venerdì 12 gennaio 2018

ARREDARE


L'altro giorno mi chiama un mio conoscente di penna, credo abbia scoperto il blog qualche anno fa, per chiedermi dritte sul come arredare una casa che ha appena acquistato a Bayamo.
Sposato con prole, buon lavoro, 2/3 viaggi all'anno a Cuba, moglie e figli che ci passano tutta l'estate.
Situazione nella norma, buon per lui.
Arredare casa a Cuba...tanta roba.
Partendo dal presupposto che Bayamo, dal punto di vista dei materiali (sopratutto del marmo) sia un po' meglio messa di Tunas posso soltanto raccontare come, oramai oltre 4 anni fa, arredai Grande Torino.
Un arredamento di discreto livello ma nessun lusso inutile.
Dovevo arredare 2 camere da letto, una cucina, un salotto e poco altro, non un'impresa biblica ma occorre sempre ricordarsi che a Cuba, sopratutto nel suo oriente...l'Ikea non c'e'.
Quindi sbattersi e viaggiare.
Lo scooter o un mezzo di trasporto accorciano notevolmente i tempi, ottimizzando il gran via vai che vi aspetta ogni giornata.
Bisogna poi tenere conto delle priorita' cubane dal punto di visto estetico, il Juego de sala e' il biglietto di presentazione della casa, occorre scegliere bene.
Se mi ricordo vi diro' anche i prezzi.....di 4 anni fa.
Per il Juego de sala sono andato da degli artigiani en Nueva Sosa, me li avevano raccomandati, e' gente che lavora bene ad un prezzo accettabile, ho scelto la stoffa e il modello per le poltrone e il divano.
Dopo 10 giorni mi e' stato consegnato per un costo di 400 cuc, non molto nel contesto attuale anche perche' davvero avevano fatto un bel lavoro.
I letti li ho fatti fare da un tipo vicino a casa nostro, in tubo, costo circa 120 cuc l'uno del colore che volevamo noi, letto con 2 comodini.
Discreti, nulla di trascendentale ma per una casa de renta (a Tunas) era piu' che sufficiente.
Per l'armadio e una cassettiera sono andato in una casa in fondo a Calle Marti', una casa con un portal dove espone mobili.
Loro li vendono soltanto, ci sono artigiani che usano quella casa in bella vista per vendere i loro lavori.
Un armadio e una cassettiera mi pare 300 cuc, mobili che sembravano perfetti ma che dopo alcuni mesi hanno richiesto un po' di manutenzione perche'...gonfiavano.
Il solito discorso della madera verde che nessuno dice di usare ma che tutti usano.
Il cuarto de renta ha un armadio a muro (close) e va bene cosi'.
Lampadari colorati presi a Casa Azul, tutti dello stesso modello, mi pare siano 8 a 40 cuc l'uno se ricordo bene.
Per quanto riguarda i frigoriferi ho approfittato di un tipo che, in partenza per gli Usa, aveva tutto in vendita con tanto di cartello sulla porta.
In cucina il solito frigo mentre nel cuarto de renta uno di quelli piccoli che si trovano negli hotel.
Non ricordo il costo.
Materassi fatti fare da un amico di famiglia, ottimi, mi pare a 80/100 cuc l'uno.
Per il fornello, visto che in casa si cucina poco ho preso uno di quei fornelli con 4/5 piani cottura, per l'uso che ne fanno, fin troppi.
Multi mobile per il salotto, il solito in vetro dove ci puoi mettere di tutto, e' un mobile che non mi e' mai piaciuto ma se in una casa cubana non se ne trova uno e' un milagro...o non e' una casa cubana.
Televisore per il cuarto de renta di quelli classici mentre quello al plasma per la sala si e' acquistato coi proventi della casa.
Tende per tutta la casa fatte fare, tenda della doccia presa in casa Azul, sobrecama trovato grazie alle amicizie mafiose del boss.
Posate e tutto il necessario per la cucina quasi tutte arrivate da o'paese do sole cosi' come lenzuola, tovaglie, asciugamani, tappeti e tutto cio' che e' trasportabile senza pesare troppo.
Quadri acquistati da un'amico pittore e fatti inquadrare da un tizio in barrio Mexico (il Bronx tunero), quasi piu' cara la cornice che il quadro.
Un'altro paio di tavolini presi in giro per la citta', lavatrice da battaglia, altre cose acquistate quando, faticosamente, si trovavano nei negozi.
Ci ho messo quasi una vacanza a trovare tutto, come dicevo a Cuba l'Ikea non e' ancora arrivata.

