mercoledì 23 maggio 2018

ATTO


Durante il primo dei due giorni che ho trascorso a La Habana sono stato testimone di un “Atto”.
Per “Atto” a Cuba si intende una manifestazione politica organizzata, ovviamente, dal governo.
Puo' trattarsi di una sorta di comizio o/e di un corteo (defile') come avviene ogni anno durante il Primo Maggio.
Come vi ho gia' accennato ero di casa in calle 10, che si trova in fondo al Vedado, praticamente alla fine di calle 23.
Gia' al mattino la parte finale della 23 era chiusa al traffico, stavano montando il palco per gli interventi che si sarebbero susseguiti nel pomeriggio.
L'occasione era il 57esimo anniversario del carattere Socialista de la Rivolucion, voluto da Fidel dopo un'attentato organizzato dalla Cia e dal dipartimento di stato statunitense.
Nei giorni in cui ero giu' c'era stata anche la Cumbre de Las Americas, dove Usa e Cuba se ne erano dette di tutti i colori, altro argomento che ha reso incandescente l'atto.
Ho una certa esperienza di queste manifestazioni maturata prima a scuola e poi col Partito nel servizio d'ordine, so come funzionano certi meccanismi, pero' a Cuba le cose si fanno in modo differente.
Intanto e' tutto transennato e ci sono migliaia di sedie.
Non tutti possono accedere nel punto cruciale della manifestazione, ho fatto alcune foto e vedrete che chi non era all'interno di un determinato meccanismo stava oltre le transenne.
I controlli c'erano ed erano anche abbastanza rigorosi.
Al mattino hanno montato il palco, proprio vicino ad una sorta di piccolo monumento con una scritta proprio in onore a questo anniversario dove, anni fa, mi ricordava Zuleima che gestisce casa Zule, el Comandante en Jefe cadde per la prima volta.
Molti ricorderanno quel giorno.
Insieme a coloro che devono montare il palco, ai tecnici, quelli che portano gli impianti e le sedie inizia ad arrivare un po' di policia.
Tocca ai cabalitos iniziare a chiudere le strade.
Nel pomeriggio ero in giro per cazzeggio, visto che l'evento mi sembrava interessante ho deciso di restare in zona per vedere come si svolgeva.
Nel pomeriggio sono iniziati ad arrivare i bus portando gente, suppongo lavoratori delle imprese statali, ma con loro anche tantissima gente che arrivava in auto, moto, mezzi pubblici, bicicletta e ogni mezzo di trasporto possibile.
La gente andava aumentando di ora in ora.
Ora se pensate a gente scoglionata costretta a sorbirsi il malloppazzo politico allora sbagliate di grosso.
Non so se siano obbligati, puo' essere, come e' possibile che se non vanno venga scalato loro un giorno di lavoro, oltre alla eventuale cattiva luce che puo' cadere sugli...assenti.
Credo piuttosto che, in frangenti simili, salti fuori la straordinaria capacita' cubana di riuscire a tirare fuori una fiesta da ogni situazione della vita.
Ho visto gente allegra, sorridente, che scherzava, faceva casino, si prendeva per il culo.
Gente con la schiscetta piena di cibo, altri che compravano ogni sorta di roba dolce o salata dagli ambulanti, altri ancora che aprivano i sacchetti con dentro la frutta e via discorrendo.
Visto che...e' meglio che ci vadano allora tanto vale passarla bene insieme agli amici, i colleghi di lavoro e le persone con cui si condividono molte esperienze.
Sono arrivati i lavoratori dell'Etecsa, altri dell'azienda elettrica, marinai e marinaie in sgargiante divisa bianca, medici e infermieri, trabajadores delle piu disparate estrazioni.
Prima dell'inizio dei comizi e' partito l'inno nazionale, come avviene solo a Cuba la gente in ogni calle laterale, in quelle centrali, sui balconi, ovunque fosse si e' fermata sul posto in rispetto della Bayamesa.
Persino il vostro umile scriba, poco avvezzo a manifestazioni simili, ha un po' raddrizzato la schiena.
Il tutto e' poi durato poco piu' di un ora, poi velocemente ognuno ha guadagnato la strada di casa propria.
C'era la cena da preparare...

