lunedì 5 febbraio 2018

LA SITUAZIONE


L'altro giorno ho postato il pezzo di Zarlatti dal suo blog, dove si raccontava come sarebbe sufficiente farsi una scorpacciata di novelas per capire, totalmente od in parte, la natura del popolo cubano.
La tipa che sposa il tipo, poi divorzia e si mette col fratello facendosi nello stesso tempo tirare due colpi dallo zio, mentre il tipo si mette con la madre della tipa risparmiando, forse, l'abuela per ragioni anagrafiche.
Sono non credente; agnostico, ateo, fate voi ma provengo da un paese di forte matrice cattolica dove certi istituti, malgrado i tempi grami in cui stiamo vivendo, hanno ancora un loro valore.
Il matrimonio ad esempio.
Ho fatto fatica a credere che c'e' stato un tempo, a Cuba, dove il governo regalava ai novelli sposi una cassa di bibite, questi si sposavano per potersela vendere o bersela con gli amici, per poi divorziare il giorno dopo.
Mi sembrava una cosa da fuori di testa.
Ho sorriso, felicemente esterrefatto, quando durante un mio soggiorno, ho trovato nella casa de renta dove vivevo la sentenza di divorzio dal mio brevissimo matrimonio, sentenza arrivata in mia assenza, per rebeldia con la motivazione “falta de carino”.
La mia coscienza formatasi in un paese cattolico mi spinge a pensare che sia il matrimonio che il divorzio siano una cosa seria, provochino gioie, stimolino obbiettivi, causino profonde delusioni, traumi emotivi e disastri economici.
Mi rifiuto di pensare che il tutto debba ridursi alla falta di un qualcosa di indefinibile o a una cassa di Tucola.
La motivazione che ti rifila il cubano per giustificare questo ed altro e' sempre la stessa.
La situazione.
Uno dei piu' grandi alibi esistenti sulla faccia della terra, che consente di far passare per buone autentiche cialtronerie.
Il cubano ritiene di essere stato sfortunato a nascere in un paese con un certo tipo di ordinamento sociale, ma poi di quell'ordinamento sociale non rinuncia a nulla, godendosi tutti i privilegi di chi e' comunque assistito dalla culla alla tomba.
Se un tipo ha 5 figli da 5 donne differenti, figli di cui si disinteressa sotto ogni punto di vista.....e' colpa della situazione in cui sta' vivendo.
Se ruba allo stato e' colpa della situazione, se incula lo yuma e' colpa della situazione, se vende la figlia al canadese di turno e' colpa della situazione, se vive coi proventi del mestiere piu' antico del mondo praticato sempre dalle figlie e' ancora colpa della situazione.
Lui no tiene la culpa. Mai.
Un tio della familia, uno in gamba a cui voglio bene, ancora incazzato nero col governo perche', al ritorno dall'Angola mentre Luanda voleva assicurare a tutti i reduci un vitalizio, Fidel affermo' che avevano fatto solo il loro dovere, limitandosi a regalare ad ogni reduce una grossa radio a transistor, mi dice sempre “Abbiamo fatto quello che abbiamo fatto con entrambe le mani legate dietro alla schiena, pensa cosa avremo potuto fare se le avessimo avute libere...”
Lui ha svoltato, ha una empresa che fa placas, anche con 3 cantieri aperti allo stesso tempo.
Eppure anche lui che non si e' rassegnato alla situazione.....si lamenta che senza la situazione stessa chissa' cosa avrebbe potuto fare.
Eppure qua' in occidente la situazione non ci dovrebbe essere, fra i milioni di cubani che ci vivono ben pochi hanno saputo fare la differenza.
La maggior parte di loro....si lamenta della situazione!
Non c'e' lavoro, tutto e' caro, lo yuma non e' lo stesso che avevano conosciuto a Cuba e che aveva promesso loro mare e monti.
Ovviamente senza generalizzare, ma di cubani che hanno svoltato ne conosco se non pochi, pochissimi.
Colpa loro?
No.....colpa della situazione.
Il vincente trova sempre una soluzione, gli altri invece si inventano alibi per giustificare i troppi fallimenti.
Questo vale per tutti non solo per i cubani.
Perche' anche qua'...per molti...la situazione ...ecc ecc ecc.

