVANA

    NATALE ALL'AVANA

    Pronunciato così, secco, sembra il titolo di un cinepanettone. Pensandoci bene mi viene il terrore e il sospetto che qualcuno lo abbia prodotto davvero ma non sono informatissimo in materia. In ogni modo questo Natale mi prendo questo spazio proprio per parlare delle feste, del Natale, appunto, e di come il popolo cubano vive questo periodo dell'anno.
    Chiaramente fa un certo effetto vedere Babbo Natale con tanto di renne e slitta a trenta gradi in mezzo alle palme. Più che un nonno buono e generoso sembra uno mezzo rincoglionito che ha sbagliato strada con l'Ape. Comunque se ne vedono alcuni disseminati per la città, soprattutto nelle zone residenziali. Come succede anche nella nostra bella provincia italiana, l'entità, la brillantezza e la luminosità di un Babbo Natale esposto in giardino o su un balcone è sinonimo di ricchezza perciò questa nuova borghesia, appena nata a Cuba ma già fetente come una piscina piena di merda, ripropone i suoi topos intatti anche da questa parte dell'oceano. Il Natale, le feste, i pupazzi, le palle, i regali, in poche parole il vero cuore della "spiritualità" cattolica (che pare vada a braccetto con ogni cosa maleodorante) sono un'occasione troppo ghiotta per non gettarcisi dentro quando si aspira ad essere dei borghesi piccoli piccoli. In realtà del Natale e della nascita di cristo qui interessa a pochi. A qualche straniero che per sentire un po' di aria di casa metterebbe la testa anche nel sospensorio di nonno e a quello sparuto gruppo di cattolici autoctoni, appunto, folgorati dalle kermesse ripetute dei papi buoni sbarcati sull'isola negli ultimi anni. In realtà i cubani sono devoti alla santeria. Punto. Come già detto in precedenti post non ne vado pazzo, ma la considero di gran lunga più sana e migliore del cattolicesimo sotto qualunque travestimento esso si presenti. Meglio una martellata sulle palle che una mezz'ora con un atleta di cristo, con un teologo della liberazione (ohhhhhh), con un orco dell'Opus dei, con un gesuita o con uno dei tanti preti bravi che dialogano coiggiovanitrogati. A Cuba esiste una specie di turismo religioso, una disinvoltura molto cubana, che oserei definire meravigliosa, che porta singoli individui a passare con serenità da un decennio di peccato sporco, a tre anni di penitenze con Geova (a proposito, ma la fine del mondo non doveva arrivare quando moriva l'ultimo uomo nato nel 1918? Cioè, a che punto siamo? Se non è ancora morto, uccidiamolo! Voglio dire: se non succede questa storia della fine del mondo, i Testimoni si dissolvono? si dimettono?), a un paio d'anni ancora a vendere le chiappe a due dollari per poi intraprendere un lustro di fuochi incrociati tra gli anatemi dei pentacostali e i rimbrotti degli anabattisti.