15 commenti:

  1. VITTORIO ZUCCONI

    Il patto col diavolo, l'America razzista
    In una piazza di Savannah, la storica e bella città della Georgia sull'Atlantico, si erge, da dieci anni, un monumento del quale il Presidente Donald Trump non deve avere mai sentito parlare: è il momento che commemora il contributo e il sacrifico dei Chasseurs-Volontaires de Saint-Domingue, i fucilieri volontari che nel 1779 parteciparono alla Rivoluzione Americana combattendo al fianco dei ribelli di George Washington contro le truppe coloniali inglesi.
    Erano neri di pelle, africani di origine o di nascita, soggetti di una terra che allora era colonia francese e oggi è diventata Haiti, anche grazie a quella rivoluzione che i reduci dalla Guerra d'Indipendenza americana videro e imitarono. Provenivano da quella nazione che oggi il leader degli Stati Uniti d'America ha definito uno "shit hole", un'espressione che l'Agenzia Ansa ha tradotto eufemisticamente in "cesso" ma che all'orecchio di qualsiasi americano suona molto, molto più volgare. Uno "shit hole" è un "buco del culo". Nella più benevola delle traduzioni, un "merdaio".
    Un merdaio, secondo l'uomo che neppure si rende conto del ruolo di simbolo vivente e pontefice laico della "religione americana" che le sfortune della storia gli hanno assegnato, come è tutta l'Africa, continente fatto di 54 nazioni e di una vertiginosa varietà di etnie, di diversi colori di pelle, storia, cultura, religione, grado di sviluppo industriale, urbanizzazione, come un "merdaio" sono l'Honduras, la più povera della nazioni del Centro America o il Salvador, la più violenta, come sono tutte le terre dalle quali adulti, bambini, vecchi tentano di fuggire precisamente perchè sono "buchi del culo". Nessuno fugge dalla Norvegia di oggi, la nazione che Trump ha citato come esempio di paese dal quale vorrebbe immigrati, forse perchè poche ore prima aveva incontrato la Presidente del Governo di Oslo Erna Olsberg e come tutti i bambini, o i più deboli di mente, anche lui tende a ricordare e a conservare l'impressione dell'ultima persona con la quale ha parlato, fino alla successiva che lo distrarrà.
    Dopo avere notato che la Casa Bianca e i cortigiani, compresi quei generaloni che dovrebbero essere gli adulti nell'asilo infantile e contenere i capricci del bambinone, tacciono come marmittoni intimiditi quando il Boss ne spara una delle sue, non hanno smentito quelle sue espressioni, non ci sono commenti adeguati per un Capo dello Stato americano che considera "merdai" l'intera Africa e nazioni vicine e sventurate come Haiti.
    La sola spiegazione che viene data dai suoi sostenitori in Parlamento e dai leccapiedi della Fox News Network è che queste cose sono dette per massaggiare "la base", i caproni più razzisti e zotici fra i suoi elettori ancora aggrappati a lui ed è una spiegazione che ancora più terrorizzante della frase. Il suo e quello dei suoi supporter è puro, distillato razzismo, attizzato dal rancore e dall'ansia di vendetta contro quell' "africano", quell'usurpatore con la pelle nera che ossessiona questa base e Trump, intento a demolire ogni tesserina del Lego faticosamente costruita dal predecessore.

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  2. Ê disprezzo per chiunque non appartenga all'immaginaria tribù dei "bianchi puri", formata in realtà da un mosaico di popoli fuggiti in America da altri "buchi del culo" del mondo, i ghetti della Polonia, dell'Ukraina, della Bielorussa, la miseria più divorante del Sud d'Europa, Italia inclusa, dalla Germania che gli antenati di Trump, quando ancora si chiamavano Drumpf lasciarono per mangiare, dall'Irlanda devastata dalla carestia delle patate.
    Siamo oltre alla vergogna di un anziano signore che crede di vivere ancora in uno studio televisivo dove conta soltanto la capacità di raccogliere audience e marcare ratings, dunque ricorre ai trucchi dello "shock" per attirare pubblico. Siamo alla minaccia diretta al cuore di ciò che gli Stati Uniti d'America sono e decisero di diventare 240 anni or sono, anche con il sacrificio dei fucilieri haitiani.
    Trump si sta rivelando il peggior amico che gli americani possano avere. Una minaccia diretta a ciò che il mondo ha sempre creduto fossero gli Usa, rischiando la vita pur di raggiungerli.
    Quest'uomo che trabocca di odio per tutti coloro che non sono come lui, che sta ogni giorni ferendo l'immagine, il prestigio, l'onore di quella nazione che proclama di amare, non sapendo che cosa significhi diventare americani, essendo lui nato a New York già con il "cucchiaio d'argento in bocca", milionario prima di imparare a camminare, è il migliore alleato di chi odia l'America.
    Una parte dell'America ha firmato un patto con il diavolo quando lo ha eletto grazie alla bizzarria del sistema elettorale presidenziale. In cambio di un apparente favore fiscale che beneficerà principalmente chi non ne ha bisogno, ancora tutto da dimostrare, di una Borsa che continua a gonfiarsi verso l'inevitabile scoppio, della retorica di una grandezza perduta che ha sempre significato soltanto il ritorno alla supremazia bianca, ha venduto la propria anima di "nazione di nazione", di città sulla collina che richiama gli stanchi, gli affranti, i poveri, i perseguitati come recita il poema alla base della Statua della Libertà.
    Poche ore dopo i suoi commenti sull'Africa, Haiti, il Centro America come "merdai" del mondo, Trump aveva registrato per la tv il messaggio di saluto e di commemorazione per la Festa di
    Martin Luther King, che sarà commemorato lunedì prossimo, in un orgasmo di ipocrisia che offende quella memoria che a parole vorrebbe onorare. King fu ucciso 50 anni or sono, nel 1968. Se il "trumpismo" dovesse infettare la nazione intera, sarebbe morto invano.