28 commenti:

  1. ALESSANDRO ZARLATTI/IL BELLO DELL'AVANA
    Dopo una tragedia come quella di venerdì scorso credo che l'unico atteggiamento decente da tenere sia quello del silenzio e del rispetto. Tutto il resto è orrendo, senza nessuna gradazione del disgusto. La morte è una brutta storia e in aereo, suppongo, deve essere ancora più mostruosa. Punto. Non mi interessa perciò parlare di responsabili, di colpe e cose così.
    Esistono persone che lo fanno per lavoro, esistono giornalisti, pochi ma esistono, ed io sono fieramente un non-giornalista. Infatti non pensavo di scrivere nemmeno una riga su questo blog. Invece, poi, nei giorni successivi, hanno cominciato a girare qui all'Avana alcuni video amatoriali realizzati da persone accorse sul luogo dell'incidente. Li ho guardati. Alcuni solo panoramici e in essi si vedono immagini dei tronconi fumanti dell'aereo, gente che corre, che grida, poliziotti che cercano di fare ordine, facce spaventate. Altri video erano invece molto più difficili. Credo che certe immagini mi resteranno per sempre negli occhi. Inutile descriverli. La realtà muta non soltanto della morte ma di un incidente che sembra qualcosa di più della morte, un gioco sadico contro la dignità di chi sta perdendo la vita. Ho interrotto il video più assurdo prima che finisse. Ho respirato. Ho pensato alla guerra. A quegli stronzi che parlano di bilanci di guerra, di numeri, di nomignoli suggestivi affibbiati ad operazioni belliche e che si guardano bene dal mostrare le immagini reali degli effetti di quelle bombe intelligenti che sganciano, quelle che lette su un giornale, viste da lontano in una schermata di dati sembrano quasi simpatiche, dei mortaretti di capodanno. I corpi dilaniati sono una cosa mostruosa. Sono la fine della ragione. Sono l'inizio della follia. Sono questo mistero mostruoso che ci taciamo quotidianamente per non impazzire. L'inaccettabilità del dolore, della sofferenza, della morte. Proprio in quel momento avrei avuto bisogno delle parole più illuminate del Buddha. Com'era? Perché ci siamo? Cos'era l'essere? E il nulla? Le ho dimenticate. Sono corso a rileggerle a casa, leccandomi le mie di ferite, cercando di dare un senso a quelle immagini che mi bruciavano dentro, incandescenti. Il senso, già... Mi sono fermato a pensare ancora. C'era qualcosa di così evidente in quei filmati che avevo lasciato passare, sovrastato com'ero da quei contenuti tanto violenti. Bene, era la gente: ogni ripresa sorprendeva decine di altre persone che col loro cellulare riprendevano quello che avevano di fronte. Ok, un fenomeno ormai universale.

