sabato 10 marzo 2018

VOTO A CUBA



ELENA FERRO


A chi lascia il testimone Raul?


Anche se l'assemblea sarà quasi totalmente rinnovata, e questo è sempre un bene per la democrazia, è probabile che la discussione non sia tra nomi della nomenclatura, ma tra differenti visioni politiche a proposito della politica economica da attuare in Cuba.
È vero che si tratta anche di un rinnovamento generazionale, qualcosa di cui ho riflettuto durante il mio viaggio di studio a Cuba. A Cuba la Rivoluzione ha saputo costruire un avvicendamento di quadri che oggi ricoprono cariche importanti e che potrebbero prendere in mano il futuro, senza scossoni e soprattutto senza interferenze dall'esterno. Almeno apparentemente. La questione più interessante è invece il dibattito che si sta aprendo in merito alle soluzioni economiche da adottare per rilanciare l'economia dell'isola.                                                  
A Cuba infatti si stanno facendo strada tre posizioni diverse, con idee diverse di come rispondere alle nuove sfide cui il paese si trova di fronte:

1. statalisti

2. economicisti

3. autonomisti

Gli Statalisti


Sono coloro che considerano questa apertura temporanea, una tattica e non una strategia. Dunque prima o poi per questi ultimi queste concessioni dovranno finire o essere fortemente ridimensionate.
Filo sovietici, sono rappresentati soprattutto nel ceto burocratico del potere amministrativo e politico e nella società trovano consensi abbastanza trasversali tra le classi sociali e le età, anche se è innegabile che il consenso a questa linea arrivi soprattutto dalle persone più mature, che hanno paura di perdere i benefici sociali che la Rivoluzione ha determinato.

Gli economicisti

Rubo la definizione al sociologo Valdés Paz:
Stanno nel liberismo ma non se ne sono ancora accorti
Arguta, non trovate? La priorità per loro è generare ricchezza e allinearsi il più rapidamente possibile all'economia mondiale, così come la intendono gli Stati Uniti, anzi, meglio dire il Fondo Monetario Internazionale, che finanzia molti paesi per andare in questa direzione. Com'è ovvio, il consenso a questa tesi sta nelle imprese private o i liberi professionisti. Ma trovano consenso anche in parte dell'intellighenzia e del potere militare, e tra la popolazione, che pensa che la ricetta economicista possa essere una buona soluzione per i problemi dell'economia cubana.

Gli anarchici, autonomisti


C'è un terzo macro gruppo di opinione che si colloca alla sinistra del Partito Comunista: la definizione è nuovamente di Valdés e ricomprende gli anarchici, libertari, comunitari. Questo gruppo ideologico appoggia la riforma economica di Raul ma pensa che debba essere trasformata in una totale regressione del ruolo dello stato, per costruire un socialismo originario, un socialismo senza stato.                                                                            
Trova seguito tra gli intellettuali ed è marginalizzato dal potere, a differenza degli altri due, anche se per ragioni diverse.
Mi piace terminare con una dichiarazione di Fernando Ravsberg, giornalista uruguagio inviato della BBC a Cuba:

A chi chiede tra i cubani un paese "normale", rispondo che normale significa avere molta più povertà di oggi, pagare per potersi visitare da un medico e tante altre cose. Rispondo che se desiderano essere come l'Olanda, sono matti e hanno fumato troppo. Il paese "normale" che gli toccherà essere sarà simile alla Jamaica
Prendo spunto, il giorno prima delle votazioni a Cuba, da questo interessante scritto di Elena Ferro per ritornare su un argomento che, nei prossimi mesi, ci impegnera', suppongo, in interessanti discussioni.
Parto dalla frase finale di Rasvberg che condivido al 1000 per cento; se ci sara' un cambiamento radicale non sara' certo in direzione delle grandi democrazie occidentali coi loro difetti ma anche i loro innegabili pregi.
Se cambio ci sara' avverra' in direzione di paesi come la Jamaica o S.Domingo, che questo sarebbe un passo avanti qualcuno ancora deve dimostrarmelo.
Sicuramente c'e' e ci sara' una contrapposizione fra chi vuole accelerare il processo riformista e chi invece lo vuole portare avanti paulatinamente senza stravolgere l'impianto politico che regge Cuba da 60 anni.
La gente stessa, da quanto mi e' dato di vedere, ha una certa paura di cambi radicali, bene o male tutti campano decorosamente, c'e' chi sta' meglio e chi peggio ma questo accade in ogni paese con ogni forma politica al mondo.
Lasciare il certo per l'incerto spaventa e deve spaventare.
L'ordinamento politico cubano ha fatto si, con tutti i suoi limiti, che nessun cittadino fosse mai lasciato solo, se ora prendi il pesciolino rosso abituato alla sua tranquilla vita nella boccia e lo lanci in mare aperto....quanto dura?
Ritengo un grosso privilegio il fatto che Cuba non sia fra le grinfie del fondo monetario internazionale, dove questi squali arrivano (ad esempio in Grecia) la gente se la passa male perche' dominano solo i numeri, nessun paese al mondo che si dice democratico puo' mettere i numeri davanti alle persone.
Abbiamo votato la settimana scorsa, c'e' ancora chi ritiene che comandino i politici mentre sono gli economisti, i Draghi e quella gentaglia a tirare i fili del nostro mondo.
Cuba, orgogliosamente e....con l'aiuto di tanti “amici” e' riuscita a sopravvivere in maniera differente ma non e' detto che questo sia ancora possibile in futuro.
Ora le elezioni a Cuba, poi l'assemblea neoeletta dovrebbe nominare il nuovo boss, personalmente credo che i giochi siano gia' fatti, dovrebbe toccare a Diaz Canel.
Anche se mi e' arrivata, giorni fa, una vocina anche autorevole che ha fatto un'altro nome.
Improbabile ma possibile.
Sara' interessante vedere quale ruolo si ritagliera' il vecchio leone Raul, capo del partito, dell'esercito o coltivatore di begonie.
Lo scopriremo solo vivendo amici miei.
C'e' chi ancora la mena con la faccenda del Partido Unico, come se in Italia gli ultimi governi di centrodestra o centrosinistra abbiano fatto politiche differenti o come se i programmi dei partiti che abbiamo votato non fossero, in gran parte, uguali.
Io saro' comunque sempre qua' a raccontarvi come la nostra isola cambia...o rimane sempre uguale.
Buon voto, Cuba!

18 commenti:

  1. La especialista en Medicina General Integral, Lourdes Milagros Caballero Garzón, de Santiago de Cuba, cumplirá 47 años el próximo 21 de marzo y asegura que una de las mayores satisfacciones de su vida es ser candidata a diputada por el distrito electoral número seis de su tierra natal.

    Ella resultó electa delegada de la circunscripción 21 del Centro Urbano José Martí en el actual proceso, tarea que no le será nueva ya que lo era en el año 2012 cuando pasó el devastador huracán Sandy, pero cesó para marchar a su tercera misión internacionalista.

    Antes estuvo en Belice (2005) y Gambia (2009), de donde trajo experiencias inolvidables en su carrera profesional, aunque en la primera recibió la triste noticia de la gravedad de su madre Magalys Garzón.

    De ella aprendió el sentido de la responsabilidad y el amor por la Revolución, y dice tener en su memoria frases que solía decir: “Nada humano me es ajeno” y “La vida la mereces dándola.”

    Y no podía ser de otra manera, ya que Magalys fue una activa delegada del Poder Popular de la misma comunidad, durante 17 años.

