mercoledì 16 maggio 2018

ABUELAS


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Fidel, al momento della sua dipartita terrena, ha lasciato come precise indicazioni ai posteri il rifiuto del culto della personalita'.
Nessuna statua, nessun monumento, nessuna calle o avenida dovranno essere dedicate alla sua memoria.
Ci sono pero' personaggi che meriterebbero queste onorificenze, magari non postume.
Parlo de Las Abuelas.
Una delle piu' gloriose ed antiche istituzioni cubane, meritoria di ogni tipo di riconoscimento non fosse altro per la valanga di denaro che ha saputo calamitare verso Cuba dall'exterior.
Chi non ha mai ascoltato, da parte della procace fanciulla di turno, la storia dell'abuela enferma?
Quante volte ci siamo trovati di fronte a racconti di misteriosissime patologie, quasi mai presenti in natura, per giustificare la classica e inevitabile richiesta di “aiuto umanitario” ?
Di riffa o di raffa la abuela, normalmente sana come un giovane storione, un minuto dopo che noi iniziavamo la frequentazione della nipote, si ritrovava enferma a letto in casa o in ospedale afflitta da solo lei sa cosa.
Quanti quattrini hanno preso la via di Cuba per questa ragione...
La abuela o los abuelos hanno svolto e continuano a svolgere una funzione sociale irrinunciabile all'interno della societa' cubana.
In molti casi fanno le veci dei genitori...scomparsi.
Una fanciulla conosce un cubanito, visto che con la storia dei condom (giustamente!) rompono le palle solo a noi, ma non ai cubani, dopo poco rimane incinta.
Partorisce, il padre sparisce senza colpo ferire, lei prima tenta di fare la madre ma poi conosce un altro cubano, magari con gia' dei figli suoi e sparisce con lui.
A chi tocca tirare su il pargolo?
La Abuela.
La povera abuelita quasi sempre con le sue sole forze economiche, perche' sia la madre che il padre o si limitano al minimo sindacale o neanche quello, deve occuparsi en toto dell'educazione e della crescita della creatura.
E' vero che, vista la precocita' che ammanta tutti i rapporti personali a Cuba, la differenza di eta' non e' paragonabile alla nostra ma comunque, in natura, esiste un eta' per ogni cosa.
C'e' l'eta' per fare il genitore e poi quella per fare il nonno, fare confusione non sempre puo' risultare saggio.
Anche senza soluzioni cosi' drastiche, centinaia di volte sono uscito con fanciulle che avevano dei figli, alla mia domanda sul chi se ne stesse occupando in quel momento mentre erano con me, la risposta e' sempre stata la stessa.
Esta con mi mama”.
La Abuela.
Se non ci fosse stata la vecchiarilla la fanciulla non avrebbe potuto uscire e tornare col...dovuto, parte del quale serviva proprio per ricompensare l'abuela per il servizio svolto.
Se la fanciulla ha un lavoro regolare chi guarda la piccola tutto il giorno?
Sono cose che accadono anche non lontano dalla mia familia di adozione cubana, quindi parlo con cognizione di causa.
I nonni sono diventati una istituzione Santa anche in Italia.
Una famiglia ha figli, per riuscire a tenere in piedi la baracca entrambi i coniugi devono lavorare, chi pensate che si occupi dei pargoli prima che vadano a scuola o durante il periodo estivo?
Per non parlare del fatto che, oggi, la pensione del nonno, a volte unica entrata sicura, serve per aiutare un bilancio economico famigliare spesso traballante.
Non sono cose solo di oggi, il vostro umile scriba e' stato tirato su da una nonna mentre entrambi i genitori lavoravano.
Come vedete, cambiano i continenti, le culture, le situazioni economiche, i modi di vivere ma i nonni/abuelos restano un mattone fondamentale di ogni societa'.
Spesso si tende a relegarli ad un ruolo di puro ricordo, come se fossero dei poveri rincoglioniti da sopportare ma il loro aiuto, sopratutto oggi dove tutto e' diventato maledettamente complicato, e' fondamentale per l'economia di una famiglia.