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  2. Questo istinto quasi automatico a registrare quello che attraversa la nostra vita. Da un lato c'è un istinto da reporter, ma non basta. Non basta quell'impulso interiore all'io-c'ero. C'è qualcosa di più. Me lo sono domandato. Cosa? Una risposta comincia proprio da quell'automatismo nella risposta, io credo. Succede qualcosa e noi automaticamente la registriamo. La cogliamo in quella che crediamo essere la realtà e la mettiamo a disposizione degli altri. Non raccontiamo più. Non interpretiamo. Non la trasferiamo più alla nostra comunità in altre parole. La diamo agli altri in quella terrificante versione unidimensionale, nella sua fisicità e nient'altro. Non c'è più un filtro religioso, né uno spirituale, né una bugia, né un racconto. Non ci fidiamo più dei nostri racconti. La morte non diventa più mito, ha smesso di essere lotta con gli dei, ha perso totalmente quella tessitura in cui abbiamo costruito la nostra storia di specie, di uomini, di semidei. Non ci fidiamo più. Stiamo costruendo questa nuova immagine di noi stessi conquistati dal meccanicismo e dalle macchine e questa immagine assurda di noi stessi prevede che esista veramente la realtà, che esistano oggetti, esseri separati, continuità. Ha smesso di risuonare in noi una frase come quella di Leopardi che oggi farebbe ridere i polli: niente si sa, tutto si immagina. No, siamo fatti sempre più di quella che chiamiamo realtà, non sappiamo sillabare altro, anche se alla fine non sappiamo che farcene di tutta questa realtà. Immagini da passare ad altri che le passeranno ad altri che le passeranno ad altri. Non abbiamo più chiavi interpretative di nessun tipo per farne una metafora, per dare pane buono, parole buone ai nostri figli ogni volta che toccano il vuoto. A pensarci bene sarebbe tutto fisiologico, forse sarebbe giustamente questo il nostro destino futuro se non fossimo ancora dei sognatori. Dico sognatori nel senso più materiale del termine: se non dormissimo ogni notte e sognassimo. Il sogno è una metafora, è un racconto, è un mito che ci raccontiamo ogni notte per non morire sotto il peso della mancanza di senso di tutto. È una favola che mette in fila eventi, li mette in prospettiva, li indirizza. Siamo ancora lì, che ci piaccia o no, con la necessità di costruire intorno all'assurdità della vita le nostre storie. Siano esse inverosimili traiettorie di divinità misericordiose, filosofie o idee di se stessi. È quando vedo immagini così terrificanti, quando vedo quel mondo sospeso davanti ad uno strapiombo della ragione come l'incidente aereo di venerdì che sento forte, ancora, in questa epoca, il primato della letteratura. Di fronte a questa orgia della materia, della tecnologia, di immagini, di pixel, di apparenza, la necessità vitale della sostanza, di quel racconto invisibile che ci tiene in vita. Non la sento io, la vedo implorante quella necessità negli occhi di tutti questi reporter che hanno perso la voce. Di quelli che registrano tutto incapaci di commentarlo quel tutto, incapaci di farne, faticosamente, un racconto pieno di cuore, pieno di bugie, pieno di eroi, pieno di amori, un regalo ad uso e consumo della propria comunità, perché la vita non faccia male, in poche parole un'opera d'arte.

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    1. Santa Fè - Straordinaria capacità interpretativa da parte di Zarlatti.
      Davanti alla nostra Habana ferita ho deciso di non vedere più video della tragedia e di fare un passo avanti, o forse indietro, e rivedere i video degli arrivi al Josè Marti postati dai cubani che felici rientrano dopo anni, li rivedo con la mia bimba di 7 anni a cui in questi giorni non ho fatto vedere le news dei tg per tenerla all'oscuro della tragedia, solo Rai yo yo.
      Grande Zarlatti.

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    2. Non a caso, appena possibile, cito i suoi scritti.

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  3. Ho assistito a un primo maggio.Divertente.Giuseppe

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  4. ho assistito a diversi 1° de mayo...ho la suocera maestra (fidelista convinta) che desfila sempre a tutti i 1 maggio, sfilano raggruppati per settori e lei è una delle portabandiere del settore scolastico.
    diciamo che io di desfiles ne ho visti pochi perchè cominciano di mattina presto...io preferisco la fiesta che segue per tutto il giorno.
    ho la mia opinione sulle manifestazioni in cuba e piu o meno coincide con la tua Milco...i convinti ci vanno con gusto gli altri se devono andare tanto meglio pasarla bien

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    1. Infatti riescono a trasformare situazioni tutto sommato noiose in qualcosa di divertente, una sorta di gozadera.

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  5. Nell'ultimo viaggio mi hanno fatto sfilare in mezzo alla conga al carnaval di Zaza del Medio....non e' un desfile come quello del 1 maggio ma e' divertentissimo!!!

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    1. Sfilare con una conga, come accade nei Carnaval credo sia il massimo, li senti arrivare da lontano...