    Viajó para acompañarla en sus últimos momentos, luego retornó a la misión y su hija Karla Beatriz quedó al abrigo de “su segunda madre”, su vecina Riselda Lazo, quien la tuvo como la niña que anheló y le inculcó hábitos de estudio, alimentación e higiene que mantiene hoy con 10 años.

    Luly, como llaman a la médico cariñosamente, se graduó en 1995 y fue ubicada en una unidad militar, donde asumió la jefatura de los servicios médicos.

    Luego vinieron otras instituciones como los policlínicos Frank País, del Nuevo Vista Alegre, el de El Caney, donde hizo el servicio social de la especialidad y, finalmente, el del Centro Urbano José Martí, que considera su segunda casa.

    Se las arregla para cumplir todas las tareas: Jefa de un grupo básico en su centro y presidenta de la comisión permanente de trabajo de la Asamblea Municipal del Poder Popular que atiende salud, servicios comunales y medio ambiente.

    Igualmente supervisa 17 consultorios, que incluyen los de la barriada de San Pedrito, en los diferentes programas de salud como el materno infantil y lucha antivectorial.

    Su hija Karla Beatriz, quien desea ser en un futuro médico, diseñadora o bailarina de ballet clásico, es su fuente de energía para asumir tantos frentes a la vez, en tanto su madre Magalys el ejemplo de no flaquear ante ningún contratiempo de la vida, a los que Luly no ha escapado.

    Si me tocara asumir esta nueva responsabilidad de representar al pueblo en la Asamblea Nacional del Poder Popular trataré de cumplirla con la misma pasión de siempre, inspirada en el ejemplo y el legado del querido líder de la Revolución Fidel Castro, dice convencida.

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  2. Ania Yelina Fernández Lara nació entre lomas en la comunidad de La Estrella, paraje de la Sierra Maestra, en el municipio granmense de Buey Arriba.

    “Yo soy de allá, y siento tremendo orgullo por eso”, dice esta carismática joven de 23 años de edad, presidenta de la Federación Estudiantil Universitaria en la Universidad de Granma (UDG), miembro del Consejo Nacional de esa organización y candidata a diputada a la Asamblea Nacional del Poder Popular.

    Sus palabras salen como de un manantial en la serranía, con el encanto de la espontaneidad y lo natural.

    Asegura que no esperaba aparecer entre las candidatas, pues existieron más de 18 mil propuestas en todo el país, incluidas las de delegados a las Asambleas Provinciales.

    “Esto constituye otro ejemplo de la confianza de la Revolución en las nuevas generaciones”, manifiesta con un tono especial en la voz.

    “Nosotros, los jóvenes, debemos prepararnos al máximo, ser incansables e impulsar muchos éxitos con fidelidad a las esencias de la nación”, expresa quien desde su etapa en la escuela primaria de La Estrella se ha desempeñado como dirigente estudiantil.

    Refiere que ser candidata por el municipio donde nació y creció es motivo de alegría y compromiso dobles.

    “Estoy consciente de lo importante de representar bien a los integrantes de la FEU y a los demás jóvenes, a los habitantes de Buey Arriba y a toda Granma”, añade quien se define como alguien muy humilde y sentimental.

    Resalta que un diputado o delegado debe pensar sobre todo en los demás, en los vecinos, en los compañeros de trabajo, en el barrio y en la sociedad, en contribuir al bienestar del pueblo, para impulsar éxitos colectivos.

    La conversación fluye con facilidad en uno de los locales de la sede de la Unión de Jóvenes Comunistas (UJC) en este oriental territorio, aunque faltan muy pocos minutos para una reunión a la cual debe asistir.

    “Mi vida es siempre así, agitada, voy rápido de un lugar a otro, pero lo hago con satisfacción porque disfruto ser útil”, dice y mira de forma fija, como esperando otra pregunta.

    Sus respuestas son rápidas, las ideas salen llenas de luz, acompañas de un brillo singular en el rostro de esta joven que cursa el cuarto año de Ingeniería Industrial en la UDG y sueña con ser una buena profesional.