M&S CASA PARTICULAR HA AGGIUNTO UNA CASA

18 commenti:

  1. «L’Embraco di Riva di Chieri va semplicemente espropriata e data in gestione ai lavoratori» – ha dichiarato Marco Rizzo, segretario del Partito Comunista (PC) – «È assurdo che la posizione del Ministro Calenda si limiti a proporre la cassa integrazione per 500 lavoratori in cambio di un nuovo piano industriale. Quello dell’azienda Whirlpool nel torinese non è un caso isolato, ce ne sono tanti analoghi in tutto il paese. Quante sono le aziende che prima prendono aiuti dallo Stato e poi delocalizzano la produzione, lasciando centinaia di lavoratori sul lastrico? In questi casi la soluzione sta solo in una politica di rottura, che metta al primo posto i lavoratori e non la tutela degli interessi delle grandi imprese, rompendo con i vincoli del mercato comune europeo. Le aziende che annunciano la delocalizzazione vanno nazionalizzate, anche senza indennizzo a titolo di risarcimento per gli aiuti ricevuti dallo Stato negli anni, e date in gestione ai lavoratori».

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  2. Disamina perfetta .
    La risposta a questo post è nella situazione in cui versano i cubani che stanno en la Yuma ...ne conosco veramente pochi che siano riusciti a mettere a frutto le loro " enormi " capacità e , nel mondo capitalista , abbiano sfondato ....
    I soli che hanno avuto successo sono quelli che se ne sono andati 50 e più anni fa.
    Troppa fatica lavorare e sforzare il cervello :-(

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    1. Tutti aspettavano l'Eldorado in terra...ma poi hanno trovato....la situazione e chao pescao.

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    2. e trattasi de los blancos scappati della prima ora fino al 1965-68 tra l'altro con valige piene di dollari quindi non è stato troppo dura per loro. Enrico

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  3. Fiorisce la Pax Olimpica: dopo le aperture del presidente nordcoreano Kim jong-un nel discorso di fine anno e la pronta risposta della Corea del Sud, che ha subito accolto la mano tesa dall’antagonista, arriva anche il placet americano: Trump ha deciso di rinviare l’esercitazione militare che ogni anno l’Us Army effettua con le forze armate di Seul.
    È appunto la Pax Olimpica. Negli ultimi anni tale armistizio, altamente simbolico, ha subito reiterati attacchi: è stato durante le Olimpiadi invernali di Sochi che la rivoluzione ucraina, o colpo di Stato che dir si voglia, ha visto il suo acme; le Olimpiadi di Rio di due anni dopo sono stata tormentate da una sorta di Guerra Fredda sportiva, che ha avuto come esito l’esclusione dei russi a causa delle accuse di doping mosse dalla Wada (che poi li ha scagionati, ma solo quando i Giochi erano finiti – vedi Piccolenote).
    Dati i precedenti, il ritorno all’usata tregua non era affatto scontato, anzi. Particolare che rende l’inversione di marcia ancora più significativa.
    Il fatto che l’esercitazione congiunta Usa-Corea del Sud doveva svolgersi a marzo, cioè oltre la fine dei Giochi di Seul, proietta l’accordo in una prospettiva ancora più alta.
    Questo prolungato periodo di tregua rappresenta infatti una finestra di opportunità unica per riallacciare rapporti erosi da anni di minacce, sfide e incomprensioni.
    Non solo tra le due Coree, ma anche tra Pyongyang e Washington, che, complici le intemperanze verbali dei due presidenti, hanno dato vita a un duello rusticano.
    D’altronde se Seul ha potuto prontamente stringere la mano tesa offerta dai rivali è certo perché aveva ricevuto luce verde dal suo potente alleato.
    Per parte loro, anche gli Stati Uniti possono approfittarne per mettere fine una buona volta a una contesa che non ha alcuno sbocco: tutti gli analisti concordano sul fatto che Washington non può attaccare il fastidioso stalker coreano, stante le conseguenze disastrose sul piano locale e globale.
    Il duello rusticano, quindi, rischia di erodere l’attuale amministrazione che sa bene che, alla lunga, l’inevitabile inconcludenza di uno scontro prolungato assumerebbe il valore di una sconfitta. E che l’unico modo per uscire vincitori da questa contesa, secondo una formula win to win (tutti vincenti), si situa sul piano diplomatico.
    Da parte sua Pyongyang ha fatto capire che i suoi provocatori test possono aver termine (vedi Piccolenote), cosa quindi che le consente di accettare una trattativa da una posizione di forza.
    La finestra di opportunità che offre la Pax Olimpica è quindi un’occasione unica per un negoziato sottotraccia che ponga le basi per l’apertura di un tavolo negoziale pubblico, da intraprendersi dopo la fine dei Giochi.
    Insomma, quanto accaduto in questi giorni può essere una svolta decisiva per la crisi coreana, che da anni tiene il mondo col fiato sospeso per le sue possibili conseguenze globali.
    Certo, i nemici della pace non resteranno inoperosi e hanno ancora frecce al loro arco (il revanscismo militare giapponese, la spinta bellica anti-Pechino dei neocon, solo per fare due esempi), ma la situazione non è mai stata così favorevole. Vedremo.

