sabato 20 gennaio 2018

IL FREDDO


ALESSANDRO ZARLATTI - IL BELLO DELL'AVANA
Fa freddo. In queste ultime settimane sta facendo freddo. Come non ha mai fatto. O almeno così sembra a me. Ogni volta mi piace dire che a Cuba fa freddo tre giorni l'anno. L'inverno come un'eclissi rapidissima. Però io non faccio testo: non ricordo niente.
L'anno scorso di questi tempi ero dall'altra parte di me stesso e arrancavo dietro a nuove tristezze che trattavo con medicinali scaduti. Birre, canzoni, rilanci. Forse faceva freddo anche un anno fa. Ora che ci penso mi sembra di ricordare la pioggia e il cielo scuro che rimbombava dietro a tutto. In ogni modo fa freddo e L'avana sembra smarrita. Tra le sue certezze ha il calore che non perdona, quello che modifica, anzi forgia, i passi delle persone, il ritmo delle parole, le ore, i giorni, il sapore dei baci, la lentezza degli sguardi, i progetti di vita, i ricordi. Il caldo. Mentre così, sferzata dalle folate violente che ricordano quello che Cuba non è, quello che Cuba non vuole essere, sembra una chiesa profanata da ragazzini che hanno piani modesti. E allora sembra una tregua. Tutti sospesi come su una corda nel vuoto, tra l'ultimo caldo e il prossimo. Tra colori e colori, tra musica e musica, tra balli e balli. A me rilancia una di quelle corde invisibili che tengo interrate in giardino. L'aria di Roma. Certi freddi, certi venti, tutti i ricordi che attaccandosi a quella fune tornano in superficie come in un'archeologia di me stesso. E allora diventano quelle giornate di ottobre quando Roma non vuole decretare ancora la fine dell'estate. E tu neanche. Giri in motorino nel tardo pomeriggio e prendi un cappuccino da qualche parte e becchi Giacomo o Peppe o Sandrone. Chiacchiere verso Campo dei Fiori, piazza Farnese. Qualche zozzone per strada. Poi un'occhiata alle bettole dell'usato di Governo Vecchio. La solita merda. Ti ricordi di Jacopo? Ti ricordi che cappottoni assurdi ci comprava in quei posti? E poi una (dozzina di) Ceres al bar San Callisto. Ti ricordi? Anni passati su quei tavoli a dire fregnacce. Giacomo, Sandrone, Peppe, Jacopo, Giorgia, Emma, i fratelli, aspè, come si chiamavano... i fratelli Flego e poi Tony e Maurizio. Più avanti con Marzia, con Olivia, con Laura, con Anna. E poi gli eroinomani seduti ai tavoli e quello che girava sempre con il Manifesto del partito comunista nella tasca della giacca. E poi l'attore bravo con la ragazza bona. Dario Bellezza. Victor Cavallo: genio, morto prestissimo. Quelli che campavano facendosi gli appartamenti. Quelli che sparivano e finivano in carcere. I finti compagni. I veri fascisti. Ti ricordi, Già? Le feste. Sì, si andava alle feste, devastati dalla birra e dalle canne. Faceva freddo ma non lo sentivi. Si girava in macchine con bolli mai pagati, con assicurazioni di fantasia, si finiva in ordine sparso, per miracolo, a casa. Col freddo, con Roma. Quella notte che siamo passati dietro un'aiuola e siamo finiti dentro ai fori romani a fare chiacchiere metafisiche. Quell'altra in cui siamo finiti all'alba a Napoli a mangiare le cozze. Ti ricordi? Poi da Scaturchio, poi boh. Faceva questo freddo. Quello dolce. Quello che ti fa credere in un tempo infinito, nell'amicizia per sempre, nelle stagioni che non finiscono.