23 commenti:

  1. A Roma nel 2010 si è fatto conoscere dal grande pubblico con l’argento conquistato con Cuba a soli 17 anni. Sette anni dopo nello stesso impianto, il PalaLottomatica, ha fatto innamorare di sé il patron di Perugia Gino Sirci che a ore ne potrebbe annunciare l’ingaggio per la prossima stagione. Ma domani e domenica Wilfredo Leon, schiacciatore cubano naturalizzato polacco, è pronto a sfidare umbri e Civitanova nell’atto conclusivo della Champions League con la sua Kazan con cui vince il titolo continentale per club da tre anni consecutivi.

    Che cosa pensa delle tre avversarie di questa Final Four: Perugia, Civitanova e Zaksa?

    «Quest’anno tutte le squadre arrivate alla fase finale sono forti. Si tratta di campioni o vicecampioni dei rispettivi campionati. Il pronostico è aperto con due semifinali che si preannunciano avvincenti».

    Ci sarà anche il suo connazionale Juantorena.

    «Lui è uno dei giocatori migliori al mondo già da qualche anno, ma la pallavolo è uno sport di squadra, quindi sarà importante fare attenzione a tutti. Il singolo è il motore della squadra, ma conta il collettivo».

    È alla 4ª stagione a Kazan: che bilancio dà dell’avventura?

    «Ho trascorso qui una parte importante della mia carriera e della mia vita. Ho lavorato con i migliori nei loro ruoli, con l’allenatore che ha portato la Russia alla medaglia d’oro dei Giochi olimpici (Londra 2012, ndr). Un’esperienza indimenticabile, che mi ha dato tanto sia dal punto di vista sportivo che personale».

    Potrebbe vincere la 4ª Champions consecutiva...

    «È il nostro obiettivo. Vincerla quattro volte di seguito è qualcosa mai riuscito a nessuno nella storia della Champions. Cerco sempre qualcosa che mi motivi e questo è un esempio: ottenere qualcosa che nessuno ha mai ottenuto».

    Come l’ha cambiata la paternità?

    «Ha cambiato l’ordine delle mie priorità. Sono più responsabile adesso che so che la vita di mia figlia dipende da me».

    Com'è cresciuto dal mondiale 2010 a Roma?

    «La principale differenza è l’esperienza a livello sportivo. Da quel momento ho giocato centinaia di partite e probabilmente ho fatto migliaia di punti. Ogni azione mi rende un giocatore migliore».

    Come si gestisce il peso di essere riconosciuto il più forte al mondo?

    «Quest’anno arriverò a dieci anni di gioco ai massimi livelli. Nel 2008 debuttai con la nazionale cubana e da quel giorno ho giocato molte partite importanti. Sento il peso delle aspettative, ma cerco di non pensarci. Cerco solo di concentrarmi a fare ciò che devo».

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  2. Com'è Leon fuori dal campo?

    «Mi piace trascorrere il tempo con famiglia e amici. Ma anche pescare, seguire le notizie di economia, leggere e guardare film o serie tv».

    Guardandosi indietro rifarebbe tutto? Deciderebbe ancora di lasciare la Nazionale?

    «Non ho abbandonato nessuno. Se si riferisce alla sfera sportiva, rispondo che ho cercato di migliorarmi e nel momento in cui ho deciso di lasciare la nazionale l’ho fatto perché ho capito che altrimenti non sarei cresciuto sportivamente. Se invece si parla della sfera politica, anche in quel caso non ho abbandonato nessuno perché continuo a essere un cubano naturalizzato polacco e sono andato via da Cuba legalmente, tanto che entro ed esco quando voglio. Se le cose fossero ancora come allora, rifarei le stesse scelte».

    Com’è vivere a Kazan?

    «Il freddo è duro, ma mi sono abituato. La città è molto bella, ha tutto ciò di cui si può aver bisogno, quindi mi piace vivere qui. Raccomando ai turisti che vogliono venire in Russia di visitare Kazan».

    Quanto è stato importante Alekno nella sua crescita?

    «Ha saputo essere comprensivo, ma ha anche dimostrato carattere quando ce n’era bisogno. Sono contento e lo ringrazio per ciò che mi ha dato».

    C’è tanta Italia a Kazan: a partire dall’assistente Totolo. Cosa ne pensa della scuola italiana?

    «Danno un grande apporto, ma lo stile di gioco è quello russo. Dovrei trascorrere un po’ di tempo in Italia per dare il mio parere sulla scuola italiana. Da ciò che ho visto posso dire che da voi ci sono sempre stati buoni giocatori».