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    2. è anche abbastanza pericoloso per via delle numerose broncas che se forman....

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    3. Si ma fa parte....del tutto.
      Prendere o lasciare.

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  6. CARACAS.– Governi e leaders regionali del mondo si sono pronunciati sul nuovo successo  delle forze chaviste, una volta conosciuti  i risultati finali delle elezioni presidenziali di domenica 20 in Venezuela, nelle quali il presidente Nicolás Maduro ha ricevuto più di sei milioni di voti a suo favore.
    Da L’Avana il Primo Segretario del Comitato Centrale del Partito
    Comunista, Generale d’Esercito, Raúl Castro Ruz, ha segnalato il coraggio del popolo venezuelano con una lettera diffusa dal cancelliere venezuelano, Jorge Arreaza.
    «Con orgoglio rivoluzionario ti invio a nome del Partito Comunista di
    Cuba e mio, le più calorose felicitazioni per la tua trascendentale vittoria elettorale», segnala Raúl nella sua lettera. 
    Il Presidente dei  Consigli d Stato e dei ministri , Miguel Díaz-Canel Bermúdez ha sottolineato la continuità della Rivoluzione Bolivariana, iniziata dal Comandante Hugo Chávez, ed ha reoiterato la solidarietà dell’Isola con il Venezuela. 
    «Il popolo  bolivariano e chavista ha dimostrato ancora una volta la sua determinazione di difendere il legato di Chavez che tu rappresenti tanto degnamente», ha sostenuto il mandatario cubano.
    Il presidente della Bolivia, Evo Morales,  ha definito il risultato delle elezioni presidenziali in Venezuela, un trionfo sull’ interventismo degli Stati Uniti. 
    «Il popolo venezuelano sovrano ha trionfato nuovamente contro il golpismo e l’interventismo dell’impero nordamericano. Noi popoli liberi non ci sottometteremo mai!» 
    «Auguri al fratello Nicolás Maduro e al valoroso popolo del Venezuela», ha scritto  Morales nel suo spazio di  Twitter.
    RT ha informato che il presidente della Russia, Vladimir Putin, ha augurato a suo pari venezuelano buona salute e successo nella soluzione dei problemi socio - economici che la sua nazione affronta e per la promozione del dialogo nazionale nell’interesse di tutto il popolo del paese bolivariano. 
    Altri paesi, come Nicaragua, El Salvador, Iran e Mozambico hanno inviato i loro auguri al presidente rieletto. (GM - Granma Int.)

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  7. Sfilare con la conga vuol dire trovarsi nel bel mezzo di un gran movimiento de cintura generalizzato!!!😀

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  8. La cosa bella è che non ho mai visto polizia in tenuta antisommossa intervenire durante queste manifestazioni, al contrario dell'Italia

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    1. Più che manifestazione mi sembrano i classici eventi tipici di contesti politici come quello Cubano, dove tanti partecipano perchè non dico siano obbligati, ma è meglio che lo facciano, soprattutto chi lavora in certi ambiti dell'apparato statale. Mat.

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    2. Appunto
      Visto che....è meglio partecipare tanto vale prenderla in modo divertente.

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  9. Anti sommossa a Cuba?
    Chi la fa la sommossa?
    Al massimo Celeste Henry...lo internano e ce lo togliamo dai coglioni...😂

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    1. Appunto noooo Celeste henry noooooo ahahahahahahahah

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  10. E dopo sono io che bevo zio cagnon cellerini cubani anti sommmossa

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  11. Per una volta....l'unica...mi tocca darti ragione 😎

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  12. GRAN BELLA NOTIZIA!