Oggi quel freddo, qui. All'avana. Mi sveglio prima di Flabia. Mi preparo un caffè. Lavo dei piatti. Do un'occhiata a internet e poi mi rimetto a letto. Tiro la coperta fino al mento. Non mi addormento ma lascio la testa in quel bagnasciuga tra la realtà e i ricordi. Quelli. I miei amici, Roma, il San Callisto. Poi ci svegliamo e iniziamo pigramente a fare dei lavoretti programmati da tempo. Flabia si mette a verniciare una porta mentre io cerco di aggiustare una finestra. Accompagnati da canzoni strazianti, boleri, colpi bassi, agguati, non ci facciamo abbattere. Siamo contenti. Ogni tanto ci sorridiamo e ci diciamo di amarci. Fa freddo. Quel freddo così lontano e stranamente vicino, a tal punto che ti entra nelle ossa. Peppe, Sandrone, Giacomo e tutto il mio mondo sono qui con me, inspiegabilmente. Certe volte sembra che il tempo sia una dimensione diversa.  Non certo lineare ma una specie di caos ipertestuale dove un bacio ti richiama un percorso, un odore, parole, dove una temperatura piú bassa del normale ti restituisce una stagione intera o due occhi soltanto.
Mentre l'Avana fa silenzio, spaesata in questa attesa di tempi migliori, di climi migliori, che gli toglie solo per un attimo l'anima.
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Il freddo a Cuba non e' una bella cosa, in generale il freddo non e' mai una bella cosa.
A dicembre arrivo a La Habana e fa freschino...non freddo, mi spiegano che sta' terminando un frente frio, ne aveva parlato il Gugone nel nostro gruppo su whatsapp.
Freddo che ci ha confermato lo stesso Gugu ieri raccontandoci di una gionata con 15 gradi.
Mi faccio portare davanti al terminal Viazul dallo chauffeur di casa Zule tenendomi addosso una felpina leggera ma togliendomi il giubbottazzo.
Di notte, mentre in auto andavamo verso Tunas, ci fermiamo alcune volte in mezzo al nulla per un caffe'....frio de pinga.
Mi rimetto il giubbottazzo che avevo in Italia uno di quelli bicolori da Football americano o universitari...bello spesso.
Poi a Tunas caldo anche se non caldissimo, di sera con lo scooter la felpina leggera era la morte sua.
Il freddo a Cuba, anche se parliamo di 12/15 gradi che da noi, in inverno, sono una festa ci destabilizza, non siamo mentalmente preparati ad affrontarlo.
Cuba, nell'immaginario collettivo e' il caldo, il mare, le palme, le mulatte ecc....non certo la maglietta della salute ed il mutandone ascellare.
Fra l'altro col passare degli anni il freddo lo tollero sempre di meno.
Eppure sono stato un ragazzo piemontese e torinese tirato su a geloni, nebbia, polenta e castagne.
Leggevo il racconto di Alessandro e mi rendevo conto come l'adolescenza di un ragazzo romano, napoletano o siciliano sia stata cosi' diversa da quella mia e di chi e' cresciuto quassu', al nord.
Le ottobrate romane, a Torino, specialmente in quegli anni ce le scordavamo, faceva gia' freddo, le vacanze erano un ricordo e passavamo le mattinate a fare cortei scioperando e tagliando da scuola con ogni pretesto.
Anche le cose piu' intime, il sesso o qualcosa di simile hanno avuto percorsi differenti in quegli anni.
Un ragazzo del centro sud avra' ricordi di notti in spiaggia, in camporella, dentro fienili, sui prati.
Io ricordo in gennaio, su una scassata vecchia 500, persi in una viuzza laterale della strada comunale per Cumiana, di notte, fuori un nebbione da paura, freddo cane a combattere con patta aperta a mutande alla cacaiola con la leva del cambio (pericolosissima) e con le chiappe che si ghiacciavano.
Come diceva Guccini “vederti o non vederti tutta nuda era un fatto di clima e non di voglia”.
Se cresci col sole ed il cielo chiaro sopra la testa poi quel cielo e quel sole te lo porti dentro sempre, se invece vieni su fra le nebbie ed il freddo e' difficile poi sviluppare un carattere aperto e gioioso.
Se non arrivavano i villaggi oggi forse sarei il classico torinese ombroso che ritiene una botta di vita una domenica in spiaggia libera a Borghetto o un abbonamento pomeridiano a Bardonecchia....e parlo di torinesi a cui e' andata di culo, che possono permetterselo.
Una cosa e' sicura, quando decidero' di andare a svernare per 6 mesi lo faro' in quelli invernali, da aprile in poi l'Italia e' bellissima.
Prima ve la lascio tutta.