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  3. Se vuoi un elettrodomestico (TV, frigo, split) di livello senza spendere una fortuna, l'unica soluzione è andare a Miami. Ti ricordi il casino che c'era quando siamo arrivati in aeroporto? Mai visto tanti elettrodomestici insieme, tutti provenienti da EE.UU. Stessa cosa per mobili, quadri...
    Ormai i muli si sono evoluti.
    Simone M&S

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    1. Mi ricordo bene, sei uscito prima tu con 20 valigie che io con una piccina piccina....
      All'uscita ho pure incrociato Carlo carico come te a cui ho dato una mano per portare fuori un valigione.
      Privilegi di chi come voi ha il familion... :-)
      Da Miami arrivava di tutto.

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    2. Importare elettrodomestici puó sicuramente essere conveniente... ma a certe condizioni e dipendendo da vari aspetti

      Andare a Miami puó essere una soluzione... ma non la sola e non sempre la piú conveniente

      Molti fattori vanno considerati prima di andare a Miami e/o prima di decidere di spedire un elettrodomestico a Cuba Cool

      Primi fra tutti:

      - in quale moneta si pagheranno le tasse doganali, CUP o CUC Question
      - quale città/provincia é la destinazione finale dell'elettrodomestico Question

      Dopo aver fatto queste considerazioni ed i relativi calcoli, é molto probabile (se non certo) che a chi viaggia dall'Italia e spedisce nell'oriente cubano NON CONVIENE "ANDARE A MIAMI"
      Cocoloco

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  4. Alla fine tutto questi acquisti da amici/contatti/casualità fa parte del divertimento di comprarsi una piccola proprietà in loco.

    Su Miami penso che se bloccassero l'uscita di beni verso il sud America , l'economia locale ne risentirebbe parecchio, visto che un po' tutti in sud America vedono la Florida come la Mecca per acquisti propri o da rivendere a conoscenti ed amici. Mat

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    1. Anche perche' ai cubani e ai residenti a Cuba, alla prima entrata a Cuba tutto il sovrapeso si paga in cup, scusa se e' poco.

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  5. Sospesa per motivi disciplinari. A Cuba, neanche gli sportivi famosi non possono sottrarsi alle regole comportamentali come dimostra la vicenda di Melissa Vargas. La federazione cubana di pallavolo ha infatti squalificato per 4 anni la talentuosa giocatrice che ha esordito a 13 anni in nazionale e nel 2014 è stata la miglior realizzatrice sia nella Coppa Panamericana sia ai Giochi centramericani e caraibici contribuendo al bronzo. La causa pare sia una vertenza fra la famiglia della giocatrice e la federazione dopo le rimostranze per come veniva trattata Melissa nell'accademia di volley. Il risultato è lo stop agonistico, anche all'estero per 4 anni. La giocatrice nel 2015-16 era stata autorizzata a trasferirsi in Repubblica Ceca, al VK Prostjov, ricoprendo nel club il ruolo di schiacciatrice ed opposto, ma era rientrata nell’isola caraibica a causa di un infortunio e continuava la sua preparazione alla scuola dello sport. I genitori però sono in polemica con la federazione per il trattamento riservato alla figlia e hanno presentato una denuncia a cui ha fatto seguito la squalifica. Una ritorsione? Di sicuro Melissa ora non potrà giocare per le prossime 4 stagioni né in nazionale né per nessun club.

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  6. Aston arredare a Cuba sembra una cosa complicata. Giuseppe

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    1. Non e' complicato, ci vuole solo pazienza e tempo.
      Fra l'altro acquistai casa e mobili col cambio non lontano da 1.40, spesi davvero un cazzo.

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    2. Questi si che è il top...oggi questo cambio in cartolina lo vediamo...io io max che ho cambiato a Cuba è stato 1.30

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    3. Pare che ora siamo vicini al 1.20 che e' comunque discreto.

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  7. Ristrutturare e arredare casa a Cuba è tosta...un gran sbattimento e soprattutto tanta tanta pazienza...e occhio alle creste che potrebbero farti sui prodotti...per questo se un giorno comprerò casa cercherò di comprarla pronta para vivir e arredata...poi se c'è qualche lavoretto da fare no hay problema, ma deve essere poca cosa, anche se oggi comprare casa a buon prezzo non è facile dopo che el loco Trump ha ribaltato tutte le cose positive che stava facendo Obama, e i cubani non sono più così invogliati con l'acqua alla gola dal vendere per andare negli Usa dai loro parenti.

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    1. Ma no...se hai tempo libero e' anche divertente, una specie di caccia al tesoro...
      Con Trump....i prezzi si sono abbassati e non alzati....

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