    Guarderà il mondiale da spettatore: come vede l’Italia con Zaytsev e Juantorena? Quali sono le favorite?

    «Grazie alla presenza di questi giocatori, l’Italia sarà una grande favorita di questi Mondiali, anche perché gioca in casa. Ma non vanno dimenticate Russia, Brasile, Francia, Usa e ovviamente la Polonia che difenderà il titolo».

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  3. Scritto di Alessandro Zarlatti
    Fare la spesa all'Avana è un'operazione profondamente diversa rispetto agli altri paesi. Non basta l'impulso all'acquisto, non basta avere i soldi, non basta fare una lista. È un buon inizio ma non è tutto. Da quel momento parte una caccia al tesoro a cui partecipano milioni di avaneri, migliaia di stranieri, con tanto di colpi bassi, depistaggi, tattiche astute, misteri.
    La frase ricorrente è: "Non c'è veramente un cazzo!" e l'espressione facciale è quella di una desolazione radicale, da scomunicati sputati nella periferia della terra. Lo sanno tutti, lo sappiamo tutti, certe volte diventa un'opera d'arte anche soltanto trovare una pacchetto di sale, mezzo chilo di spaghetti, olio. Tra noi italiani spesso, soprattutto nei periodi di grande secca, parte un tam tam nevrotico: "Alessà, te lo dico solo a te perchè sei 'n amico, ma non fa' girà troppo la voce: ci sono i fusilli Di Vella alla tienda Flores... sbrigate!", allora tu cerchi di ricambiare con un'altra informazione che vale milioni: "... Carta igienica a due veli al supermercato di Quinta y 42, ma devi core...". È così. Un capitolo a parte riguarda proprio la carta igienica. Spesso sparisce. Nelle settimane successive al ciclone è sparita per molti giorni. Come ai tempi del periodo especial gli avaneri e gli stranieri "aplatanados" come me, hanno riscoperto un gusto particolare per la lettura del Granma... Vedevi facce contrite per strada. Tutti un po' irritati, nel corpo e nell'anima, a causa di questa carestia complicata. I più saggi avevano fatto provviste in tempi non sospetti e allora giravano per la città con facce tronfie, la faccia inconfondibile di chi si è pulito bene il culo. Ora, sento di poter rivelare il trucco che viene da anni e anni di esperimenti, di sconfitte, di variazioni, di prove e di ripetibilità, in nome del più genuino metodo scientifico: come trasformare una ruvida pagina del Granma in un soffice foglio di carta igienica. Dunque, prendi la pagina e inizia ad accartocciarla come se la dovessi gettare. Fallo molte volte senza pigrizia. È una fase molto delicata, è molto importante che l'accartocciamento sia deciso ma non violento perchè potrebbero formarsi lacerazioni nella carta, quelle che nessuno vuole. Dopo la fase 1 apri di nuovo il foglio. Cerca il bordo di un tavolo e passa il foglio su questo bordo come dovessi renderlo liscio, stirarlo. Anche qui il controllo della forza è tutto. Passa il foglio sul bordo tre o quattro volte fino a che, al semplice tatto, ti accorgi che la pagina del Granma è diventata immediatamente poesia, qualcosa di incommensurabilmente più alto dei superatissimi venti piani di morbidezza. A questo punto non ti resta altro che provare.

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  4. Ricordo perfettamente il giorno in cui, dopo il ciclone, tornò la carta igienica all'Avana. Il solito tam tam portava tutti al supermercato di Tercera e 70. File mostruose. Gente che si produceva in veri e propri placcaggi da all-bracks sui pallet di carta. Nessuno si limitava a comprare una o due confezioni ma bustoni da cinquanta rotoli. C'era silenzio irreale ma un'euforia controllata, una frase soltanto taciuta che passava nella mente di tutti i presenti: "si caca, finalmente si caca come dio comanda!".
    Insomma, trovare i prodotti. È una ricerca che tocca i confini di qualche dimensione spirituale che non saprei spiegare. C'è quel non immediato appagamento di un desiderio che sa di rinuncia monacale. Non quella reattività stimolo/risposta da cani di Pavlov del consumismo. Sotto sotto questa difficoltà mi è sempre un po' piaciuta. Smadonnavo sul momento ma poi questa vita non del tutto semplificata mi è sempre sembrata più sana, più giusta. Ci ha pensato una volta un intellettuale cubano ad illuminarmi in materia. Si parlava proprio di questa difficoltà, di questa mancanza di tutto e lui mi diceva: "sì, è vero, è tutto difficile e certe volte snervante. Però una volta che inviti qualcuno a cena, quel pasto diventa qualcosa di diverso da un pasto in un altro paese. Ha un altro valore, la ricerca degli ingredienti, la difficoltà, dà un altro peso alla tua offerta. Diventa veramente un dono. Quell'evento, perchè di evento si tratta, dice in modo diverso da ogni altra cosa, che quel momento, quella persona, è per te davvero importante".
    Ci ho pensato spesso a queste parole mentre facevo una fila. Quando sento rispondermi ancora oggi che questo o quell'ingrediente "està perdido". Mi sembra una specie di metafora della vita. Non posso evitare il disappunto che tutto non vada come io voglio. Ma non posso neanche evitare che dopo questo mi nasca una specie di sorriso. E' la vita.