9 commenti:

  1. ABBIATE PAZIENZA....Le dimensioni dei caratteri vanno per conto loro....

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  2. In questo fine settimana 3 eventi sportivi importanti;

    1) Ieri sera, dopo i due canonici mesi di pausa invernali i Villans sono tornati in campo per la stagione 2018.
    Foto prima della partita e del....terzo tempo.
    Noi con una punta di 21 anni e tutti gli altri dai 53 ai 56, loro sui 40/45...anche meno.
    Fino a meta' del secondo tempo si vinceva 2-1 poi....e' finita la benzina e si e' perso 4-2.
    Sul 2-1 abbiamo avuto 2 occasioni per chiuderla ma non lo abbiamo fatto.
    Io cosi' cosi'....ho un problema al femorale, i primi 10 minuti a corricchiare cercando di scaldarlo, gli ultimi 10 a gesntire un affaticamento.
    Bella partita comunque, serate che non hanno mai un prezzo.

    2) Il Toro di Mazzarri gioca fuori col Sassuolo, occorre vincere e dimostrare che si e' cambiato marcia.
    Il mister mi piace...vedremo.

    3) Oggi inizia la finale del campionato cubano di pelota.
    la mia Tunas, per la prima volta nella storia, puo' vincere il titolo contro Gramma in una finale tutta orientale.

    FORZA RAGAZZI!!!!!

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    1. Las Tunas.- Otra excelente labor del cerrador José Ángel García y el apoyo ofensivo del holguinero Yunior Paumier, le dieron a los Leñadores de Las Tunas la primera victoria sobre los Alazanes de Granma (6-5) en la final de la 57 Serie Nacional de Béisbol, a la que la lluvia se empecina en aparecer y molestar.

      Tras casi cinco horas de espera y luego de un arduo trabajo para acondicionar el terreno del estadio Julio Antonio Mella, el partido se inició con un duelo de derechos: Lázaro Blanco por los actuales monarcas y Yoalkis Cruz, por los retadores de casa.

      Sin embargo, el espigado visitante no estaba en su mejor noche y soportó racimo de cuatro carreras en el segundo capítulo, al pegarle hit Yosvani Alarcón, recibir pelotazo Alexander Ayala, conectar imparable Paumier, luchar un pasaporte gratis Rafael Viñales, soltar un sencillo por el centro del terreno Yordanis Alarcón y cerrar con fly de sacrificio Andrés Quiala.

      Como buenos Alazanes y defensores del título, la tropa de Carlos Martí ripostó con una en el tercero, gracias al primero de los dos cuadrangulares de Guillermo Avilés; pero las dos anotaciones que aseguraron el triunfo al conjunto de Pablo Civil llegaron entonces en la parte final del primer tercio, por tubey de Paumier con Danel Castro y Ayala en circulación por doble y boleto, respectivamente.

      Una correcta utilización de los relevistas: Yudiel Rodríguez, Diego Granado evitó que los visitantes se envalentonaran cuando Avilés disparó su segundo jonrón con dos compañeros a bordo en el sexto, en tanto su carta de oro, José Ángel García, solo soportó una más en el octavo para apuntalar un éxito que vale doble, pues asegura al menos ir con división de honores para la tierra de los granmenses de caer en el encuentro de este domingo.