    A pesar de su corta edad, ya posee un listado grande de galardones y participaciones en eventos como el cuarto congreso nacional de la Organización de Pioneros José Martí, efectuado en La Habana, el cual vive en su mente, repleto de aprendizajes.

    Fue presidenta de colectivo en dos centros escolares de la Enseñanza Primaria, jefa de brigada en la Secundaria Básica, miembro de la presidencia provincial de la Federación de Estudiantes de la Enseñanza Media en el preuniversitario y ha cumplido varias funciones en la FEU de la UDG y en su Consejo Nacional, incluidos los preparativos para reeditar la invasión de Oriente a Occidente en 2017, protagonizada esa vez por universitarios.

    Desde niña me gusta ese mundo, expresa y levanta la mirada, como si gracias a la memoria viera a la pequeña Ania durante matutinos y otras actividades en su infancia, cuando anhelaba subirse a un escenario.

    Esta joven, de estatura media y voz agradable, formó parte del proyecto grado 12, cuando cursó su duodécimo grado en la Universidad de Oriente, en Santiago de Cuba, donde luego comenzó a estudiar Química Pura, pero en el segundo año cambió para Ingeniería Industrial, y regresó a su provincia de origen.

    Asegura que nunca defraudará a las personas que confían en ella, y tratará de superarse siempre como ser humano, estudiante, profesional y dirigente.

    Radicada actualmente en Bayamo, Ania, la infante de La Estrella, comenta sobre su niñez cuando se bañaba en los ríos, pero no aprendió a subirse a los árboles.

    También habla sobre su amor hacia la FEU, organización juvenil más antigua del país, vinculada siempre a los procesos revolucionarios, y acerca de su noveno congreso, el cual debe efectuarse el próximo mes de julio

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  3. Non seguo la politica cubana sinceramente perché non mi appassiona, avendo da 60 anni un solo giocatore in campo, senza avversari...ma non ho capito una cosa, statalisti, autonomisti ed economicisti sotto che cappella stanno? Cioè il trio fa sempre capo ai Castro e alla sua cerchia che da 60 anni se la comanda, oppure danno la possibilità agli elettori di votare liberamente anche chi si oppone al regime Castro? È tutta qui la questione...perché se non danno modo di partecipare alle elezioni anche agli oppositori del regime, sono elezioni fuffa, finte, solo per riempirsi la bocca della parola “voto” difronte alla comunità internazionale.

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    1. Credo che il pezzo parlasse di sfumature all'interno, ovviamente, dello stesso sistema politico.
      Anche nel vecchio PCI Cossutta guardava a Mosca mentre Napolitano e' stato il primo, con tessera Comunista, a mettere piede in terre confederate.
      Per il resto se vogliamo elezioni normali facciamo in modo che Cuba torni ad essere un paese normale.
      Quindi via il bloqueo e sopratutto via gli Yankee dal suolo cubano di Guantanamo.
      A quel punto saro' pronto a firmare ogni petizione che vorrai a favore del pluripartitismo.

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  4. Quindi saranno gli eletti a eleggere a loro volta il leader? Giuseppe

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    1. Guarda non e' che io sia preparatissimo in materia ma credo funzioni cosi'.
      Certo qualcuno "suggerira'" il nome o i nomi giusti...

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    2. sarà la asamblea del poder popular che sceglierà i 30 membri del consejo de estado. Tra questi eletti uscirà il presidente del consejo de estado. A scegliere i nomi giusti è il partito comunista cubano, che, per la costituzione del 1976, è l'avanguardia della società.

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    3. Quindi Nino, giusto per capire io e far capire a tutti;
      -Il popolo elegge la asemblea del poder popular
      -la asemblea del poder popular elegge i 30 del consejo de estado.
      -Il PCC, in quanto Vanguardia de la Sociedad per Costituzione dal 1976, propone il nome o i nomi del candidato Presidente che il consejo de estado elegge.