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  2. In questa cavalcata dell'anima è facile che un cubano faccia anche una capatina tra i preti cattolici che da qualche anno si vedono sfilare allegramente per strada come cucarachas vicino allo scarico del bagno. L'offerta delle religioni un po' come al Luna Park dell'Eur. I pesci rossi o il Tagatan? Insomma, la religione qui (per fortuna) non è una cosa del tutto seria. La serietà mortifera dei preti non ha grande futuro da queste parti. Meglio far seccare le palle al vicino di casa antipatico decapitando un paio di galline che stracciarsi le palle (le proprie questa volta) con una quaresima. Dà molta più soddisfazione la prima e si riscuote in una mesata. La vita eterna e il paradiso hanno tutto il sapore delle trattenute Inps che non rivedremo mai più. Tornando al Natale, il mio automatismo pavloviano che mi ha portato a sparare dei Buon Natale a ripetizione nei giorni scorsi, ha trovato tiepidissime risposte nei cubani. Educazione e poco più. Ah, sì, certo, buon Natale anche a Lei. E poi silenzio. L'unico sussulto dipende dal fatto che il 25 dicembre è diventato giorno festivo da qualche anno. Non si lavora, si va a ballare, ci si ubriaca. Punto. La vera festa dei cubani è il 31 dicembre. Già da fine settembre il cubano è in fibrillazione per quella notte. Il lieve aumento di furtarelli negli ultimi mesi dell'anno è una costante direttamente collegata con il 31. L'uomo che non è in grado di portare a casa una zampa di maiale da rosicchiare con moglie e figli a capodanno non è un uomo. Inutile dire che i maiali sono quelli che attendono con meno euforia la data fatidica. Smettono di essere animali burloni e simpaticoni e diventano un esercito di zamponi da comprare a caro prezzo e poi da rosolare sulla piastra per un giorno intero. È tutto il rituale che affascina: l'acquisto delicatissimo, l'addobbo della carne con spezie sapienti, la preparazione della graticola, la cottura. Mangiarlo diventa quasi un dettaglio. Quasi. La mia vigilia, per esempio, può essere riassunta in un solo hashtag: #colesterolo. Bello e incisivo. A pranzo, con la famiglia di mia moglie, ho fatto una scorta di proteine sufficiente per una campagna di Russia; a cena, a casa di Emanuele, un amico italiano, abbiamo affondato le nostre residue amarezze nell'immancabile zampa di maiale, accompagnata da yuca, poi da tutto il resto, perfino da nutella, torroni ed altre tragedie annunciate. Noi atei finiamo poi il 25 a trascinarci come penitenti sulla Quinta avenida per smaltire ettolitri di grassi polinsaturi nelle terrificanti sessioni di jogging festive. È dura ma si intravede la madonna all'ultimo chilometro. Un modo come un altro per accedere alla grazia dalla porta di servizio. Mentre corriamo promettiamo a noi stessi che il prossimo anno sarà tutto diverso. Magari riscopriremo le nostre belle radici cristiane (mamma mia che emozione!), perché no, e allora metteremo un bel Babbo Natale in giardino, e, per non farci parlare dietro, ne metteremo in bella mostra un altro, quello simpatico che si arrampica sul balcone. Per completare tutta la liturgia andremo anche alla messa di mezzanotte e poi a trans minorenni verso l'una. Deciso: il prossimo anno sarò più buono. Buone feste!

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  3. hola! mi piacerebbe conoscere quelli che non pagano.... comunque è vero in generale l'illusione è stata grande, vero anche che le differenze di prezzi di zone differenti della isla si stanno livellando. Simpatico il racconto del natale habanero, per fortuna nella isla la peste cattolica non fa breccia se non per moda o status passeggeri. Io sono ko ma ho già fatto le mie feste ad inizio mese. Buon 2018. chao Enrico

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    1. Ah guarda....sono tutti fenomeni...nessuno paga ahahaha poi magari pagano il mantenimento per ex moglie e figli italiani...
      Auguroni

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  4. sono giannni comincio per augurare a tutti buon anno e dire che questo blog che seguo me gusta mucho perché quello che tu scrivi e la vera vita che si puo godere da quelle parti ,il motto valido e cuba o la odi o la ami

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    1. Ciao Gianni
      Scrivo quello che vedo che, a quanto pare, sono le stesse cose che vedete voi.

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  5. Santa Fe-Buon 2018 Milco! riguardo al post poco da aggiungere se non che trovo i commenti riferiti a noi cristiani e alla mia religione come privi di rispetto per le libertà altrui, ma d'altronde la buona educazione la si può pretendere solo da chi ha cultura e buon senso.

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    1. Ancora sta storia....
      Ho un blog ed non un forum proprio per evitarmi menate di moderazione.
      Se non gradisci cio' che qualcuno scrive passa oltre, che ti frega?
      Buon 2018 anche a te.

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  6. Interessante il discorso dei SE VENDE diminuiti. Giuseppe

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    1. La maggior parte della gente vendeva per andarsene in Usa.
      Ora chiusa questa porta...meglio tenersi la casa.