      Para el desafío del domingo fueron anunciados el zurdo Ulfrido García por los monarcas vigentes frente a Yariel Rodríguez, camagüeyano refuerzo de Las Tunas.

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  3. Moralejas del partido:

    -Ninguno de los abridores, Lázaro Blanco y Yoalkis Cruz, pudieron hacerse justicia. Según el estadístico Arnelio Álvarez, el granmense no perdía con los Leñadores desde la 52 Serie; mientras el tunero no gana ante los Alazanes desde esa propia temporada.

    -Demasiados corredores dejados en base (15) fueron la causa principal de la derrota de Granma. Sin embargo, buscando en los archivos encontramos que contra los propios leñadores en la etapa regular dejaron 112 jugadores anclados en base. ¿Será que pierden el bateo oportuno ante estos lanzadores?

    -La jugada de dejar batear a Geidy Soler en el octavo con hombres en segunda y tercera, y no sacar a Lázaro Cedeño como emergente fue decisiva en el resultado. Puede ser criticable, pero el profesor Martí explicó sus razones, entre ellas, lo oportuno que había sido en un momento similar Soler ante Matanzas en semifinales.

    -José Ángel García sigue imponiendo récord de juegos salvados para nuestras series nacionales con 239. Pero en este play off ha sido clave como refuerzo de Las Tunas, pues ha intervenido en cuatro de las cinco sonrisas que han conseguido. Suma dos éxitos y par de cotejos salvados.

    -El cumpleaños de Guillermo Avilés no pudo festejarlo mejor en lo personal con par de vuelacercas, con lo que llegó a 72 de por vida, de ellos 15 frente a lanzadores tuneros. ¿Sabrá esto la dirección de Las Tunas?

    -La última jugada del partido, el enfrentamiento entre José Ángel García desde el box y Yordan Manduley favorecía por mucho al bateador, quien le promedia para 500 (14-7). Sin embargo, otra vez Pablo Civil confió en su pítcher y preservó la ventaja mínima y se anotó el importante primer triunfo en una final.

    – Carlos Benítez se vio muy presionado y mal ante un pitcheo tunero que pareció conocerlo al dedillo. ¿No sería mejor quitarle un poco de responsabilidad como quinto turno?

    – La estrategia de pasar intencional a Despaigne en el primer ininng y luego bolearlo casi con el mismo concepto en el tercer y cuarto rindió los frutos esperados para el mentor Civil y fue determinante también en el resultado del partido.

    – El descanso del equipo Granma pudo haberle afectado a Lázaro Blanco, pero la razón de su mala salida era que estaba muy alto y poco efectivo en su control, un arma letal para llegar adonde ha llegado uno de los mejores serpentineros de Cuba hoy.

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  4. SASSUOLO (4-3-3): Consigli; Lirola, Goldaniga, Acerbi, Peluso; Missiroli, Magnanelli, Duncan; Berardi, Falcinelli, Ragusa. A disposizione: Pegolo, Mazzitelli, Biondini, Matri, Sensi, Scamacca, Politano, Pierini, Rogerio, Cassata, Dell’Orco, Adjapong. Allenatore: Iachini.

    TORINO (4-3-3): Sirigu; De Silvestri, Nkoulou, Burdisso, Molinaro; Baselli, Rincon, Obi; Falque, Niang, Berenguer. A disposizione: Milinkovic-Savic, Ichazo, Bonifazi, Valdifiori, Acquah, Ljajic, Ansaldi, Gustafson, Barreca, Moretti, Boyé, Sadiq. Allenatore: Mazzarri

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  5. Pareggio del Sassuolo 1-1
    Partita non bella.

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  6. hola! il freddo crea situazioni tristi anche se con il calentamiento global le estati sono insopportabili e non solo per chi non ci vive, ricordo che il verano pasado se descongelaba. Come ogni cosa ci vuole la vai di mezzo. chao Enrico

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  7. Via di mezzo oramai sempre piu' rara....

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