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    4. la Comisión de Candidaturas Nacional llama a consulta a cada uno de los electos y todos tienen el derecho de proponer quiénes serían, a su juicio, los integrantes del Consejo de Estado, o sea, sugerir 31 personas de entre ellos, que incluye, como es obvio, al Presidente.
      La legge elettorale parla della commissione nazionale delle candidature, la quale ha il potere di scegliere i nomi, non facendo nessun diretto riferimento al partito. Però la costituzione parla chiaro

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    5. la legge in realtà da alla commissione per le candidature il compito di scegliere i candidati al consiglio di stato.
      Considerato,però,che il pcc è l'avanguardia della società, è evidente che nella sostanza i membri di questa commissione dipendono dal partito.
      In questi 42 anni dalla redazione e approvazione della costituzione, infatti, sempre i capi del partito sono stati presenti nel consiglio di stato, che è poi un piccolo parlamento, sostituendo l'assemblea del potere popolare.

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    6. ...che poi e' quello che prende le decisioni importanti, presentandole DOPO al asemblea del poder popular per ratificarle...

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  5. hola! scritto interessante, sicuramente las reformas dal 2008 ad oggi sono un passo avanti da cui non si può tornare indietro, diciamo che il dado è tratto. E' altrettanto vero che la casta militare che ha plasmato il modo di vivere e la mentalità del popolo sa che cambi repentini farebbero solo danni quindi seguirà el lema "sin prisa pero sin pausa" con altre facce al potere. A ver que pasa. chao Enrico

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  6. Il dopo Castro apre molte incognite.
    Io sarò qua a raccontarvele...

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  7. Más de ocho millones de cubanos están convocados este domingo a las urnas para elegir a los 605 diputados al Parlamento y los mil 265 delegados a las 15 Asambleas Provinciales del Poder Popular.
    Mediante voto libre, igual y secreto -según la Ley Electoral de 1992- los registrados en el padrón de votantes acudirán a 24 mil 470 colegios electorales habilitados en los 168 municipios del país.

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  8. A las 12:00 de la noche del sábado, los relojes se adelantaron una hora, para que comenzara a regir en todo el país el horario de verano.
    Esta decisión es una práctica internacional con gran impacto en el ahorro de energía, según informes del Ministerio de Energía y Minas al referirse al retorno al nuevo horario.
    Con la aplicación de la medida se logra un mayor aprovechamiento de la luz natural en el período de máxima demanda de energía eléctrica, lo cual influye en la disminución de su uso, sobre todo en el sector residencial, el mayor consumidor.
    En los meses de verano los días son más largos, por lo que resulta factible la modificación del horario sin afectar por la mañana la entrada de los estudiantes a las escuelas y de los trabajadores a sus centros, ya que el inicio del amanecer siempre ocurre antes de las 7:20 de la mañana.
    Se trata de aprovechar la luz natural y evitar que coincida en el período de cinco a nueve de la noche, cuando se dispara el consumo, con la cocción de los alimentos.
    No obstante, es importante hacer un uso racional de los equipos en el hogar con medidas de ahorro y reducir el gasto de combustible utilizado para generar electricidad, tan costoso al país.

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  9. raul lascia vedo anche questa vuol dire che frequento cuba da una pila di tempo ha votato a santiago la sua casa sta per finire vuol dire una casa direi non grande di piu' in aprile quando vado a santiago vado a vedere a vista alegre ciccio simone il romagnolo

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  10. Vedremo quale ruolo si ritagliera' nel nuovo organigramma del potere cubano

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  11. comunque milco ti faccio i complimenti una delle poche cose che leggo volentieri almeno qui non vedo le minchiate della gente una cosa reale nel nostro piccolo cavolo ormai le persone non valgono niente cosa pesante ma è così scusate lo sfogo ciccio simone il romagnolo

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