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  7. L’ultimo giorno del 2017 mi ha portato una notizia di cui avrei fatto volentieri a meno.
    Mi invia un sms Valter che, come lui stesso ha riportato, e’ un fedele servitore dello stato nelle forze di polizia.
    Mi chiede se e’ vero che Pedro, un italiano che vive a Tunas, ex funzionario di polizia di alto livello, sia morto d’infarto.
    Cado dalle nuvole.
    Invio un messaggio a Mario della spaghetteria e ad altri che sono a Tunas per chiedere conferma della triste notizia.
    Mario ancora non sapeva nulla ma si sarebbe informato.
    Questa mattina Claudia mi ha confermato la cosa, Pedro viveva a 50 metri dalla casa del nostro familion.
    Nella notte, d’infarto, se ne era andato, svegliandosi morto.
    Pedro era uno dei non molti italiani decenti che vivevano in citta’.
    Non posso dire che fosse un mio amico, uso questo termine molto raramente e sempre a ragion veduta ma ci si conosceva, probabilmente ci facevamo anche una certa simpatia.
    Forse perche’, come me, anche lui era fuori dal giro di frequentazioni legate agli spalamerda che bivaccano sulle panchine del parque, esattamente come il sottoscritto si occupava della sua vita e non di quella degli altri.
    Lo vedevo da molti anni in giro per la citta’ ma ci eravamo conosciuti soltanto qualche anno fa, tramite un amico comune.
    Era un tipo un po’ particolare, fra l’altro aveva svolto buona parte del suo servizio lavorativo a Torino, nella Torino degli anni difficili.
    Vestiva tutto in tinta.
    Un giorno tutto giallo (scarpe ed occhiali compresi), un altro tutto in rosso, uno tutto in blu anche se il suo colore preferito era il viola.
    Aveva una casa pazzesca su 3 piani con jacuzzi, ginnasyo, tv al pasma in ogni camera, 200 tipi di occhiali, 100 di scarpe ecc…
    Un carro d’epoca….viola.
    Stava bene economicamente, aveva preso una barca di soldi di liquidazione e la pensione era intorno ai 2500 al mese.
    Aveva avuto un matrimonio cubano non andato benissimo e ora si era risposato per la residenza che aveva ottenuto.
    Voleva fare una renta di alto livello, da 50 cuc al giorno, piu’ volte gli avevo detto che Tunas non era il posto adatto, con quella casa a La Habana avrebbe fatto i soldi a palate.
    Al di la della faccia da…sbirro era una gran brava persona.
    10 giorni fa esco da Dona Neli dove avevo comprato il pane, stavo per rimontare sullo scooter e mi sento chiamare.
    Era Pedro.
    Ci siamo stretti vigorosamente la mano, non era tipo da abbracci o cose simili.
    L’ho trovato molto scazzato, forse il vivere a Tunas troppo a lungo lo aveva un po’ esaurito.
    Era nella fase in cui “sono tutte puttane e non ti puoi fidare di nessun cubano”, situazione a cui giunge chiunque viva a Cuba in pianta stabile.
    Aspettava che riaprissero per le licenze delle renta e allo stesso tempo se qualcuno voleva comprargli la casa…anche a rimetterci l’avrebbe venduta per trasferirsi vicino al mare.
    L’ho visto girare sempre solo nei giorni seguenti, vestito anche meno bene del solito…perfino un po’ trascurato e non era da lui.
    Non so cosa realmente sia successo, so solo che ho perso una persona con cui stavo bene, uno dei pochi con cui valesse la pena farsi 2 chiacchiere o compartire un traco.
    Ti sia lieve la terra, Pedro.

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  8. Auguri a tutti, Milco grazie per quella cosa sei stato gentilissimo!
    L'Havana ha sempre il suo splendido fascino, vorrei tornare a fine febbraio-primi di marzo, ad oggi i prezzi dei voli sono ancora alti per quel periodo "moscio" a livello turistico, spero si abbassino...Vorrei andare un pò di giorni in qualche posto con mare bello non troppo lontano dall'Havana (altrimenti verrei a oriente dove ci sono posti stupendi), come "budget" di ore di viaggio non vorrei superare le 4-5 ore di Viazul, pensavo a Trinidad/Playa Ancon, dicono abbia un mare e spiaggia belle, cosa ne pensate?
    Valter

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    1. Figurati.
      I prezzi buoni tipo 450 sono ad aprile infatti sto' guardando...
      Ti direi Playa S.Maria ma ci sono stato il 24.....Rimini coi fratelli Vanzina quindi eviterei.

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