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  5. Bel racconto
    Erminia Ferri

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  6. Santa Fè- Quando manca la carta ci si aggiusta con un vaso di piccole dimensioni che viene riempito o dal rubinetto del lavabo, se a distanza minima, o dal secchio sempre presente..una sorta di bidet nella tazza.
    Se poi non volete temporaneamente (si lavano da se..) "sporcarvi le mani" proseguite ad "assumere" via anale gli inchiostri dei giornali :)
    E' più triste per una donna non trovare gli assorbenti o nel caso dei bambini non avere pannolini..

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  7. Abuela malata e foto dei figli sono un classico. Giuseppe

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  8. Diciamo foto dei figli....subito, abuela enferma...poi.

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  9. E per concludere el refrigerador que se rompió. Mat.

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    1. Dimentichi l'inspiegabile furto della bicicletta appena acquistata...

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    2. ..o la placa que se derrumbe y va a caer en la cabeza...:-)

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  10. Beh....in quel caso si parla di interventi...più CORPOSI.

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  11. anche io sono stato tirato su da mia nonna mentre i miei lavoravano...ero il nipote preferito ed io ero attacatissimo a Lei...è morta a 93 anni ed io sono stato quello che Le ho chiuso gli occhi. A cuba l'abuela è un monumento la mia ex moglie è stata lasciata a carico della abuela quando aveva 5 anni ed il fratello 4..la madre con il nuovo compagno sono andati a vivere a santiago e la vedeva 1 volta l'anno...il padre uno sperminator borracho non si occupava dei vari figli sparsi in giro...nei suoi racconti l'abuela è sempre parte integrante.

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  12. Erano altre nonne le nostre, uscite dalla guerra, tutte dedite alla famiglia, econome, cuoche, tutto.
    Oggi mi pare, forse anche giustamente, che vogliano godersi piu' la vita, allora il turismo evergreen non esisteva.

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  13. hola! probabilmente l'unica figura del familion che conta veramente. Certo che qui sono i vecchi che mandano avanti il paese e questo la dice lunga sul futuro della latrina. chao Enrico

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  14. Anni fa se un pensionato chiedeva un finanziamento in banca gli ridevano dietro.
    Oggi gli srotolato il Red carpet

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  15. Sei un Grande come sempre
    Claudio Pintus

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  16. Troppo buono Claudio, comunque grazie.

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  17. Milco hai ragione, hanno rubato la mountain bike alla sorella della novia.....servono 500.00 euro per comprarla oppure da spedire con corriere da Roma.
    Hahaha ma come facevi a sapere???
    Purtroppo in questo momento non posso, e da una settimana che la novia non si fa sentire.
    Non so che pensare....

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  18. Mezzo milione di euro sono parecchi per una bici...

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  19. 500,00 scusa la virgola al posto del punto è comunque mancava uno zero.....sai sono un ingegnere e metto sempre i puntini sulle i.....
    Ma lei mi ha detto che costa tanto da loro, qui alla Coop l’ho trovata a 79,00 euro + 190,00 di trasporto senza la sicurezza che il pacco arrivi a patto di usare la globe Transport che è l’unica a garantire la consegna a Tunas.
    Peccato che non mi trovi in economia e abbia altre spese altrimenti l’avrei aiutata.
    Ma perché costano così tanto le bici a Cuba??
    A Rio te le tirano dietro a 100 real.

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