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  4. Vedendo le assurde promesse elettorali dei partiti sembra che la situazione sia diventata un alibi anche da noi. Giuseppe

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    1. Vabbe' sotto elezioni c'e' chi prometterebbe la verginita' della prima figlia femmina...avendo solo figli maschi...

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  5. Anche senza guardare a cuba basta vedere nel panorama web cubano. Penso ai poveri derelitti che bivaccano qua e la perché disoccupati sfigati devono riversare sui social il loro livore. A loro dire disoccupati per colpa della "situazione" ma in realtà sono sempre online e non certo per cercare lavoro, neanche sono contenti se eventualmente l'agenzia interinale li chiama per fare qualche ora.
    EL CHULO

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  6. Fuori da Cuba di cubani che hanno avuto successo sono per il 99% donne...donne che hanno lasciato i propri affetti per fare famiglia o lavorare all'exterior...gli uomini cubani 1 su 10 riesce a fare lo stesso fuori Cuba, lo sappiamo bene tutti...uomini che non sono mai stati abituati al sacrificio, al duro lavoro, e che hanno sopravvissuto solo per merito della libreta, del turismo, o facendo il chulo...purtroppo l'hombre cubano, come dicono le stesse donne cubane con un pò di sale in zucca, dicono che no sirve, e sotto questo aspetto non posso che dargli ragione.

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  7. Mah....io di cubane che qua' abbiano messo su qualcosa di decente....ne conosco pochissime...magari sono io che non sono ben inserito in quel mondo

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    1. Milco io non parlo di donne che sono uscite da Cuba per fare le imprenditrici o altro...parlo di donne che anche facendo il lavoro più duro per una donna, ossia la mamma e la casalinga, per me meritano molto apprezzamento, idem per le altre che lavorano come commessa, barista ecc...se ci fai caso in Italia sono più cubane che cubani maschi...quest'ultimi sono rimasti in patria a gozar col dinerito che gli arriva dall'exterior.

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  8. Diciamo anche che ci sono più turisti maschi che femmine...

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  9. hola! la yuma è ancora oggi un miraggio/sogno per la maggior parte soprattutto giovani. Certo hanno una mentalità tutta loro plasmata dallo stile di vita nella isla ovvero sono presuntuosi ma le poche certezze fuori da Cuba si sciolgono. chao Enrico

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  10. Tanto una SITUAZIONE a cui dare la colpa si trova sempre.

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  11. sono gianni parlando di politica visto il periodo dico anche dopo quello che ho detto ieri che per me e migliore un governo tecnico,che purtrotto votare sara una farsa visto le dipendenze all europa e all america io penso che la gran Bretagna ci ha visto dentro. cari amici io ho sessantanni e mi dispiace tanto vedere l italia cosi e dico anche che si stava meglio quando si stava peggio, un caro saluto a tutti sperando a tutti di ogni tanto avere la possibilità di andare nell isola più bella al mondo per me

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  12. Ma sai noi...la nostra generazione...bene o male l'ha sfangata, i problemi li hanno e li avranno i giovani e la gente di mezza eta'.

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  13. Zarlatti... mamma mia.
    Scrive benissimo, per carità, ma ogni volta che leggo i suoi post ho una mano sul mouse e l'altra sui coglioni. Tristezza e disgrazie a pioggia.

    Per i cubani di qui, dipende sopratutto da chi li importa. In secondo luogo da chi viene importato.

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  14. Essendo scrittore tende un po' ad estremizzare ma non si può dire che non dica cose condivisibili.
    A mio parere...

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