    È morto oggi in Florida, all'età di 90 anni, Luis Posada Carriles, ex agente cubano della Cia considerato l'organizzatore di vari attacchi terroristici contro il regime di Fidel Castro.
    Il più noto è stato l'attentato contro un volo della Cubana de Aviacion nell'ottobre 1976, che provocò la morte dei 73 passeggeri a bordo. Arrestato in Venezuela per tale attentato, evase dal carcere nel 1982 e riuscì a fuggire nel Salvador, grazie ai contatti con organizzazioni estremiste dell'anticastrismo in Florida.
    Negli anni '90, Posada Carriles partecipò all'organizzazione di attentati contro alberghi turistici a Cuba prima di entrare illegalmente negli Usa nel 2005, dove venne arrestato.

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  13. Buona notizia ma troppo tardi, ormai i danni che potava fare li ha fatti

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  14. Un Bastardo Assassino in meno sulla faccia della terra è sempre una bella cosa.

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    1. Peccato che questo verme sia vissuto così a lungo....insieme ad Orlando Bosh è stato il peggior terrorista anticastrista di sempre...Guarda caso...viveva a Miami...!blanco79

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    2. Da ieri il mondo è un posto un po' migliore.

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  15. Conozca más de la formación y actuación de este terrorista:

    1.- Luis Posada Carriles nació en Cienfuegos, Cuba, en 1928. Se nacionalizó en Venezuela y fue entrenado para formar parte del Ejército de Estados Unidos.

    2.- Documentos desclasificados por el gobierno de EEUU demostraron que Posada Carriles trabajó como agente de la Agencia Central de Inteligencia (CIA, por su sigla en inglés) entre 1960 y 1974, tiempo en el que fue enviado por esta organización como asesor de Seguridad de los servicios secretos de Venezuela, Guatemala, El Salvador, Chile y Argentina.

    3.- En Venezuela, se incorporó a la extinta Dirección de los Servicios de Inteligencia y Prevención (DISIP) y dirigió varias torturas.

    4.- Recibió financiamiento por la Fundación Nacional Cubano Americana (FNCA), integrada por seguidores del dictador cubano Fulgencio Batista en Estados Unidos.

    5.- En 1961, se incorporó a los preparativos de una invasión mercenaria a Cuba por Playa Girón y formó parte de la Operación 40 encargada de apoyar el desembarco.

    6.- En 1971, protagonizó un atentado fallido contra el líder de la Revolución Cubana, Fidel Castro, quien realizaba una visita oficial a su homólogo chileno, Salvador Allende.

    7.- En 1976 se vio involucrado en el asesinato de Orlando Letelier, canciller chileno durante la gestión de Allende.

    8.- También en 1976, organizó y llevó a cabo desde Venezuela el atentado contra un avión de Cubana de Aviación, ocurrido el 6 de octubre de ese año, en el que murieron 73 pasajeros, entre ellos jóvenes deportistas.

    Por este hecho, fue encarcelado en Venezuela, pero se fugó el 18 de agosto de 1985, durante el cambio de guardia nocturna de los vigilantes. Desde ahí, se desplazó por Honduras, Guatemala y El Salvador, desde donde siguió ampliando su historial de terror y apoyó las actividades de contrarrevolución en Nicaragua.

    8.- Posada Carriles organizó numerosos ataques con explosivos a varios hoteles en La Habana en 1997, acciones que él mismo reconoció públicamente un año después en una entrevista con el diario estadounidense The New York Times.

    9.- En el año 2000, intentó acabar de nuevo con la vida de Fidel Castro, en esta ocasión durante la Cumbre Iberoamericana que se desarrolló en Panamá. La acción fue frustrada y Posada Carriles quedó detenido junto a otros tres criminales: Gaspar Eugenio Jiménez, Pedro Remón y Guillermo Novo. Sin embargo, en el 2004 fue indultado por la presidenta saliente de Panamá, Mireya Moscoso.

    10.- En 2005 entró ilegalmente a EEUU. Fue encarcelado por esta acción, pero dos años después pagó una fianza y un juez lo dejó en libertad. En 2011, la jueza Kathleen Cardone lo libró del delito migratorio por considerarlo “viejo e inválido”. Desde entonces, vivió en ese país, específicamente en Miami, amparado por el Gobierno norteamericano.

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